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Cagliari | Lavoro oscuro e non solo: con Petagna l’attacco cambia volto

Andrea Petagna durante Cagliari-Milan | Foto Luigi Canu
Andrea Petagna durante Cagliari-Milan | Foto Luigi Canu
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Al centro dell’attacco, lì dove da inizio stagione al Cagliari è sempre mancato qualcosa. A dare l’impressione che con lui in campo i rossoblù possano cambiare. Andrea Petagna è stata una delle note positive della serata che ha visto il Milan passare all’Unipol Domus per 1-3 (qui la nostra analisi). Una presenza che ha cambiato il volto dei rossoblù, almeno fino a quando energia e carattere hanno potuto reggere l’urto con la stanchezza.

Prova

Se sono tre gli indizi necessari per fare una prova, Ranieri negli appunti delle sue indagini per risollevare il Cagliari potrebbe già cominciare a scrivere qualcosa sull’ex Monza. Perché nelle due volte in cui l’attaccante classe ‘95 è stato schierato titolare, i rossoblù sono sempre passati in vantaggio. E il sospetto è che non sia una coincidenza. Il dato sottolinea come la presenza di un attaccante fisico e catalizzatore di attenzioni, possa favorire il Cagliari nell’aggressione degli spazi. Il primo tempo con il Milan è stato l’esempio degli aspetti a cui Ranieri probabilmente non vorrebbe mai rinunciare. Con una ricerca costante di Petagna ogni qualvolta il Cagliari abbia provato a ripartire, appoggiandosi sul gioco spalle alla porta dell’ex di serata, bravo a dar respiro in alcune occasioni e nel pulire il pallone in altre nonostante qualche imperfezione. Il primo esempio è arrivato dopo pochi minuti, quando proprio il numero 32 ha abbassato la propria posizione fino a metà campo, difendere la sfera e lavorarla per lanciare la corsa di Luvumbo, terminata in area di rigore con l’intervento di Tomori su cui l’angolano è rimasto a lungo a terra. Un’idea provata a sviluppare più volte durante il corso della gara, che ha tolto qualcosa in termini di presenza in area di rigore all’attaccante triestino ma è servita al Cagliari per mostrare a tratti la sua faccia migliore sotto il profilo della pericolosità. Una importanza dimostrata anche dai dati: Petagna è stato il giocatore che ha subito maggiormente la pressione avversaria secondo i dati raccolti dalla Lega Serie A (75.1%), è stato secondo solo a Nandez per occasioni da gol create – 2 – e a Luvumbo per tiri tentati – 3 – in 69’ di gioco. Un lavoro in proiezione offensiva che si è abbinato a quello richiesto da Ranieri in fase di possesso avversario, quando il centravanti ha provato a impedire l’utilizzo delle vie centrali alla squadra di Pioli.

Futuro

Un nodo però resta, ed è quello della condizione. L’estate non semplice in casa Monza e poi il fastidio al polpaccio di Bologna a disturbare l’inserimento. Un problema non smaltito completamente e che non permette ancora al giocatore di avere i 90’ nelle gambe. E che Ranieri ha confermato prima ai microfoni di Sky e poi in sala stampa, tra parole specifiche sull’attaccante triestino (“Deve ancora entrare in condizione”) e un discorso più generale (“Tranne Luvumbo lì davanti nessuno sta davvero bene”). Dichiarazioni che fanno a pugni con i bisogni del Cagliari in zona gol e con una continuità di uomini e di scelte che ancora deve prendere forma in una Serie A che come noto non aspetta chi tardi si adatta. L’aumento di minutaggio tra la prima e la seconda gara giocata dal 1’ minuto per l’attaccante triestino – rispetto a Bologna quasi mezz’ora in più – è però un segno di energie in aumento che può far sorridere il tecnico dei rossoblù. Che Petagna lo ha voluto fortemente proprio per le capacità di legare la squadra, con la speranza che il lavoro oscuro porti però anche fiducia sotto porta, lì dove il Cagliari ha bisogno di iniziare a trovare i gol salvezza il prima possibile.

Matteo Cardia

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