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Cagliari, lo strano caso di Keita: Mazzarri recupererà i suoi gol?

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Una partenza forte, un’intesa che sembrava sbocciare con un compagno di reparto come Joao Pedro, poi l’arrivo dell’inverno ad allontanare il campo e le convinzioni. Keita Balde era arrivato a Cagliari l’ultimo giorno di mercato estivo. Una sorpresa positiva, la sensazione di aver fatto un colpo importante, oltre che uno sgarbo a una concorrente per la salvezza tranquilla come la Sampdoria. Eppure, dopo il gol in rovesciata contro il Sassuolo del 21 novembre scorso qualcosa sembra essere definitivamente cambiato.

Spazio e tempo

L’inizio della stagione pareva far presagire un copione diverso. Un rigore guadagnato contro il Genoa, nell’ultima partita dell’era Semplici, e poi un gol per aprire l’era Mazzarri contro la Lazio, squadra che lo ha visto crescere e dove ha brillato di più in carriera. Sabato 5 marzo la punta senegalese incontrerà nuovamente il proprio passato, in una sfida che potrebbe far tirare le prime somme dell’avventura in rossoblù dell’ex canterano del Barcellona. L’arrivo del tecnico ex Toro a stagione in corso ha inizialmente confermato l’importanza del numero 9 nello scacchiere isolano: capace di sacrificarsi nella fase di pressione, abile nelle ripartenze palla al piede grazie a tecnica e doti atletiche ma soprattutto in grado di colpire gli avversari sfruttando gli spazi creati dalle attenzioni riservate a Joao Pedro dai difensori. Il Cagliari puntava ad avere una coppia di attaccanti basata più sul tasso tecnico che sulla complementarietà tra due punte diverse. L’opportunità di avere due uomini in grado di saltare l’uomo ha stuzzicato Mazzarri e non solo, ma la realtà non molto tempo dopo ha presentato il conto e oggi il senegalese fa fatica a trovare gli spazi in cui inserirsi.

Cambiamenti

La partita contro i neroverdi si è trasformata da punto più alto raggiunto a inizio della discesa. Una rovesciata valsa un punto importante in trasferta, la palma di gol del mese ma anche l’inizio di un lungo digiuno. L’energia è diminuita, la concretezza sotto porta ha cominciato a latitare e così Walter Mazzarri ha cominciato a cercare più frequentemente le alternative in panchina, trovando spesso una risposta in Leonardo Pavoletti, già autore di un gol contro la Roma nel primo periodo di assenza del senegalese a causa di una tonsillite. Dagli 84’ giocati a Reggio Emilia fino ai 45’ contro l’Udinese e ai 6’ dello Juventus Stadium prima della pausa natalizia. L’uscita dalle rotazioni offensive di Keita è coincisa con il periodo più complesso per il Cagliari nel 2021, tanto da far pensare a una possibile separazione nel mercato di gennaio. L’arrivo del solo Gagliano e l’assenza di offerte concrete ha fatto sì che l’ex Lazio rimanesse in Sardegna. La convocazione in Coppa d’Africa sembrava essere l’occasione per riconquistare fiducia e confidenza con il gol, ma nonostante la vittoria finale dei Leoni della Teranga l’effetto non è stato quello sperato. Perché in Camerun, tranne che per la prima partita, il numero 9 rossoblù è rimasto sempre tra le scelte da utilizzare a partita in corso ed entrando soltanto in occasione della seconda partita contro la Guinea. Tornato in un Cagliari diverso per spirito e protagonisti, Keita si è detto pronto a calarsi in un ambiente dove l’aria si era fatta diversa. Le conferme di Pavoletti ma soprattutto la crescita di Gaston Pereiro però hanno chiuso le porte della titolarità al giocatore: El Tonga ha conquistato il posto lasciato vacante riuscendo a diventare protagonista in zona gol e non solo, diventando proprio quel partner d’attacco tutto tecnica cercato a inizio stagione per sorprendere le difese avversarie anche se schierate.

Dalle scelte fatte nel 2022 è nato un equilibrio a cui Mazzarri momentaneamente non sembra voler rinunciare. Dopo gli undici minuti contro l’Empoli, con un ingresso positivo nella gara, sono arrivate due pesanti panchine consecutive contro Napoli e Torino. Le gerarchie sembrano cambiate ma in una corsa salvezza ancora lunga Keita Balde potrebbe ancora avere un ruolo. E la partita contro il suo passato può essere un’occasione per riportare quella fame necessaria a conquistare il tecnico toscano.

Matteo Cardia

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