Prima le partenza di Joao Pedro ad aprire scenari incerti, poi la sensazione che nomi e capacità fossero in equilibrio per arrivare a dare forma a un attacco su cui basare il cammino alla ricerca della Serie A. Ma dopo sei giornate di campionato il reparto offensivo del Cagliari sembra quello rimasto più vicino al punto di partenza, con più dubbi che reali certezze.
Rendimento
Sei gol in sei giornate, quinto peggior attacco della cadetteria con solo Cosenza, Benevento, Venezia e Perugia a far peggio dei rossoblù. È vero che nella passata stagione il Cagliari ha sofferto l’assenza di gol da un centrocampo andato a segno solo con Deiola in due occasioni, ma il sorriso che spunta vedendo la diversità di nomi nel taccuino di questa annata rischia di essere tirato. Perché solo tre reti su sei portano la firma di altrettanti attaccanti: Gaston Pereiro aveva aperto il conto a Como, Lapadula prima e Luvumbo poi lo hanno momentaneamente chiuso a Benevento confezionando il risultato che sembrava dare una certa continuità ai rossoblù. L’ultima sfida giocata contro il Bari ha rimesso tutto in gioco o quasi. Con Gianluca Lapadula, arrivato per prendersi gran parte delle responsabilità all’interno dell’area avversaria, che sembra l’uomo più in difficoltà del reparto malgrado la conoscenza di schemi e voleri di Liverani dai tempi di Lecce. Pochi i palloni ricevuti in occasione dell’ultima partita giocata alla Unipol Domus, poco il sostegno portato dai compagni negli ultimi venti metri, tanto il lavoro oscuro richiesto dal tecnico romano. L’ isolamento della punta italo-peruviana non è qualcosa di visto solamente nella sfida contro il Bari. Se però nelle altre occasioni, dal post Como in poi e nonostante l’imprecisione, le qualità nel palleggio unite alla propria capacità di attaccare la profondità hanno creato più opportunità per l’ex Milan, contro una squadra che ha fatto della solidità difensiva il suo momentaneo credo il castello è crollato mettendo a nudo il re. La convocazione con la nazionale peruviana (qui tutti gli impegni dei rossoblù) potrebbe essere arrivata nel momento giusto per consentire a Lapadula di respirare aria positiva e di rientrare a Cagliari con energie mentali diverse. Perché anche la mancanza di un appuntamento fisso con il gol pesa nell’umore di chi era arrivato con determinate convinzioni. Sull’Isola però nel frattempo anche qualcos’altro potrebbe muoversi.
Cambiamenti
Lo aveva anticipato Liverani nella conferenza stampa che aveva preceduto la gara di Benevento. “Lapadula-Pavoletti? Dopo la sosta avremo il tempo per fare diventare il cambio di modulo un qualcosa di più fattibile“. Il giocatore livornese scalpita per una nuova opportunità dall’inizio, i segnali contro Modena e Bari – squadra che aveva tentato di portarlo lontano da Cagliari nelle ultime ore di mercato – lo hanno ampiamente dimostrato. Se sulla carta i due attaccanti per caratteristiche possono convivere, sia dentro l’area che nei movimenti per crearsi il proprio spazio, potrebbero essere altri i dubbi di Liverani. Perché al di là del passo falso causato da Cheddira, i rossoblù con il falso 4-3-3 costruito su Nandez e Mancosu esterni e impreziosito dalla partecipazione cospicua di Rog sembrava cominciare a dare i propri frutti. Con la concretizzazione che è sembrata essere il tassello assente nel mosaico rossoblù. Dall’altra la condizione e l’inserimento di Filippo Falco potrebbero portare ad altri sviluppi. Se è vero che l’ex Stella Rossa potrebbe anche agire da trequartista in un 4-3-1-2 a supporto del tandem offensivo, gli equilibri – soprattutto quelli difensivi – con un nuovo assetto andrebbero tutti ricostruiti con il tecnico che potrebbe preferire solo rimodellare idee già sviluppate. Senza dimenticare poi le carte Luvumbo e Gaston Pereiro. Il primo ha dimostrato di poter essere decisivo con i suoi strappi a gara in corso e anche freddo sotto porta, il secondo attende l’ennesima nuova opportunità.
Mettere tutti in condizioni di far male all’avversario sembra tuttavia la regola aurea di un campionato che ha dimostrato già di essere spigoloso. Un dettame che per essere rispettato dovrà passare necessariamente da unione di intenti e collaborazione, l’antitesi di quanto visto nell’ultima parte della gara contro il Bari per ammissione dello stesso Liverani. Proprio al tecnico però spetta il compito di mettere in condizione gli attaccanti di essere attore protagonisti della cosiddetta cooperativa del gol nel lungo periodo. E dal suo svolgimento può passare una promozione a fine annata.
Matteo Cardia