Un Cagliari all’attacco. È quello che chiedono storicamente i tifosi con il noto coro della curva, è quello che chiede il campionato dopo le ultime tre gare. Bari, Venezia e infine Genoa, un gol in 270 minuti e, soprattutto, una squadra incapace di tirare in porta con continuità.
Tridente finto
Fabio Liverani si era presentato parlando di una squadra basata sulla difesa a quattro, il centrocampo a tre e “poi vediamo“. Ovvero tridente puro oppure il doppio trequartista dietro l’unica punta o, ancora, un numero dieci a servire il doppio centravanti. L’estate ha raccontato di un Cagliari con un attaccante centrale e due esterni offensivi, i giovani poi messi da parte nel nome dell’esperienza. L’esordio a Como con Pavoletti in mezzo con Desogus e Luvumbo larghi è ormai un lontano ricordo, l’arrivo di Mancosu a cambiare i piani, la conferma di Nández ad aggiungere un nuovo elemento alle scelte offensive del tecnico rossoblù. Da Pereiro a Millico, da Falco a Luvumbo passando appunto per Mancosu e il León sono tante le opzioni per Liverani che, però, dopo la prima gara del Sinigaglia ha optato sempre per un tridente spurio. Un dato su tutti spiega le scelte dell’allenatore romano ed è quello dei minuti giocati dagli esterni più offensivi. Luvumbo con 258, Pereiro con 141, Falco e Desogus con 55 a testa, Millico con 18 per un totale di 527 minuti nelle prime otto gare, meno di quanti raccolti singolarmente dal solo Mancosu (614) e da Nández (593), anche se nel caso dell’uruguaiano non tutti disputati da esterno alto. Così tra i tre litiganti si è scelto il quarto, un tridente di fatto spesso composto da elementi che attaccanti non sono.
Figliol prodigo
Il gol contro il Venezia su punizione ha nascosto un equivoco che il Cagliari si porta avanti dalla chiusura del mercato. Marco Mancosu è un giocatore importante, a tratti fondamentale per le idee di Liverani. Confinato a sinistra, però, sembra perdere parte delle proprie potenzialità. Mostrate ampiamente anche a Genova le poche volte che è riuscito a proporsi nella zona centrale, mentre largo a sinistra fatica tra coperture e poca presenza nel vivo del gioco. Una doppia perdita, perché per schierare il numero cinque come esterno alto si rinuncia non solo a un elemento in grado di fare la differenza in mezzo al campo, ma anche alla possibilità di utilizzare un giocatore di ruolo nel tridente. Non solo, ma con Mancosu alto ecco che Nández scala come mezzala, togliendo la necessaria tecnica in fase d’impostazione. E, soprattutto, lasciando da parte i vari Luvumbo, Pereiro e Millico, in attesa della forma ideale di Falco. Un equivoco, si è detto, che potrebbe essere risolto dando spazio al coraggio, con Mancosu a tessere le fila del gioco da mezzala o da trequartista centrale e, magari, provando ad abbassare Nández in quel ruolo di terzino svolto con buone risposte sia in nazionale che in alcuni spezzoni di questa prima parte di stagione.
Continuità
Occasioni perse che hanno riportato Liverani all’opzione equilibrio e sicurezza. Lasciando da parte però elementi in grado di dare lo spunto nella trequarti avversaria. La prestazione di Luvumbo contro il Genoa è solo l’ultimo esempio di un tentativo non andato a buon fine, quello di mettere nel tridente un giocatore in grado di sparigliare le carte e dare vivacità. Ci era già passato Pereiro, che dopo il gol di Como aveva trovato la maglia da titolare contro il Cittadella. Delusione, passo indietro e panchina fino alla nuova occasione persa contro il Venezia, premessa di un’altra gara a guardare i compagni per novanta minuti come quella di Genova. Senza dimenticare Millico, pochissimi spezzoni, un assist e poco tempo per poter dire la propria. Tre giocatori che difficilmente possono raggiungere i livelli attesi senza la necessaria continuità, una partita dentro e poi di nuovo in panchina, i minuti della disperazione come unica valvola di sfogo del loro talento. In attesa di Falco, giocatore che potrebbe essere la chiave di volta offensiva ma che ha bisogno di tempo per raggiungere la condizione ottimale. Un tempo che era dunque dalla parte dei compagni di ruolo ma che Liverani ha deciso di utilizzare puntando più sull’equilibrio che sulla lucida follia. Diventa difficile così per giocatori come Luvumbo e Pereiro incidere, la possibilità di sbagliare che si scontra con la paura di osare nonostante i risultati non abbiano premiato le scelte. O come nel caso di Millico la cui voglia di spaccare il mondo è diventata confusione e precipitazione. I numeri e non solo, anche le prestazioni e la pericolosità in area avversaria chiedono scelte diverse fin dalla prossima sfida casalinga contro il Brescia.
Per Liverani dunque è arrivato il momento delle decisioni. Puntare su un trio realmente d’attacco o cambiare canovaccio tattico riportando ognuno nella posizione ideale, partendo da Mancosu ma non solo. Il potenziale offensivo è alto, non resta che utilizzarlo al massimo. Scacciando le paure post Venezia e cancellando le scorie del passato chiamato retrocessione. Non solo ambientali, non solo nella testa dei giocatori reduci dalla debacle, ma anche in chi è chiamato a scegliere tra equilibrio e voglia di attaccare.
Matteo Zizola