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Fabio LIverani tecnico del Cagliari | Foto Alessandro Sanna

Cagliari, Liverani e la costruzione dal basso: una strada da confermare?

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Negli ultimi anni uno dei temi che certamente ha fatto e che continua a far discutere tutt’oggi il mondo del calcio è la cosiddetta costruzione dal basso. Le linee di pensiero su questo argomento non sono (ovviamente) univoche. C’è chi lo ritiene un modo per avvicinarsi ad un tipo di calcio più moderno e chi invece preferisce un ritorno ad un tipo di calcio più diretto e verticale, senza la smania di dover giocare la palla ad ogni costo.

Tecnica e psicologia: le due branche della costruzione dal basso
Oramai quasi tutte le squadre, in Italia ma anche con frequenza sempre maggiore all’estero, prediligono la costruzione dal basso, che è diventata quasi una legge tecnica obbligatoria sulla quale puntare. Il Cagliari, in questo grande lotto di squadre in giro per l’Europa, non è affatto un’eccezione. Tuttavia questo tipo di filosofia, com’è noto, sta diventando un’ossessione alquanto controproducente nelle ultime uscite ufficiali. A preoccupare Liverani e il suo staff sono le (troppe) palle perse. Un esempio diretto di ciò lo si è visto molto chiaramente nell’ultima partita di campionato che il Cagliari ha giocato lo scorso sabato, 17 ottobre 2022, alla Domus contro il Bari. Quell’eloquente ventuno, dopo la sfida contro i Galletti di Michele Mignani, per una squadra che tenta di applicare questo credo calcistico, fa riflettere e non poco e mette altresì in evidenza le lacune tecniche dei rossoblù nella prima costruzione della manovra. Liverani di questo ne è perfettamente consapevole eppure, imperterrito, continua per la sua strada, dando mandato di impostazione al portiere Boris Radunovic e ai centrali titolari Giorgio Altare ed Edoardo Goldaniga che però, come vi abbiamo raccontato nel nostro focus tattico dei giorni scorsi, sono tecnicamente più marcatori che dei veri e propri costruttori di gioco. Nello specifico, l’attenzione dell’allenatore si dovrà necessariamente concentrare sull’orientamento del corpo, sul primo controllo, sulla capacità di guida, sulla capacità di lettura e soprattutto di vedere la giocata più efficace non appena arriva la pressione offensiva avversaria. Tutti questi concetti fanno parte di un lungo ed intenso processo che è di difficile apprendimento nel breve periodo, specie per una squadra, come è stato il Cagliari negli ultimi anni, che cercava spesso i lanci lunghi dalle retrovie sulla prima punta per eventuali inserimenti dei centrocampisti o cross diretti dalle corsie. A ciò si aggiunga che, nelle prime 6 uscite ufficiali, la formazione rossoblù è sembrata mancare nel collegamento tra i giocatori dello stesso reparto e anche con quelli di reparti diversi, altro aspetto fondamentale per una buona costruzione dal basso. Oltre però all’aspetto tecnico-tattico, il processo di costruzione del basso prevede anche un grande lavoro dal punto di vista psicologico. È importante quindi che Liverani e il suo staff tecnico, durante questa pausa per le nazionali, lavorino alacremente sulla testa dei loro giocatori, infondendogli fiducia e molto coraggio.

Verso Venezia: avanti con la costruzione dal basso o si cambia filosofia?
Il (duro) campo di prova per il Cagliari, ancora in una fase di crescita dal punto di vista tecnico ed emotivo, sarà indubbiamente rappresentato dal Venezia, recentissimo fantasma del passato rossoblù, alla ripresa del campionato. A Liverani e al suo staff tecnico l’arduo compito di capire e leggere in questi giorni dall’operato del gruppo in allenamento se sarà il caso di continuare ad insistere su una modalità di gioco moderna ma comunque di difficile apprendimento nel breve periodo o se invece trovare un tipo di soluzione diversa, che permetta a tutto il gruppo squadra di rendere nel miglior modo possibile. Il tempo certamente non è dalla parte dei rossoblù e il campionato cadetto, com’è noto, è famoso per essere pieno di insidie e dove il margine di errore è veramente minimo.

Fabio Loi

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