“Non si può spingere solo l’acceleratore”, cantava Vasco Rossi ne Il mondo che vorrei, brano del 2008 che portava con sé una grande dose di speranza e di voglia verso il cambiamento. Al contrario, in casa Cagliari, l’obiettivo che si vuole provare a raggiungere è proprio quello di schiacciare tutto il pedale del gas alla vigilia della sfida contro il Sassuolo in programma giovedì 30 ottobre alle 18:30 all’Unipol Domus. Una gara delicata, in cui provare a tornare alla vittoria sfruttando anche elementi come Zito Luvumbo, in questo avvio di stagione apparso in ombra, ma in grado con le sue qualità di essere d’aiuto per tornare a macinare punti preziosi contro una diretta rivale per la salvezza come la formazione neroverde.
Utilizzo
I minuti giocati dal numero 77 rossoblù – appena 141 in stagione – lasciano intendere che la sua condizione, dopo l’infortunio, non sia ancora al 100%. Tornato a disposizione per la sfida in Friuli contro l’Udinese dopo il problema agli adduttori rimediato in Nazionale a settembre (che lo aveva costretto al forfait contro Parma, Lecce e Inter), l’angolano, considerando anche i 27 minuti disputati al Bentegodi, ha totalizzato soltanto 80 minuti effettivi dopo lo stop. Un dato anomalo per un giocatore che, nelle ultime due stagioni, a questo punto del campionato aveva già accumulato oltre 500 minuti. Un divario netto, condizionato sì dall’infortunio di inizio stagione, ma anche dalle scelte tecniche di Pisacane, che ha spesso preferito giocatori come Folorunsho, Palestra e, più di recente, Felici. Una concorrenza serrata, unita a prestazioni non sempre brillanti, spiegano il perché del suo utilizzo limitato. Le qualità di Luvumbo, però, non si discutono: esplosività, dribbling, velocità e capacità di accendere le partite. Il suo percorso in rossoblù resta un cammino alla ricerca della definitiva consacrazione. Contro il Sassuolo potrebbe essere il momento giusto per dare il proprio contributo: il suo “strappo” potrebbe risultare decisivo in una sfida complessa contro un avversario reduce sì dalla sconfitta con la Roma di Gasperini, ma che prima di allora aveva raccolto 7 punti in 3 gare contro Udinese, Verona e Lecce. Un test importante, dove l’apporto di un giocatore come lui può essere determinante per evitare di ripetere prestazioni sottotono come quella del Bentegodi: gara opaca per lunghi tratti, ma riscattata da grinta e determinazione nel finale, decisive per agguantare il pareggio. Finora Luvumbo è sempre stato utilizzato come riserva di lusso da sfruttare a gara in corso, tuttavia, i numeri raccontano altro: degli 11 gol segnati da Zito con la maglia rossoblù, il 63,6% è arrivato da titolare. E restringendo il campo alle ultime due stagioni, la percentuale sale fino all’83,3%, con una sola rete da subentrato e ben 5 quando è partito nell’undici iniziale. Dati che confermano come l’angolano renda meglio quando parte dal primo minuto. Nelle ultime uscite, pur offrendo un contributo positivo in termini di dinamismo lavorando per la squadra, non è però riuscito a incidere concretamente nel modo in cui ci si aspetta da lui.
Gol cercasi
Il gol resta il grande punto interrogativo di Luvumbo. Con la maglia del Cagliari ha totalizzato 6 reti in 61 presenze di Serie A, numeri che appaiono modesti rispetto al suo potenziale fisico e tecnico. Giocatore esplosivo, capace di creare costantemente problemi ai difensori – spesso costretti al fallo per fermarlo – Luvumbo rappresenta un’arma preziosa per il Cagliari, ma la sua efficacia sotto porta rimane limitata. Nelle ultime tre gare il suo apporto è stato positivo in termini di energia e profondità, ma non in fase realizzativa: un solo tiro (contro l’Udinese), 25 tocchi complessivi, di cui 12 nell’ultimo terzo di campo e appena 3 in area di rigore. Al Bentegodi ha tentato 3 dribbling, nessuno riuscito. Numeri in controtendenza rispetto a quelli in avvio di stagione, quando contro Fiorentina e Napoli aveva prodotto 5 tiri (3 nello specchio), 5 tocchi in area e 26 nella trequarti offensiva, dimostrando una presenza molto più costante. Bravo nello smarcamento, efficace nel pressing e nel creare superiorità numerica, Luvumbo dà sempre la sensazione di poter “accendere” la gara, ma ciò che gli manca è la lucidità nella rifinitura – un aspetto che, per un attaccante, rischia di influire sull’impiego. La sua evoluzione, o meglio la sua consacrazione, passa inevitabilmente dalla fiducia che Pisacane vorrà concedergli. Solo attraverso un minutaggio maggiore potrà ritrovare ritmo, condizione e magari, confidenza con il gol.
Occasione
Contro il Sassuolo, così come a Verona, non sorprenderebbe una scelta diversa in termini di uomini. “Ho cambiato la formazione viste le tre partite di seguito. Se avessi la profondità della rosa potrei cercare altre soluzioni. Penso che questa squadra abbia giocatori con più doti offensive: oggi non c’è un modulo specifico, ma la squadra può interpretare più ruoli”, aveva dichiarato Pisacane al termine del match contro gli scaligeri. Seguendo questa logica, anche contro i neroverdi di Fabio Grosso potrebbe esserci qualche novità nell’undici titolare. Una rotazione utile per far rifiatare qualcuno in vista del prossimo delicato impegno con la Lazio, ma anche un’occasione per concedere spazio a chi, come Luvumbo, ha avuto finora poco minutaggio. Un’opportunità da cogliere per ritrovare condizione e, soprattutto, quella costanza di rendimento e lucidità che finora sono mancate, ma che risultano indispensabili per accrescere l’incisività sotto porta. La stessa lucidità mostrata, per esempio, nel match contro il Monza dello scorso campionato, suo ultimo squillo in rossoblù, quando la sua rete risultò decisiva per mettere una prima importante ipoteca sulla salvezza. Un gol che oggi, più che mai, avrebbe un duplice valore: da un lato aiuterebbe il Cagliari a ritrovare peso offensivo e fiducia; dall’altro rappresenterebbe per Luvumbo un passo fondamentale nel suo percorso di rilancio e di riconquista di un ruolo centrale nelle gerarchie rossoblù.
Giuseppe Meloni














