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Maran tra acquisti e coraggio

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Settimana complicata per Maran e il suo Cagliari dopo la sconfitta contro l’Atalanta e con San Siro sponda rossonera nel mirino.

Gli infortuni a farla da padrone, ultimi quello sfortunato di Birsa e quello meno casuale di Thereau; ma anche il rientro fondamentale di Barella dalla squalifica, a dare maggiore tecnica a un centrocampo apparso troppo impreciso contro i bergamaschi. L’allenatore sfoglia dunque la margherita per capire chi utilizzare contro gli uomini di Gattuso, mentre la piazza gli chiede maggiore coraggio, sia nelle scelte tattiche sia nel lancio dei nuovi acquisti.

Proprio questi ultimi attendono la loro occasione: Deiola (un ritorno) e Birsa (fedelissimo del tecnico) hanno già assaggiato la titolarità, mentre Pellegrini e Thereau sono entrati a gara in corso e per pochi minuti contro l’Atalanta. Soprattutto la scelta di Maran di tenere in panchina il terzino scuola Roma ha lasciato perplessi, a maggior ragione dopo aver constatato – nel finale di gara – la freschezza del nuovo arrivato, e considerando la presenza di un centrale, Pisacane, sulla fascia opposta.

Fra infortuni e tempi di adattamento fisiologici, restano ancora a bordo campo Cacciatore, Leverbe e soprattutto Despodov. Il bulgaro ha pagato i pochi giorni di allenamento con la squadra, oltre ai problemi di lingua, ma pur con queste scusanti si chiede a Maran il coraggio di puntare su giocatori non usurati mentalmente da un periodo di crisi ormai lungo 12 partite.

Certo, anche altrove i nuovi acquisti hanno dovuto pazientare come da tradizione della Serie A: se si escludono i giocatori di caratura assoluta come Piatek, Muriel e Kucka fra gli altri, difficilmente si sono visti all’opera nuovi elementi arrivati a gennaio. Come tutte le regole, però, c’è anche stata l’eccezione rappresentata da Prandelli e dal suo Genoa: l’ex tecnico della nazionale ha avuto il coraggio di lanciare immediatamente Radovanovic, Sanabria e Lerager. Se il primo è arrivato dal Chievo, quindi equiparabile al Birsa rossoblù, e il secondo è una vecchia conoscenza del calcio italiano, il terzo è quello che più si avvicina a Despodov pur se di ruolo differente. Lingua sconosciuta, adattamento da verificare, eppure Prandelli non ha esitato a inserirlo subito nel suo centrocampo.

Con il Milan alle porte diventa obbligatorio sterzare non solo nei risultati, ma anche nelle scelte che li determinano: il coraggio in campo passa anche dal coraggio di Maran, senza il secondo difficilmente si può pretendere il primo.

Matteo Zizola