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Cagliari | Miracoli e numeri da top player: ora la Nazionale deve pensare a Caprile

Elia Caprile durante Cagliari-Parma | Foto Luigi Canu
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Diceva così Elia Caprile dopo la vittoria contro il Parma dello scorso 13 settembre in merito a una possibile convocazione in Nazionale: “Passa da quello che faccio a Cagliari, quindi il mio focus è solo sul Cagliari”. Da quel match, il primo successo dell’era Pisacane in cui le parate del classe 2001 si rivelarono decisive, già più volte nel corso dell’attuale Serie A 2025-26 il portiere di Verona si è meritato l’epiteto di “Sant’Elia” per i contributi offerti alla causa rossoblù. E proprio nella sua città natale l’estremo difensore è stato protagonista di un’altra prestazione che ha permesso ai suoi di tornare in Sardegna con un punto e che mette ulteriormente pressione al ct Gennaro Gattuso in vista dei prossimi impegni azzurri di novembre.

Numeri
Il solo clean sheet confezionato fino a questo momento (il 2-0 casalingo contro il Parma alla terza giornata) potrebbe trarre in inganno chi non ha visto queste prime otto partite di campionato dei rossoblù, perché se gli uomini di Pisacane si ritrovano ora con 9 punti gran parte del merito è proprio del portiere arrivato dal Napoli lo scorso gennaio. Anche nell’ultima trasferta di Verona, Caprile è stato decisivo con quattro parate su sette tiri subiti, di cui almeno tre che hanno evitato al Cagliari di capitolare e compiere le rimonta nel finale: nel primo tempo il doppio intervento su Serdar e Orban, nella ripresa il salvataggio di puro istinto e riflessi su Giovane. Parate che non si limitano solo alla gara contro gli Scaligeri, ma si estendono a tutto questo avvio di torneo. Nelle otto partite giocate da titolare, il veronese ha subito 39 tiri nello specchio della porta, compiendo 29 parate, di cui 19 da dentro l’area di rigore, con una percentuale di salvataggi del 74.4%. Dati che lo collocano dietro solo a Provedel e Muric, e solo dietro al laziale se dovessimo tenere conto degli xG che, secondo le statistiche, i rossoblù avrebbero dovuto subire: 12,0, contro i 10 in realtà incassati. Numeri che, Verona a parte, possono portare alla mente gli interventi su Pellegrino e Cutrone contro i ducali, oppure su Atta e Davis contro l’Udinese: colpi che hanno permesso al Cagliari di portare a casa punti preziosissimi in ottica salvezza. Una permanenza in Serie A che passa dai suoi guanti, le cui orme sono indelebili anche sul quindicesimo posto del 2024-25.

Alle statistiche puramente di gioco si aggiunge una grande dose di personalità, elemento cruciale per un portiere. Caprile è ormai un punto di riferimento per i suoi compagni, dai più esperti ai giovani, come testimoniano le recenti parole del terzo portiere Ciocci: “Per me è bello vederlo lavorare, è un esempio e cerco di rubacchiare il più possibile da lui”. Le lodi non sono mancate anche da altri addetti ai lavori ed ex portieri, con un tema che ormai salta sempre fuori quando si parla del classe 2001: la Nazionale.

Capitolo Nazionale
Già, la maglia azzurra. La “sfortuna” di Caprile è forse quella di giocare in un ruolo che in Italia, attualmente, è parecchio affollato. Dall’insostituibile Donnarumma, per arrivare ai vari Vicario, Meret, Carnesecchi, Provedel, Di Gregorio. La concorrenza è altissima, probabilmente si fa sentire il peso di non giocare in una “big”, ma quale miglior momento di questo per inserirsi nella mischia? La fila è lunga, ma l’infortunio di Meret potrebbe portare il commissario tecnico Gattuso a pensare più a fondo prima di stilare la lista dei 3/4 portieri che prenderanno parte agli impegni di novembre contro Moldova e Norvegia. Nella sua carriera, Caprile ha collezionato solo due presenze con l’Under 21 e una con l’Under 18: una convocazione in Nazionale maggiore sarebbe il giusto premio dopo l’avvio di stagione da “Sant’Elia”.

 Andrea Palagino

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