Sulle vittorie del Cagliari, sin dal 27 gennaio, c’è sempre stata la sua firma. Quasi come se fosse impossibile che i tre punti potessero arrivare senza una sua rete. Una dipendenza vera e propria, e che come tale in alcune occasioni ha mostrato il proprio lato più infausto. Nell’ultimo turno contro la Ternana però qualcosa è cambiato. Perché i rossoblù sono tornati a vincere senza che Gianluca Lapadula mettesse un pallone alle spalle del portiere avversario come non accadeva da più di tre mesi. Con il contributo sotto porta che è arrivato da quegli altri reparti chiamati ad alzare il loro apporto alla scalata al quarto posto.
Lavoro
“Oggi Lapadula non ha segnato, voi mi massacrate perché segna solo lui e oggi gli ho detto: non segnare! (scherza, ndr). Scherzo perché sono contento”, ha affermato Claudio Ranieri al termine della sfida vinta 2-1 con gli umbri. Chi vive per il gol non vorrebbe mai fermarsi, è risaputo. Ma l’assenza di Lapadula dal tabellino dei marcatori era quel segnale che il tecnico romano attendeva. Sia per avere un sintomo di affidabilità e fame dal resto della squadra, che per dare respiro al proprio numero 9, che nelle ultime uscite – salvo quella di Parma – aveva visto interrompersi la propria connessione con il gol anche a causa del troppo peso di responsabilità offensive sulle proprie spalle. Condizioni che non hanno reso tuttavia meno fondamentale il lavoro della punta peruviana per far arrivare il Cagliari alla meta desiderata contro la squadra di Lucarelli. La rete di Deiola nasce dalla sua voglia di combattere in mezzo all’area, mentre il gol di Zappa che deciso la partita passa anche dall’attacco del primo palo del “Bambino”, capace di far collassare gran parte della difesa umbra sul traversone rasoterra di Luvumbo e di permettere così all’ex Pescara di battere Iannarilli. E poco importa allora se Pohjanpalo con il poker contro il Modena ha deciso di raggiungerlo in vetta alla classifica marcatori a quota 17 reti stagionali. Perché i tre punti in più in graduatoria hanno significato per i rossoblù avvicinare quel quarto posto diventato ormai obiettivo finale. Senza tralasciare il fatto che un nuovo concorrente per la testa della classifica marcatori potrebbe essere più uno stimolo che un problema per l’idolo della tifoseria andina.
Ritorni
Una sfida per cui però sarà fondamentale il riadattamento alla convivenza con Leonardo Pavoletti. I problemi fisici del livornese hanno rallentato il piano di Ranieri di affidarsi in maniera continua a quelle definite già alla prima conferenza da allenatore del Cagliari come “due bocche da fuoco”. Con l’intenzione che si è tramutata in realtà dal primo minuto solo in due occasioni con il tecnico romano in panchina: la prima volta contro il Como, alla prima uscita del girone di ritorno e l’ultima proprio contro gli umbri domenica 30 aprile. Occasioni che si aggiungono alle tre avute durante l’era Liverani nel girone d’andata: gare in cui Lapadula ha messo a segno una rete, mentre il numero 30 quattro delle sue sei totali. Numeri – a cui si aggiunge la rete segnata contro il Como lo scorso 8 gennaio dall’attaccante ex Napoli – che dimostrano come il lavoro del capocannoniere del campionato abbia fruttato per il compagno di reparto. Poco tempo e soprattutto poca costanza hanno però influito su quanto accaduto nel prosieguo del campionato, con Lapadula che ha dovuto fare di necessità virtù e calarsi nella parte di unico terminale offensivo della squadra. E le conseguenze si sono così rivelate anche nell’ultima uscita contro le Fere, con i due che hanno avuto più di qualche difficoltà a trovare la giusta condivisione di spazi e compiti, complice anche la condizione ancora non ottimale di Pavoletti. È per questo che l’entrata in campo di Luvumbo ha regalato la possibilità di vedere un Lapadula più padrone dell’area e di conseguenza protagonista nella gara. Evidenze su cui Ranieri e il duo offensivo dovranno lavorare per arrivare a un’intesa ideale da sfruttare in dei playoff in cui esperienza e fame potranno fare la differenza. In attesa di un altro rientro fondamentale per i rossoblù, sia in zona gol che per i compiti di rifinitura, quello di un Marco Mancosu la cui assenza anche nell’ultima uscita si è fatta sentire. Con la capacità di vedere e creare spazi e il carisma del numero 5 che potrebbero essere il classico jolly in dei playoff cui i rossoblù proveranno a far valere le proprie ritrovate ambizioni.
Matteo Cardia