A volte le leggi, anche quelle apparentemente più importanti, possono cambiare. E il Cagliari formato 2022, così compatto e aggressivo, sembra essere stato il riformatore dell’azione di colui che un tempo appariva come il solo mezzo per raggiungere il fine. Perché Joao Pedro rimane al centro dell’attacco rossoblù ma il lavoro sporco sembra renderlo meno lucido negli ultimi sedici metri avversari. E nonostante i gol arrivino, restare senza le reti del proprio capocannoniere nel lungo periodo sembra essere un lusso che il Cagliari non si può permettere.
Il duello
Tre tiri, di cui uno nello specchio, e una chiarissima occasione da gol nel primo tempo dopo l’errore del Napoli in impostazione. Un mancino di prima intenzione a incrociare che per pochi millimetri non è finito sul palo interno alla sinistra di Ospina. I dati numerici classici del posticipo contro il Napoli di lunedì 21 febbraio parlano di una punta viva, pericolosa, una continua spina nel fianco della difesa partenopea. A pesare resta solo l’assenza di quel gol che è arrivato appena una volta nel nuovo anno, in occasione della sfida contro la Fiorentina. Una mancanza che influisce sullo spirito dell’italo-brasiliano che ha ricevuto la seconda ammonizione nelle ultime due partite dopo quella rimediata in Toscana contro l’Empoli nel turno precedente di campionato. Tuttavia, il capitano rossoblù rimane il punto di riferimento in grado di interdire e creare. Tanto il movimento per dare sfogo alla manovra offensiva o portare fuori il proprio marcatore, quel Kalidou Koulibaly spesso apparso in difficoltà durante gli attacchi alla profondità dell’attaccante isolano. Tanto, anche il sacrificio in fase di pressione in cui da primo interprete è riuscito a recuperare 6 palloni. Un lavoro a tratti sfiancante che ha contribuito a far risultare JP il giocatore che ha ricevuto maggior pressione durante la partita – 77.79%, secondo le statistiche della Lega Serie A – ma soprattutto a far arrivare spesso stanco il giocatore nei pressi degli ultimi metri della porta avversaria.
Risultati
È vero che il Cagliari è riuscito a mettere insieme, dallo scorso 6 gennaio, sei risultati utili su sette partite. Ed è forse per questo, oltre che per la crescita di condizione di Pavoletti e la rinascita di Gaston Pereiro, che l’assenza nei tabellini del nome del capitano isolano è apparsa meno pesante. Con l’uruguaiano da compagno d’attacco, come avvenuto nelle ultime tre occasioni, Joao Pedro è sembrato patire maggiormente il lavoro spalle alla porta e quello senza palla in fase di possesso, finendo per essere meno dentro la parte finale delle azioni rispetto a quando in coppia con attaccanti più di peso come Pavoletti. Dopo aver iniziato la stagione con al proprio fianco Keita Balde, il nativo di Ipatinga è passato in un breve lasso di tempo a doversi adattare a due diversi spartiti tra il livornese e il numero 20 rossoblù. Il dialogo tutto basato sulla tecnica con El Tonga, che ha ricoperto tranne che in occasione di Bergamo il ruolo di filo rosso tra centrocampo e attacco, fino a ora non è arrivato a dare qualcosa di concreto: i segnali di miglioramento però ci sono, viste le due occasioni per il numero 10 create proprio dal mancino di Pereiro.
Una questione di tempo o di spazi da dominare in maniera diversa. Resta il fatto che, nonostante le difficoltà, di Joao Pedro il Cagliari non possa privarsi. Tra lavoro sporco e rifinitura per gli altri, sarà necessario ritrovare il momento per far valere la legge del gol. Quella conosciuta meglio dal capitano ma anche la più importante per continuare a percorrere la strada verso la salvezza.
Matteo Cardia