Undici giornate, undici gol messi a segno, una media di uno a partita che è ben lontana dalle aspettative di inizio stagione. Fabio Liverani ha nella fase offensiva il problema maggiore per il suo Cagliari, non solo per quanto realizzato, ma soprattutto per quanto creato. Poche le incursioni in area, poche le occasioni nitide, nonostante il possesso palla quasi sempre dalla propria parte e un ruolo da protagonista della Serie B restato, al momento, solo sulla carta.
Sterilità
Questione individuale o collettiva? Difficile dare una risposta, perché guardando i dati dei singoli giocatori offensivi non c’è dubbio che manchino i gol di chi sarebbe designato a realizzarli. D’altro canto è risultato evidente che poche volte gli attaccanti sono stati messi in condizione di fare ciò per cui sono chiamati in causa. Delle undici reti siglate dal Cagliari, sono otto quelle arrivate dal reparto offensivo, incluse le due messe a segno da Marco Mancosu che non è propriamente un finalizzatore. Andando ad analizzare il rapporto tra tempo giocato e gol messi a tabellino, il rossoblù che ha la statistica migliore è a sorpresa Gastón Pereiro con la rete di Como – unica – e un impiego pari a 145 minuti. Dietro il Tonga il secondo per media realizzativa è Zito Luvumbo con un gol ogni 253 minuti, seguito da Gianluca Lapadula con una rete ogni 312 minuti, Leonardo Pavoletti con un gol messo a segno in 334 minuti totali giocati e infine Mancosu con un gol ogni 352 minuti. Ancora a secco, invece, sia Vincenzo Millico – 112 minuti in campo – e Filippo Falco – 197 minuti disputati.
Limiti
Allargando il dato agli assist e dunque parlando di un generale contributo al gol, con la punizione che ha portato al vantaggio siglato da Lapadula contro la Reggina ecco che Millico balza in testa nel rapporto gol+assist per minuti giocati. L’ex Cosenza e Torino, infatti, ha messo la sua firma su due reti, con una media di 56 minuti a contributo, seguito sempre da Pereiro e quel singolo gol a Como, quindi da Luvumbo con 1 assist che porta la media per minuti giocati a uno ogni 169 e Mancosu – due assist oltre i due gol citati – con il proprio nome a tabellino ogni 176 minuti. In coda, senza assist e quindi con lo stesso dato citato per i gol, i due centravanti Lapadula e Pavoletti, mentre resta a secco anche considerando l’allargamento della statistica Filippo Falco. Dati inequivocabili che confermano le difficoltà del Cagliari nella fase offensiva, anche se le carenze dal punto di vista individuale sono senza dubbio frutto di carenze ben più importanti dal punto di vista collettivo.
Produzione
I rossoblù di Liverani hanno raccolto in termini di gol meno di quanto prodotto. Questo secondo gli xG, gli ormai noti expected goals, ovvero i gol attesi o potenziali che non corrispondono per forza al numero di tiri in porta, ma includono anche le occasioni che avrebbero potuto – o dovuto – portare alla rete. La media del Cagliari racconta di un 1,58 gol a partita potenziali contro il singolo gol a gara effettivamente segnato da Lapadula e compagni. Nel totale di 17,4 mancano dunque all’appello sei reti, ma andando nel dettaglio di ogni sfida sono solo tre quelle nelle quali il Cagliari è andato oltre i due expected goals, quella contro il Cittadella (2.09) quando i rossoblù raccolsero esattamente quanto prodotto, quella contro il Modena (3.02) che, nonostante il bottino inferiore alle attese, portò comunque tre punti, e infine quella contro l’Ascoli (2.17) quando però le occasioni da rete potenziali arrivarono solo nell’assalto finale. Un dato che dunque spiega la difficoltà alla voce produzione offensiva, riportando il nodo più che agli errori individuali, di misura o al tiro, alla fase offensiva nuda e cruda.
Non tanto una questione di interpreti dunque, e nemmeno di incapacità degli attaccanti di tramutare in gol la mole di gioco prodotta. Bensì una questione collettiva, con la mole di gioco citata che si ferma al possesso palla sterile e a un’efficacia dalla trequarti in su se non assente, sicuramente deficitaria. È doverosa una sterzata per mettere in condizione Lapadula, Pavoletti e gli esterni d’attacco di poter incidere come finora non hanno potuto: solo in questo modo si potrà imboccare la strada giusta e spostare dalla propria parte i famosi episodi.
Matteo Zizola