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Cagliari, Luvumbo rimandato: ora sta a Liverani gestirlo al meglio

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Gambe che tremano, la voglia di strafare, le giocate in profondità che non arrivano e i dribbling rimasti troppo nei piedi di un campo che, per pressioni ed emozioni, è risultato ancora più pesante di quanto già non fosse. Questa, riassunta in breve, la prestazione di Zito Luvumbo contro il Genoa. L’angolano dopo un periodo recente fatto di spezzoni nel secondo tempo è stato scelto da titolare a Marassi (come ampiamente richiesto anche dalla piazza) da Fabio Liverani, una mossa voluta per dare forza alle ripartenze in contropiede con la squadra concentrata prima di tutto sul non prenderle dai padroni di casa. Luvumbo nel primo tempo però ha mostrato ancora tutti i limiti di un 2002 che si è affacciato da poco al calcio dei grandi: poca propensione a giocare di squadra, voglia eccessiva di mettersi in mostra e incapacità di reggere ancora alcuni stadi, con il Ferraris che quando ruggisce sa mettere ansia e paura.

Crescita

Il simbolo della sfida di Luvumbo al Genoa sta in due ripartenze del primo tempo. In una se ne va sulla fascia, potrebbe servire Lapadula a rimorchio e invece dopo l’ennesimo dribbling tenta il tiro da posizione defilata, e prende solo l’esterno della rete. Come risultato si becca una bella strigliata dall’attaccante peruviano. In un altro contropiede, 3 contro 2, lui invece che aprire il gioco tenta un doppio passo, incespica e Dragusin gli strappa la palla senza patemi. In questo caso è Deiola a mandarlo dietro la lavagna dei cattivi con gesti plateali. Di fatto la sua gara si spegne dopo questo errore perché poi sbaglia anche stop elementari e strappi in velocità che invece sono normalmente la specialità della casa. C’è tempo giusto per causare l’ennesimo giallo avversario del suo torneo nella ripresa prima della sostituzione. Può sembrare strano ma lo schiaffo di Marassi contro il Genoa può tornare molto utile a Luvumbo in stagione. Forse il gol da subentrato di Benevento e il calore di una piazza che stravede per lui rischiavano di sollevare un po’ troppo da terra la concentrazione di un giovane che ha fame e voglia ma che è un po’ troppo innamorato del pallone e che ama specchiarsi in campo. I rimproveri di compagni e allenatore serviranno per fargli capire dove migliorare nelle prossime uscite.

Gestione

E ora proprio Liverani dovrà essere bravo nel gestire l’ala ex Primeiro de Agosto. Il rischio di bruciare un ragazzo che deve imparare a gestire pressioni e ritmo da calcio dei grandi c’è. Bocciarlo dopo un evidente passo falso sarebbe sbagliato e il tecnico romano dovrà capire come rimettere Luvumbo al centro dei giocatori funzionali per il progetto, anche perché il suo attacco fin qui stenta e l’ex Lecce e Parma, tra le altre, ha bisogno di tutte le possibili alternative a disposizione. La titolarità a Marassi era un passaggio necessario nello step di maturazione del ragazzo che ora dopo l’inizio pieno di lustrini e complimenti dovrà dimostrare di essere anche solido per rialzarsi dopo il primo vero passaggio a vuoto del suo torneo in rossoblù. Con il bastone e la carota Alessandro Agostini lo fece crescere molto in Primavera, fino a metterlo in condizione di essere centrale anche nel gioco dei compagni con assist e aperture e non solo a livello individuale con le amate fughe palla al piede. E i mugugni e i musi lunghi per alcune panchine del primo periodo si sono presto trasformati in abbracci e strette di mano tra il calciatore della nazionale angolana e il tecnico toscano, poi messo alla porta in estate dalla dirigenza isolana. Ora Liverani dovrà essere abile a fare da padre e da amico a un ragazzo che, seppur con molti limiti, quando si sente in fiducia e apprezzato può essere un’arma importante per questa formazione che deve ritrovarsi. Con Luvumbo che in più può rappresentare un tesoretto in casa per il futuro sul mercato dei rossoblù.

Roberto Pinna

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