Fantasia, corsa, duttilità. Gaetano Oristanio è stato l’ultimo annuncio in casa Cagliari. Una trattativa burocraticamente lunga con l’Inter (qui per i dettagli), ma che alla fine ha visto il classe 2002 arrivare in Sardegna. Con l’obiettivo di provare a fare il grande salto, sotto la guida di chi come Claudio Ranieri potrebbe plasmare definitivamente il suo talento.
Passato
Era dalla sessione estiva del mercato 2019-20 che il Cagliari non prendeva il rischio di un’operazione con la formula del prestito con diritto di riscatto e controriscatto. Allora fu Riccardo Sottil ad arrivare sull’Isola dalla Fiorentina. Altro giovane di prospettiva, altro giocatore abile che sugli esterni, proprio lì dove Oristanio potrebbe agire, finì per far bene soprattutto nella prima parte del campionato. In una stagione che poi divenne complicata, sia per l’andamento non positivo della gestione Di Francesco e l’approdo di dettami tecnici diversi con Semplici nella seconda parte in cui per i rossoblù arrivo una salvezza insperata, Sottil riuscì a conquistare la fiducia di entrambi i club. Il Cagliari decise di riscattarlo per 10 milioni, con la Fiorentina che poi però esercitò il suo diritto di controriscatto fissato a quota 12, facendo guadagnare la differenza al club isolano, premiato così per la valorizzazione. Uno scenario da mettere in conto anche per il giocatore in arrivo dal club nerazzurro anche se prima a parlare dovranno essere i campi di una Serie A di cui il giocatore campano dovrà imparare a conoscere il peso.
Poliedricità
In Olanda, in un Volendam che aveva già fatto bene a un altro prospetto scuola Inter come Samuele Mulattieri, nelle ultime due annate Oristanio ha trovato il terreno fertile per adattarsi al calcio dei grandi tra seconda serie ed Eredivisie. Ma anche per imparare a occupare diverse zone del campo. A svariare dietro le punte, ruolo quasi naturale testimoniato da una 10 sulle spalle portate più volte durante i suoi ultimi anni di carriera, ma anche ad agire da prima punta e soprattutto sugli esterni, sia sulla corsia mancina che su quella destra, a piede invertito. Una soluzione, quest’ultima, che Claudio Ranieri è sembrato non voler escludere sin dalla prima giornata di allenamento in gruppo per Oristanio. Con l’ex Inter che nella prima partita interna dell’anno ha inizialmente agito proprio largo sulla fascia destra, in un simil 4-4-2 in cui però i compiti erano più marcatamente offensivi. Una prima fase a cui poi si è unita una seconda giocata chiaramente sulla linea degli attaccanti, con Ranieri che ha invitato il giocatore a chiamare con convinzione il pallone. Un richiamo, ma anche una testimonianza di come il tecnico romano possa credere fortemente in un giocatore che fa della qualità tecnica la sua forza principale. Piede mancino più che educato, capacità di saltare l’uomo, tiro dalla distanza, ma anche una buona accelerazione in conduzione di palla verso la porta avversaria. Queste le caratteristiche (qui per approfondire ulteriormente) che potrebbero far comodo al Cagliari su ambo i lati oltre che in più quadri tattici che Ranieri proverà a disegnare. Perché il classe 2002 potrà offrire carte differenti rispetto ai due uomini, Jankto a sinistra e Nandez a destra, che sembrano essere destinati a essere padroni delle rispettive corsie. Ma anche diventare un’alternativa concreta a Marco Mancosu, sotto la cui ala il giocatore potrà continuare a crescere e avere il tempo di acquisire confidenza con una categoria ancora da scoprire. Con Ranieri che invece dalla panchina proverà a forgiare il talento del giovane campano e portarlo a maturazione, passando per un lavoro che possa renderlo funzionale a un sistema ancora da perfezionare ma che ha come unico intento quello di trovare con tranquillità la salvezza a cui aspira.
Matteo Cardia














