E voi credete nel destino? Chi vi scrive ha iniziato a crederci davvero prima in una dolce serata di Parma e poi definitivamente in una calda, afosa e incredibilmente anche piovosa, nottata a Bari. Non è semplicemente questione di fortuna o sfortuna, ma piuttosto è una sottile sfumatura nel capire il proprio momento, cogliere il famoso attimo quando la sorte presenta un’occasione favorevole. Per mesi il Cagliari aveva perso quella che è una dote che ha reso famoso in tutto il mondo pallonaro il proprio allenatore, Claudio Ranieri. Ma nel momento del “se non ora quando”, nell’ultimo bivio possibile prima della fine della carreggiata, i rossoblù sono tornati a saper leggere le stelle e ad Empoli hanno trovato non solo una perfetta congiunzione astrale, ma anche il giusto cinismo e la giusta cattiveria per prendere al volo un treno salvezza che probabilmente non sarebbe più passato dalla stazione Cagliari.
Scelta
Aiutati che il ciel ti aiuta. Un famoso modo di dire popolare che calza a pennello con la stagione 2023-24 del Cagliari in Serie A. Una squadra creata con riconoscenza verso i giocatori che hanno centrato l’insperato e immediato ritorno in massima serie dalla B, più l’aggiunta di alcuni giovani di prospettiva e di alcuni veterani conosciuti e voluti da Claudio Ranieri. Con una spruzzata di profili internazionali pescati in Olanda e Francia che però per il momento non hanno lasciato il segno. Insomma, una squadra dalle modeste esperienze nella categoria e con un tasso tecnico che non va oltre la lotta per la permanenza in A. E infatti i problemi, sia tattici che mentali, non hanno tardato ad arrivare. Un’altra qualsiasi squadra del campionato avrebbe già rivoluzionato da mesi, soprattutto a livello di progetto tecnico in panchina. Non è un caso che delle ultime otto della generale in quattro abbiano cambiato tecnico almeno una volta, poi c’è chi come Salernitana ed Empoli che ha già testato tre allenatori diversi in ventisette giornate. Inoltre delle ultime tre della classifica, quelle che al momento sarebbero retrocesse, il Cagliari è l’unica a non aver neanche mai preso in considerazione di esonerare l’uomo alla guida della panchina.
Cambio
E d’altronde Ranieri con la mossa delle dimissioni dichiarate al suo spogliatoio nel post Lazio (sconfitta 1-3 alla Domus), prontamente rigettate da tutto il gruppo squadra, ha confermato che l’ostinata convinzione nel tecnico romano di gran parte dell’ambiente rossoblù non è solo un atto dovuto di riconoscenza, ma proprio un atto di fede purissima. “Se c’è un uomo che può salvare il Cagliari questo è solo Claudio Ranieri”. Frase che ha ripetuto l’ultimo dei tifosi occasionali al bar fino al presidente Tommaso Giulini. E in effetti nel momento di minore comprensione da parte della piazza cagliaritana nel suo progetto tecnico e nelle sue scelte dalla panchina Ranieri ha saputo togliere dal cappello l’ennesimo coniglio: tre risultati utili consecutivi, prima vittoria esterna e corsa salvezza riaperta con enorme fiducia ritrovata dai suoi uomini. E da questi dettagli che si capisce la differenza tra la semplice fortuna e il capire quando arriva il proprio momento. Da buon romano Ranieri, come gli antichi aruspici, è stato pronto a sacrificare se stesso per intuire i segnali del futuro da salvezza dei suoi. Una strada che sicuramente rimane tutto tranne che facile, ma il Cagliari sembra aver ritrovato quella dote che lo ha riportato in Serie A: saper aspettare con ordine e cinismo il giusto momento per fare sua una partita. E scusate se è poco. Insomma, voi credete al destino? Claudio Ranieri sicuramente sì.
Roberto Pinna














