Entusiasmo, ricordi, voglia. Il Claudio Ranieri day ha regalato emozioni forti, come non si vedevano da tempo dalle parti del Cagliari. Oltre le sensazioni, però, sono arrivate anche indicazioni importanti dalla conferenza stampa di presentazione del tecnico romano, alla sua seconda esperienza in rossoblù dopo 31 anni dall’ultima targata 1988-1991.
Ricomincio da due
Il passato aiuta a ritrovare l’entusiasmo perduto e in questo Ranieri è una garanzia. Lo dice la folla al suo arrivo all’aeroporto, lo dicono i sorrisi durante la presentazione alla stampa. Poi, però, arriva il momento del campo ed è lì che l’allenatore di Testaccio sarà chiamato a dare le risposte attese. “L’entusiasmo voglio tramutarlo in punti“, ha chiarito subito il nuovo tecnico rossoblù e il verbo volere è stato il filo conduttore di quasi tutte le sue dichiarazioni. Senza proclami alla voce obiettivi stagionali, ma con la volontà chiara di mettere a disposizione la propria esperienza e voglia per riportare il Cagliari nelle zone alte della Serie B. E, soprattutto, con una certezza tattica e di uomini messa in chiaro fin da subito. “Io non ho moduli, li ho usati tutti. Abbiamo due grandi attaccanti e li voglio tenere”, queste le parole di Sir Claudio. Che, senza nominare direttamente i protagonisti, ha messo subito al centro del suo progetto i due terminali offensivi della rosa, Leonardo Pavoletti e Gianluca Lapadula. Il resto, poi, verrà da sé come conseguenza del punto fermo dal quale partire.
Nuova fase
Calarsi nella mentalità della Serie B, svestirsi dell’abito buono e sporcarsi in una categoria che non ammette i lustrini delle serate di gala. Questa la filosofia di Ranieri, questo il primo passaggio fondamentale per iniziare la propria seconda avventura sulla panchina del Cagliari. Dando la possibilità a ogni elemento della rosa, perché “ogni giocatore rende in maniera diversa a seconda dell’allenatore, voglio prima conoscere bene la squadra che ho a disposizione“, Ranieri dixit. In testa al gruppo, però, le due punte, centro di gravità permanente del nuovo corso del tecnico testaccino. Dopo gran parte del girone di andata con un dualismo che solo nell’ultima fase del regno di Fabio Liverani si è trasformato in coppia. Non più, dunque, o Pavoletti o Lapadula, ma le due bocche di fuoco assieme in campo per trasformare il Cagliari e la sua fase offensiva. Su diciannove gare del girone d’andata, il duo composto dall’italo-peruviano e dal livornese è sceso in campo dal primo minuto contemporaneamente in sole tre occasioni. Contro il Parma, contro il Perugia e contro il Palermo, segnando tutte le cinque reti del Cagliari, quattro per il capitano e una per il numero nove. Un totale di 339 minuti in coppia, vittime del 4-3-3 impostato da Liverani e di un’alternanza che con l’arrivo di Ranieri dovrebbe essere arrivata definitivamente al capolinea.
“Il calcio non è uno sport individuale, gioca spesso chi lega più con i compagni di chi è più forte o più in forma. Chi si integra meglio gioca, non guardo né stipendio né età“, questo un altro segnale forte alla squadra da parte di Sir Claudio. E questa sarà la sfida dei due attaccanti messi al centro del progetto da parte di Ranieri. Integrarsi, dividersi i compiti, aiutare la squadra a sopportarne la presenza contemporanea. Partendo dai primi allenamenti fino ad arrivare alla prima uscita ufficiale con il tecnico testaccino in panchina, 14 gennaio alla Unipol Domus contro il Como. Il resto lo dirà il campo, con il mercato sullo sfondo e le voci di un possibile addio di Pavoletti rispedite al mittente chiamato Bari. Il Cagliari riparte da Ranieri, dall’entusiasmo e dalla volontà di risalire la china. E, soprattutto, dalle due punte, da Lapadula e Pavoletti pronti a rispondere presente alla chiamata di Sir Claudio.
Matteo Zizola














