Un gol come il più classico dei colpi di scena che cambia tutto quando meno te lo aspetti. In un attimo la Serie B si trasforma in Serie A, in un momento la rabbia per un passato poco incline al proprio favore che diventa euforia. Leonardo Pavoletti al San Nicola di Bari ha lasciato il segno, un’altra volta, nella storia recente del Cagliari. Dando così vita a dei sentimenti contrastanti che potrebbero influenzare le scelte sul futuro.
Passaggi
La decisione di restare dopo la retrocessione in cadetteria era stata quasi semplice per Pavoletti, che forse più di altri sentiva il peso di una salvezza che i rossoblù avevano visto scivolare dalle proprie mani a Venezia. Meno certa era invece la visione di una società che era stata vicina a cederlo anche sul finire del calciomercato, quando proprio il Bari poi diventato sua vittima nel momento più importante della stagione si era fatto vivo per dargli un ruolo importante nel suo attacco. Un’operazione sfumata, che poi ha fatto sì che Pavoletti diventasse inizialmente un’alternativa a gara in corso per Liverani, prima che anche il tecnico romano decidesse di provare a rialzare i rossoblù attraverso il contributo più continuo del livornese. Cinque i gol nell’era dell’allenatore ex Parma, tra cui una doppietta contro il Perugia in casa che sembrava aver segnato una rottura con il pubblico isolano comunque scontento delle prestazioni della squadra. Problematiche risolte poi dall’arrivo di Ranieri, che sembrava anche essere l’inizio di una nuova stagione da protagonista sull’Isola per l’attaccante. La chiara intenzione di schierarlo in coppia con Lapadula e il gol all’esordio del tecnico ex Leicester contro il Como sembravano essere il manifesto della nuova via. Un progetto rimasto però solo un’idea a causa di una caviglia che per lungo tempo ha costretto il capitano rossoblù a rimanere lontano dal campo. Un periodo complesso, in cui il Cagliari ha trovato le proprie contromisure soprattutto grazie al fiuto del gol di Lapadula, ma che ha visto il livornese avere difficoltà a trovare la condizione ideale e il gol. Almeno prima dei playoff, quando sono bastati quattro minuti per tornare a dare gioia ai tifosi rossoblù.
Bivio
Il gol al 94’ contro il Bari ha dato un altro senso alla stagione del Cagliari, anche alle sofferenze che hanno preceduto la gioia. Ma ha reso diverso anche il quadro futuro che si presenta davanti a un Pavoletti che dovrà decidere insieme alla società il suo avvenire. L’affetto ritrovato del pubblico cagliaritano potrebbe confliggere con quello che è lo spazio che il livornese potrebbe avere in Serie A e quello che invece vorrebbe avere. Il dialogo con Ranieri e il pre-ritiro di Asseminello, prima della partenza verso i lavori di Chatillon previsti dal prossimo 24 luglio, potrebbero essere le prime necessità per capire quale strada prendere. “Chiudere la carriera a Cagliari? Ne parleremo con il mister e con il direttore. Sono rimasto a Cagliari per riportare i rossoblù in A ma speravo di giocare anche di più, sono sincero. Vedremo se in Serie A ci saranno gli stessi progetti”, aveva affermato Pavoletti a caldo nel post partita di Bari. Parole di un giocatore che sente ancora tra gambe e testa la capacità di essere determinante per una squadra, malgrado il fisico a volte abbia posto diversi ostacoli nel suo percorso in rossoblù. Il valore specifico della rete contro i Galletti e il legame del giocatore e della sua famiglia con la città renderebbero tuttavia una eventuale cessione un colpo basso a livello emotivo. Senza dimenticare i gol pesanti negli anni precedenti, da quello che è valso la salvezza nel 2018 fino ai gol decisivi per la permanenza in Serie A con Semplici, e l’esperienza nel proprio bagaglio, che potrebbero diventare ulteriori fattori utili a convincere il Cagliari a fare la propria offerta per la prossima stagione. Anche se l’idea di ringiovanire la rosa mostrata dalle prime idee di mercato e dall’arrivo di Sulemana potrebbero influenzare le scelte. Un vero e proprio bivio tra sentimenti e futuro, che il Cagliari e Pavoletti dovranno decidere se affrontare insieme o lasciare che ognuno percorra la propria strada.
Matteo Cardia