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Cagliari | Non solo sudore, ma anche qualità: Nicola scopre un nuovo Deiola

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La corsa non era mai mancata, probabilmente la sua qualità più utile in mezzo al campo. L’altra faccia della medaglia è sempre stata quella che mostrava le difficoltà tecniche oltre al deficit di personalità nel proporsi nel gioco. Per questo Alessandro Deiola è sempre stato nel mirino della critica, tra l’aspetto dell’essere cresciuto con la maglia rossoblù e il detto nemo propheta in patria che è diventato un fardello più che una caratteristica positiva. Nel Cagliari che ha pareggiato contro il Milan, però, il sangavinese ha scacciato i dubbi nati dall’assenza di Michel Adopo in mediana e lo ha fatto con una prestazione non solo di livello per ciò che lo ha sempre contraddistinto, ma soprattutto per una qualità fino ad allora mancata.

Qualità
C’è un dato che spiega benissimo l’ottima gara disputata da Deiola contro i rossoneri. Nelle dieci presenze in Serie A in questa stagione il centrocampista rossoblù, partita contro il Milan inclusa, ha registrato una percentuale di passaggi riusciti pari al 76%. Bene, nella serata della Unipol Domus di fronte alla squadra di Paulo Fonseca Deiola ha messo a referto 36 passaggi completati, ben il 92% rispetto a quelli tentati, innalzando notevolmente la qualità rispetto alla media stagionale e risultando – tolti Zappa e Palomino con il 93% – il migliore del Cagliari. Ci sono poi altri dettagli che hanno confermato quelle che sono le sue caratteristiche già note, partendo dai 12,6 km percorsi – il dato più alto tra chi è sceso in campo in assoluto – fino ad arrivare ai 4 recuperi (il doppio della media stagionale), oltre a un’altra statistica tecnica che risalta particolarmente, quella dei passaggi riusciti nella trequarti avversaria, ben 8, il migliore del Cagliari. Una dimostrazione di affidabilità totale che ha sorpreso, perché se da una parte è nota l’abnegazione del sangavinese, dall’altra la nota dolente della precisione e della velocità con la palla hanno sempre fatto storcere il naso ai più. A maggior ragione pensando a chi andava a sostituire in mezzo al campo, ossia quell’Adopo che era ormai diventato elemento fondamentale in mediana sia per fisicità che per tecnica e che, grazie alla prestazione di Deiola, non è mancato contro Milan quanto ci si sarebbe aspettati. Per il capitano rossoblù, dunque, una sorta di rivincita che, però, dovrà passare dall’appello della conferma. Perché tra le mancanze storiche di Deiola c’è anche quella della continuità, a volte nascosta da reti pesanti – come nel 2021-22 – altre dall’alibi di essere l’unico disponibile in mezzo al campo, costringendo allenatori e osservatori a fare buon viso a cattivo gioco. Se però il numero 14 del Cagliari riuscisse a ripetere anche nel futuro quanto visto contro il Milan dal punto di vista tecnico, ecco che le soluzioni per Nicola aumenterebbero, con Deiola che passerebbe da riserva da utilizzare in caso di necessità a vera e propria alternativa pronta a farsi spazio tra le rotazioni.

Risposte
“Le critiche? Sino a quattro anni fa ci soffrivo tanto, mi faceva molto male. Poi ho raggiunto un livello di maturità importante, ho iniziato a fregarmene. Quello che ho imparato è che conta il giudizio di chi c’è in squadra e della società, non do più importanza a certi commenti”. Era il 16 luglio, la squadra da poco al lavoro al centro sportivo di Assemini e Nicola aveva appena cominciato il suo percorso in Sardegna dopo l’addio di Claudio Ranieri. Deiola si poneva così di fronte alla domanda sulle critiche spesso ricevute dall’ambiente, calciando palla avanti e rispedendole al mittente, pur nella consapevolezza di non poter piacere a tutti. Ma anche con quella di dover migliorare in alcuni aspetti di campo. Uno su tutti quello della finalizzazione, perché tolto il gol messo a segno nell’ultima giornata della passata stagione contro la Fiorentina – gara sostanzialmente inutile – il sangavinese ha perso quel feeling con la porta avversaria che lo aveva contraddistinto nelle annate precedenti. Tre quelli messi a referto in Serie B, soprattutto quattro quelli nell’anno della retrocessione, tutti da tre punti a eccezione di quello nella sconfitta 4-1 di San Siro contro il Milan. E per un giocatore che ha mostrato un miglioramento sostanziale nell’ultima gara contro i rossoneri, ritrovare la via del gol diventa giocoforza il passo successivo. “Il mio obiettivo? Giocare più spesso possibile e cercare di fare qualche gol o assist in più. Ma quello principale è quello di essere il più utile possibile alla squadra, metto il Cagliari davanti a tutto, se raggiungeremo gli obiettivi di squadra avrò raggiunto anche i miei”. E proprio i traguardi cercati dai rossoblù – salvezza su tutti – passano anche dal capitano e dalla sua crescita. E dopo un mercato che ha portato tanta concorrenza – da Adopo a Marin, senza contare l’atteso salto di qualità di Prati – anche Nicola ha scoperto ciò che hanno scoperto prima di lui i vari Ranieri, Liverani, Mazzarri e Semplici: piaccia o no, Deiola è elemento fondamentale del gruppo e la sua importanza va al di là del solo aspetto tecnico. In fondo, che parta dietro nelle gerarchie o meno, il sangavinese ogni stagione colleziona presenze su presenze. E se continuerà la crescita in qualità mostrata contro il Milan ecco che anche le critiche e i dubbi saranno fugati: forse la più grande vittoria personale per il numero 14 rossoblù.

Matteo Zizola

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