Quando poco più di un anno fa, a mercato inoltrato, Marco Mancosu scelse di accettare la corte del Cagliari, per tornare a vestire quella maglia tanto amata e sognata negli oltre quindici anni di carriera fuori dall’Isola qualcuno storse il naso. “Troppo vecchio, ormai è finito, è sempre infortunato”, le accuse che si leggevano facilmente in giro per i social – tra bacheche di tifosi e nei commenti agli articoli dei vari media – in quei giorni.
Con un mix di pazienza, fatica e la forza dell’esperienza il 35enne trequartista cagliaritano è riuscito a far tacere quelle voci, dando il suo fondamentale contributo alla causa rossoblù pur con qualche infortunio, con 5 gol e 5 assist decisivi per l’immediata risalita in Serie A. Claudio Ranieri ne ha dosato energie e sforzi, affidandogli le chiavi del suo Cagliari nel momento più caldo della stagione, quando i rossoblù a furia di risultati utili hanno raggiunto la zona playoff. Mancosu ha risposto con le armi del fantasista, ovvero gol e assist da ricordare per bellezza e importanza: l’uno-due con Lapadula valso il sorpasso sull’Ascoli, il rigore della sicurezza a Reggio Calabria, fino alla perla di Perugia con una palombella da oltre 50 metri che ha vinto il premio di rete più bella del campionato 2022-23. Contro il Bari nella doppia finale playoff ha confezionato l’assist per il gol di Lapadula nell’1-1 dell’andata, mentre al ritorno era in campo nel momento decisivo del match, quando attributi ed esperienza sono spesso più importanti del vigore atletico.
Estate difficile
“Futuro? Conosco la vita, ci sono valutazioni da fare: sono 15 anni che giro fuori dalla Sardegna, mi vedo sullo stesso piano di un emigrato che vede la Sardegna da fuori. Vedremo, io ovviamente spero di poter rimanere qua a coltivare il mio sogno”. Così parlava Mancosu lo scorso 12 giugno nella sala stampa dell’Unipol Domus al termine della festa per la promozione, con indosso l’immancabile bandiera dei Quattro Mori già vista in occasione delle feste con il Lecce (in quest’ultima occasione gioia divisa con Aresti, in Salento con l’altro sardo Vigorito). Da allora sono passati tre mesi, nei quali il trequartista cagliaritano ha dovuto nuovamente far ricorso alla sua grande pazienza, una delle armi che, insieme alla solidità mentale, lo ha aiutato a superare indenne le diverse prove che la vita (e non soltanto quella da calciatore) gli ha messo davanti. Un ritiro precampionato passato prima a vedere i compagni correre in campo, fino ai controlli medici che prima ne hanno interrotto la permanenza in Val d’Aosta insieme ai compagni, poi hanno portato all’operazione al ginocchio destro dello scorso 31 luglio, per una lesione al collaterale mediale, effettuata a Villa Stuart come accaduto al compagno Lapadula (caviglia). Ora, dopo le prime settimane di riabilitazione, Mancosu corre sempre più velocemente verso il rientro a pieno ritmo: una delle poche note liete di questa prima sosta per Claudio Ranieri, che sa bene quanto sia importante il numero 5 per il suo Cagliari, sia all’interno dello spogliatoio che a livello tattico.
Jolly d’attacco
C’è curiosità, però, di vedere come il tecnico romano sfrutterà sul campo le doti di Mancosu. Nelle prime tre gare di campionato i rossoblù si sono schierati prima con il 3-4-2-1 (a Torino), poi per due volte con un 4-4-2 fluido in grado di modificarsi più volte all’interno della stessa gara. Fin qui ben poco spazio per la figura del trequartista, che invece era stata centrale nella risalita in Serie A, sia con la difesa a 3 che con quella a 4. Niente paura per l’ex Lecce, dato che Ranieri ha sempre dimostrato di saper variare tanto a livello tattico a seconda delle necessità. In attesa di recuperare Lapadula, ecco che Mancosu potrebbe agire da sottopunta nel 4-4-2 che si trasforma in 4-2-3-1, così da fungere da perno centrale in fase offensiva con i due esterni che salgono sulla stessa linea del trequartista alle spalle del centravanti Petagna. Oppure, nel 3-4-2-1 potrebbe agire sia da riferimento centrale (da falso 9), come Oristanio a Torino che laterale, con caratteristiche certamente differenti rispetto a Luvumbo e Nandez (che contro i granata di Juric giocarono in quella posizione). Discorsi validi sia dall’inizio del match o a gara in corso, che fanno di Mancosu un vero e proprio jolly offensivo e un’arma tattica importante per Ranieri. Dopo un’estate da dimenticare, il 35enne cagliaritano sta accelerando per farsi trovare pronto il prossimo 17 settembre, quando il Cagliari ospiterà l’Udinese di Sottil dopo le due settimane di sosta per gli impegni delle nazionali. Con una voglia matta di riassaggiare il campo in un match ufficiale il prima possibile, per rivestire in Serie A la maglia rossoblù: un’emozione che Mancosu aspetta di rivivere da quasi tre lustri, da Reggina-Cagliari 2-1 del 17 maggio 2009, con Max Allegri in panchina. Un’attesa lunghissima, cui porre termine il prima possibile, magari con un gol alla prima presenza stagionale, così come avvenuto il 21 agosto 2022 contro il Cittadella. Il modo migliore per il numero 5 rossoblù di riprendersi un posto da protagonista.
Francesco Aresu














