È pensiero comune che ogni squadra debba partire da uno o più leader, una spina dorsale dalla quale dipendono i successi o i fallimenti di una stagione. A volte basta un solo giocatore ad accendere o spegnere una scintilla, a creare i presupposti per un gruppo che possa andare oltre le proprie possibilità, un elemento imprescindibile non solo in campo ma anche nello spogliatoio fino al rapporto con l’ambiente.
Radja Nainggolan è l’esempio di quello che può rappresentare un singolo calciatore per una piazza come Cagliari non solo per le indiscusse qualità tecniche e tattiche, ma per tutto ciò che la sua presenza porta con sé. Solo un anno fa rivedere il Ninja in maglia rossoblù sembrava puro fantacalcio, un’utopia in quanto tale irrealizzabile che da un giorno all’altro diventò realtà anche grazie a una concatenazione di eventi unica nel suo genere, i problemi personali a richiamarlo in Sardegna e un amore mai nato con Conte – e con la nuova dirigenza rappresentata da Marotta – dopo che Spalletti aveva fatto carte false per portarlo all’Inter.
Oggi Nainggolan è sempre più vicino a diventare la bandiera del Cagliari, l’accordo con Giulini trovato con il mare sullo sfondo, uno stipendio da favola per le casse rossoblù a dimostrarne l’importanza unica per le alchimie della squadra e mantenere una promessa fatta a Di Francesco dal presidente per potersi sedere sulla panchina come nuovo condottiero. Un accordo pluriennale, oltre tre milioni di buoni motivi a stagione per scacciare la concorrenza e soprattutto per convincere il Ninja a togliersi dalla testa il sogno di un ritorno a Roma, l’unica destinazione possibile oltre Cagliari.
Nel calcio però gli accordi bisogna sottoscriverli in tre e al tavolo manca ancora l’Inter, quell’Inter che di Nainggolan non ne vuole sapere ma che allo stesso tempo non vuole mettere a bilancio una forte minusvalenza dopo l’esborso spallettiano di due estati fa. Il più è fatto, Giulini ha convinto il Ninja e ora la palla passa a Marotta e compagnia, le soluzioni sembrano essere tre e in attesa che i nerazzurri terminino l’Europa League si lavora sulle possibili carte da giocare.
Non è un mistero che Alessio Cragno sia nei radar dell’Inter e il portiere di Fiesole è uno dei papabili per risolvere il nodo Nainggolan, anche se la valutazione data dal Cagliari pari a 35 milioni di euro non ha incontrato reazioni positive da Milano. Giulini non scende, il rilancio con ulteriori contropartite per abbassare la quota cash ha trovato il muro nerazzurro, Godin non sembra potersi muovere e Ranocchia è stato bloccato da Conte. L’offerta di 12 milioni più il cartellino del Ninja non basta ed ecco che un altro giocatore è entrato tra le possibili contropartite, quel Nahitan Nández che tanto farebbe comodo al tecnico nerazzurro, ma per il quale il Cagliari chiede i 36 milioni della clausola rescissoria senza scendere di un centesimo. Il León, inoltre, ha richieste in Inghilterra, c’è sempre la suggestione Napoli, infine c’è la remota possibilità che possa restare un altro anno in Sardegna e convincerlo ad accettare la corte dell’Inter passerebbe anche da un ingaggio offerto oltre i 2 milioni a stagione.
Quella che sembrava la possibilità meno attuabile potrebbe invece diventare realtà, ovvero che il Cagliari acquisti Nainggolan senza inserirlo in nessun altra trattativa. L’Inter non vorrebbe scendere sotto i 12 milioni, Giulini forte della volontà del giocatore starebbe pensando a tagliare la testa al toro e affondare il colpo sulla base di due rate da sei milioni chiudendo così il giro senza sacrificare né Cragno né Nández, pur se ciò non escluderebbe una cessione successiva di uno o di entrambi i gioielli. Nainggolan è comunque pronto a sposare la maglia rossoblù, già da domani farà parte del ritiro di Aritzo anche se ancora da giocatore in prestito grazie all’accordo con l’Inter, poi dopo la scadenza del 30 agosto il Ninja dovrebbe comunque restare in Sardegna e questa volta per non lasciarla mai più.
Matteo Zizola