E alla fine arrivò la rottura. Questo il riassunto del nuovo capitolo della telenovela Nahitan Nández. Una scelta, quella del giocatore di non partire per la trasferta di Maiorca, che avrà delle conseguenze. Quali, al momento, non è prevedibile come non era prevedibile l’evoluzione della vicenda.
Scontro
Immaginare un muro contro muro di questo tipo tra il León e la società rossoblù non era preventivabile, ma comunque era una possibilità, seppur remota. La volontà del giocatore di raggiungere Milano per completare il trasferimento all’Inter nota da tempo, così come da tempo è nota la promessa fatta dal presidente Tommaso Giulini a Nández per una cessione che attendeva soltanto la fumata bianca. Il problema, in questi giorni, è stata la quadra non trovata tra nerazzurri e Cagliari e ora, con la prossima partenza di Lukaku, le parti sembrano addirittura più distanti. Un tira e molla che ha probabilmente indispettito il giocatore, che sulla parola data dal patron rossoblù aveva fatto affidamento fino all’ultimo capitolo della saga. Anche perché, come si dice, una promessa è debito e dopo aver messo da parte i problemi personali in nome della complicata salvezza da raggiungere, Nández aveva raccolto da Giulini la garanzia di poter cambiare aria quest’estate. Anche se da parte della società, legittimamente, la partenza del León non può avvenire a qualsiasi costo.
Ventiquattr’ore di fuoco
“Nández non si è presentato alla partenza per Maiorca senza concordare questa scelta con la società. Certamente avere atteggiamenti irrispettosi non potrà che irrigidire la posizione del nostro presidente che non accetterà mai questo tipo di forzatura”, queste le parole di Stefano Capozucca rilasciate a TMW dopo l’arrivo in Spagna. I dettagli della querelle però andrebbero oltre. Il tutto sarebbe cominciato alla vigilia della trasferta per l’amichevole contro il Maiorca, quando prima dell’allenamento e della diramazione dei convocati per la gara, Nández avrebbe chiesto un incontro proprio al DS rossoblù. Il giocatore preme per la cessione, ricordando la promessa fatta dal presidente Giulini e quanto dato per il raggiungimento della salvezza nonostante le difficoltà personali. Anche perché a Milano c’è un contratto da 3 milioni netti ad attenderlo, in pratica il doppio di quanto percepisce in Sardegna. Con il suo nome presente nel gruppo in partenza per la Spagna, probabilmente decisione inattesa dal giocatore dopo aver fatto presente le sue perplessità, Nández avrebbe così deciso di rilanciare la palla sul campo opposto non salendo sull’aereo verso l’isola delle Baleari.
E adesso?
Il futuro a questo punto diventa incerto. Il muro contro muro non fa bene a nessuno, né al giocatore né al Cagliari. Forzare la mano potrebbe aver creato un effetto domino con ripercussioni importanti anche sull’affare con l’Inter, pur se la volontà del calciatore, normalmente, fa la differenza. Difficile pensare a un Nández che resta in Sardegna da separato in casa, ma è altrettanto complicato pensare che la società rossoblù possa fare spallucce di fronte alla scelta del giocatore di giocare la propria partita fino in fondo a costo dello scontro. Senza dimenticare che la stessa decisione del Cagliari di includerlo nella trasferta di Maiorca possa aver forzato la mano nella direzione intrapresa dalla vicenda nelle ultime ore. A questo punto ci si attende l’uscita allo scoperto del presidente Tommaso Giulini, chiamato in prima persona a prendere in mano la patata bollente. Comunque vada sarà un insuccesso, almeno dal punto di vista della gestione della vicenda. Da qualunque parte la si guardi. E, dopo la querelle Godín, non sembrava essercene il bisogno.
Matteo Zizola