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Cagliari: l’insegnamento dell’Atalanta per una rosa formato salvezza

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Come una rondine non fa primavera una vittoria non fa salvezza. Il percorso del Cagliari nel 2022 – con tre vittorie, un pareggio e una sola sconfitta – non può però essere un caso. Nonostante le difficoltà, nonostante le assenze, nonostante un mercato che sembrava aver lasciato scoperta la rosa a disposizione di Walter Mazzarri.

Priorità

Eppure a volte basta poco per cambiare un percorso. Come nel gennaio del 2008, quando furono messe le basi per un’impresa storica, così in quello del 2022 la chiave è nelle cessioni e nella crescita di chi sembrava fuori dai giochi. Nuovi acquisti reali e virtuali, mirati, tra innesti finora decisivi per dare maggiore sicurezza alla squadra e rilanci di elementi improvvisamente passati da fattore negativo a fondamentali. Che la difesa fosse stata sistemata era già chiaro dopo la prima uscita nel nuovo anno, quando a Genova Matteo Lovato ha preso per la prima volta per mano il reparto. Goldaniga ha aggiunto il proprio carico, mentre Altare e Obert si sono fatti spazio a suon di prestazioni tra le gerarchie di Mazzarri. Lasciando così Ceppitelli ultimo della fila di centrali per una delle tre maglie davanti a Cragno. Non conta l’età, non conta la militanza, ciò che conta per il tecnico toscano è il lavoro sul campo. Una competizione interna che aumentando fa aumentare il livello dei singoli, chiamati a spingere sull’acceleratore per guadagnarsi una maglia da titolare. Al contrario, come accaduto con Godín e Caceres, i valori sulla carta vengono messi da parte a costo di decisioni estreme.

Nessuna garanzia

L’insegnamento per il gruppo è chiaro. Mazzarri in cattedra, vero e proprio leader del Cagliari più di ogni singolo giocatore. Per trovare posto nel suo scacchiere la fame e la voglia devono essere le stelle polari. Una questione di testa, come quella che ha portato Gastón Pereiro a ribaltare se stesso fino a prendere per mano i rossoblù, prima nel finale contro il Bologna e poi a Bergamo. Un esempio su tutti che serve da monito per chi è rimasto fuori a guardare – tra infortuni e viaggi al di là del Mediterraneo – e che alza l’asticella della competizione. L’infermeria che si svuota e il campo di allenamento che ritrova piano piano un gruppo più ampio non possono che essere una buona notizia. Per il ventaglio di scelte che aumenta, ma anche per la corsa alla maglia da titolare che passa dal dimostrare il proprio valore nei fatti. Kevin Strootman potrebbe essere uno dei nuovi acquisti virtuali dopo una prima parte di stagione deludente. Per poter riprendere posto in mezzo al campo, però, l’olandese dovrà sgomitare e non poco viste le prestazioni di Marin, Grassi, Deiola, del Dalbert versione interno e l’arrivo in Sardegna di Daniele Baselli. Con Strootman cerca una maglia anche Nahitan Nández. Difficile lasciare fuori il León che nonostante le voci di mercato non ha mai lesinato impegno. Per il numero 18 rossoblù si apre una battaglia simile a quella del compagno orange, ma nel suo caso le opzioni diventano diverse tra un ritorno sulla fascia destra – con Bellanova sul lato opposto – o su quella sinistra come accaduto in passato sia con Di Francesco che con Semplici.

Corsa per una maglia

L’esplosione di Pereiro è soprattutto un avvertimento per chi vorrebbe far proprio il ruolo di spalla di Joao Pedro. La soluzione del Tonga assieme al capitano è una tentazione forte, nessun punto di riferimento e un attacco più tecnico che fisico o rapido. L’ex PSV ha preso di petto l’occasione, con Keita lontano per la Coppa d’Africa e Pavoletti fuori causa infortunio. Ora sia il senegalese che il livornese dovranno trovare il modo di recuperare i galloni della titolarità. Dando a Mazzarri diverse soluzioni tattiche e tecniche, caratteristiche differenti da utilizzare all’occorrenza e a seconda degli avversari. Keita arriva da mesi complicati, prima il buon impatto con la maglia rossoblù, poi la discesa lenta, infine l’esperienza con la nazionale che lo ha visto vincere la Coppa d’Africa più da comprimario che da protagonista. Pavoletti, dal canto suo, è un’arma importante dal punto di vista fisico e dopo aver tirato la carretta potrà gestirsi e essere gestito meglio, regalando a Mazzarri un’opzione in corsa. Joao Pedro al centro, intoccabile, e tre diverse soluzioni come spalla del brasiliano per un attacco che è improvvisamente passato da povero a ricco dopo la vittoria di Bergamo.

Oltre le aspettative

Con la rosa al completo prende una diversa forma il mercato di gennaio impostato dal direttore sportivo Capozucca. Il punto dolente principale, la difesa, è stato corretto fin da subito attraverso i due nuovi acquisti e il rilancio di chi era già nella rosa rossoblù. Il centrocampo invece ha trovato in Baselli un nuovo innesto di qualità, in Nández una conferma quasi insperata e aspetta con Strootman la ciliegina sulla torta. La duttilità di Dalbert – e un Lykogiannis dentro il gruppo nonostante il contratto in scadenza – non risolvono il tema della fascia mancina, ma resta aperta l’opzione di Bellanova a sinistra con Nández sul lato opposto. L’attacco, infine, è andato oltre l’aspetto numerico. Perché se sei punte apparivano fin troppe, i dubbi restavano sulla qualità di chi compone il reparto. Con Pereiro finalmente sui livelli attesi ogni discorso cambia nettamente. Il rientro di Keita, nella speranza che segua la strada tracciata dal Tonga, regala a Mazzarri una batteria di attaccanti completa, eterogenea e di livello superiore a quello delle concorrenti per la salvezza. La vittoria contro l’Atalanta, dunque, non ha portato solo tre punti fondamentali, ha soprattutto portato ottimismo e nuove valutazioni sul valore della rosa. Oltre una competizione in ogni ruolo che non può che far bene e dare ulteriore spinta per l’obiettivo finale.

Matteo Zizola

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