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Cagliari, mentalità e spirito da trasferta: i segnali per la salvezza

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“A Torino vorrei una prova di maturità da parte del gruppo”. Aveva parlato così alla vigilia della sfida in casa dei granata Walter Mazzarri. Desiderio esaudito per l’allenatore toscano, non solo per il 2-1 dell’Olimpico ma proprio per la prestazione e la mentalità messa in campo dai suoi contro i ragazzi di Ivan Juric.

Coesione

Bellanova prima, Deiola poi. Un successo che certifica anche la forza di un gruppo che può fare a meno del leader assoluto per centrare il risultato. Non c’è più la necessità di affidare ogni speranza salvezza a Joao Pedro, come accadeva fino a qualche mese fa. Il vero messaggio della vittoria di Torino è la dimostrazione da parte del Cagliari di saper lottare di squadra e riuscire a portare a casa un risultato con le unghie e con i denti, anche in maniera sporca e cattiva. Con i granata è stata una lotta intensa e piena di occasioni da gol da una parte e dall’altra. I rossoblù sono stati bravi a chiudersi tatticamente e pungere l’avversario nel primo tempo e poi abili strateghi nella ripresa quando hanno lasciato sbuffare il Toro, hanno subito il pareggio sull’ennesima palla inattiva concessa a cuor leggero, ma hanno anche saputo fare male nel momento migliore dell’avversario in transizione rapida. Un concentrato di fiducia, cinismo e killer instinct che sa di vitamine per la nuova rincorsa salvezza. L’ultima striscia di risultati utili ha fatto trovare al gruppo isolano una consapevolezza diversa, la formazione rossoblù pare meno fragile nella gestione degli episodi. Per capirci, qualche giornata fa probabilmente dopo il pareggio del Torino il Cagliari avrebbe seriamente rischiato di perdere la partita.

Numeri

La trasferta da +3 con i granata, oltre che a sancire la nuova uscita dalla zona rossa in classifica, conferma il momento magico dei sardi nel 2022. Nell’anno nuovo quattro successi, tre pareggi e una sconfitta (1-0 con la Roma all’Olimpico). In totale 15 punti, solo Napoli (18), Juventus (16) e Verona (16) hanno fatto meglio da gennaio. Una mini classifica che dà valore anche all’1-1 strappato in casa dominando per lunghi tratti il Napoli capolista. Uno sprint salvezza ancora tutto da correre e vincere ma che guardando ai numeri recenti lascia ben sperare. Il Cagliari, infatti, è rimasto imbattuto nelle ultime cinque partite di campionato, per i rossoblù si tratta della miglior striscia da quella di sette gare tra aprile e maggio 2021. La vittoria, molto tattica e di testa, su Juric da parte di Mazzarri mette in evidenza anche una nuova forza da trasferta di questa rosa, che lontano dalla Unipol Domus sembra rendere in maniera ancora più efficace nelle ultime settimane. Il Cagliari ha segnato in tutte le ultime tre gare fuori casa di Serie A: tante partite esterne in gol quante nelle precedenti 10, sempre sotto la guida di Walter Mazzarri. Un indizio di un gruppo corsaro che è molto positivo se consideriamo le tantissime prove salvezza lontano dall’Isola che spettano a Cragno e compagni da qui alla fine: Spezia, Udinese, Genoa, Salernitana e Venezia.

Faro

Ma chi è il leader di questo nuovo Cagliari? Senza Joao Pedro attore protagonista in zona gol e con tante spalle, da Pavoletti a Pereiro, in cerca di copertina, viene da chiedersi chi sarà la guida da qui al termine del campionato per questo gruppo. La risposta al momento siede, anche se fermo ci sta molto poco a dirla tutta, in panchina e porta al nome di Walter Mazzarri. Il tecnico ha lavorato sulla testa dei suoi giocatori in modo esemplare. Ha chiesto sacrificio tattico a un Dalbert parso spesso indisciplinato e lo ha ottenuto. Ha chiesto pressing e cinismo a Pereiro ed è riuscito nell’intento, ha chiesto corsa ma anche precisione e tempo dell’inserimento a Bellanova, e l’ex Bordeaux dopo una serie di ottime prove ha trovato il primo gol tra i professionisti. Mazzarri ha avuto a disposizione un folto mazzo di chiavi da quando è arrivato in Sardegna, ha provato a sbloccare la porta rossoblù prima con quelle più belle, di fascino e ricamate, ma la risposta è stata quella di inceppare ancora di più il meccanismo di apertura. Alla fine ha provato con le chiavi dimenticate in fondo al mazzo e senza etichetta per distinguerne la funzione, e il risultato è stato non solo quello di sbloccare la classifica dei suoi ma anche di ridare spirito e animo a una squadra che non sembrava in grado di trovare una svolta mentale per la salvezza.

Roberto Pinna

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