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Cagliari, momento chiave: la rincorsa di Mazzarri non si ferma a Empoli

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Un punto perso o un punto guadagnato? Già il fatto di porsi il dilemma al termine della sfida del Castellani contro l’Empoli per il Cagliari è un positivo punto di partenza rispetto al passato. In questo 2022 la squadra di Walter Mazzarri in sei gare ha raccolto 11 punti ma soprattutto ha perso solo una volta, all’Olimpico contro la Roma (per 1-0 e su rigore per i giallorossi). Inutile girarci troppo intorno: i rossoblù commentati negli ultimi mesi del 2021 non avrebbero mai preso punti contro l’Empoli visto domenica 13 in Toscana.

Testa

La reazione agli episodi, la capacità di saper soffrire ma soprattutto l’abilità di fare punti anche in maniera sporca e cattiva quando l’avversario concede qualcosa. Sono questi i segnali che possono fare sperare dopo il pari del Castellani, per un gruppo che ha ancora tanta strada da fare per rendere concreta la rincorsa salvezza per il secondo anno di fila. Sotto il pressing e il forcing dell’Empoli visto nella seconda metà del primo tempo con ogni probabilità il Cagliari fragile nella fiducia e nelle certezze in campo dell’autunno sarebbe andato in tilt subendo più di un solo gol. Invece i ragazzi di Mazzarri aiutati dalla recente continuità di risultati hanno saputo sbuffare e attendere fino a trovare il momento di svolta della gara nella ripresa. Questo non vuol dire che i sardi non continuino a commettere errori da matita blu, vedasi le distanze sballate a centrocampo nel primo tempo, un Marin a cui si chiede di cantare e portare la croce che ha iniziato a sbagliare palloni non da lui, una difesa che ha faticato a trovare i giusti ingranaggi in alcuni passaggi e una coppia Pereiro-Joao Pedro in avanti che, anche se supportata da Dalbert, non ha pienamente convinto. Però la testa e lo spirito sembrano ora quelli da salvezza che da tempo la piazza chiedeva alla squadra. E ripensare adesso al 4-0 subito in casa dall’Udinese prima di Natale riporta indietro il tempo molto di più di quello che dice il conto dei giorni effettivo sul calendario.

Momenti chiave

Cagliari-Empoli si può vivisezionare in tre momenti topici. Il primo, può fare sorridere a dirlo ma è vero, è stato l’infortunio dell’arbitro. Lo ha detto Walter Mazzarri in conferenza stampa tra le risate dei cronisti ma l’approccio a mille chiesto alla squadra alla vigilia in risposta al non accontentarsi dopo il successo di Bergamo c’era stato. Il Cagliari era partito meglio dell’Empoli, con l’imbucata pronti via di Dalbert per Joao Pedro e conseguente giallo a Stojanovic per un fallo quasi al limite. Poi al 12′ lo stop per oltre cinque minuti ha cambiato l’inerzia della gara a favore dei toscani. Aiutati anche dal secondo momento chiave: l’infortunio di Lovato. Il fastidio al flessore che spaventa Mazzarri – “Ho paura di averlo perso a lungo” ha detto il tecnico toscano a fine gara – ha costretto i rossoblù a rivedere una difesa priva anche di un Carboni arrivato al Castellani fuorigioco a causa di una caviglia gonfia che lo ha tenuto a riposo nella rifinitura e poi in panchina nel giorno gara. L’esperimento Goldaniga al centro ha convinto meno, meglio nella ripresa con Ceppitelli da centrale. Molto bene invece la prova dello stesso Goldaniga nella seconda parte di gara da braccetto di destra con compiti offensivi e di costruzione. Un’arma in più dalla difesa che il Cagliari non ha mai avuto in stagione. Il terzo momento di svolta della sfida è stato l’ingresso di tutti gli attaccanti in panchina. Keita e Pavoletti tutti insieme appassionatamente. Un messaggio forte dato alla squadra, ma soprattutto la carta Pavoletti che quando il pallone diventa pesante è ormai una certezza per questa squadra. “Avrei voluto inserire Leonardo anche 10-15 minuti prima, ma avevo già usato uno slot per Lovato e ho dovuto cambiare i piani” – ha confessato a fine gara Mazzarri. E di fatto l’ingresso del livornese con la sua voglia e il suo peso dentro l’area di rigore hanno dato ai sardi un attacco alla profondità diverso rispetto al palleggio del duo Joao-Pereiro. Non a caso lo stesso Pavoletti dopo la rete del pari ha avuto anche l’occasione del 2-1 con un colpo di testa, su assistenza di Pereiro, che è uscito di pochissimo a lato.

Fiducia

A fine partita Mazzarri ha chiuso la sua conferenza stampa con una confessione netta: “Al di là del rammarico o meno di oggi con l’Empoli, quello che mi dispiace di più è aver buttato il girone d’andata. La squadra ci ha messo più tempo del previsto a seguirmi. Ma questo è tutto un altro Cagliari e mi dispiace per il tempo perso perché se ci fossimo arrivati a questa condizione un po’ prima avremmo potuto toglierci altre soddisfazioni. Ora però restiamo concentrati sul nostro obiettivo”. Ecco il tempo, uno dei punti chiavi del passato, del presente e del futuro a tinte rossoblù. Per lunghi tratti nella prima parte di stagione il Cagliari lo ha allungato, stancato e stiracchiato con prestazioni simili, sempre sotto tono e senza una vera scintilla che accendesse tifosi e spogliatoio. Poi dopo l’Udinese, forse l’ennesimo schiaffo che serviva a questa formazione, gli isolani hanno accelerato divertendosi a correre con il tempo a suon di prestazioni di cuore e con diversi punti pesanti raccolti. Basti pensare che in 6 partite ci sono state più gioie che in 19, vallo a spiegare. Ora però arriva il difficile: gestire il tempo. Quello che separa la formazione di Mazzarri dalla fine della Serie A, con una salvezza da conquistare il prima possibile, ma anche il tempo che separa la dirigenza da una nuova costruzione e progettazione del futuro. L’anno scorso la permanenza in massima serie con Leonardo Semplici portò alla strategia della polvere sotto il tappeto, con alcuni problemi mai risolti e un progetto tecnico non pienamente apprezzato che infatti è stato messo alla porta dopo solo tre giornate. Ora servirà una nuova programmazione perché dopo tanto tempo a maggese un primo germoglio nel terreno del Campidano si inizia a vedere. La sfida sarà farlo crescere forte e robusto.

Roberto Pinna 

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