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Cagliari, Lapadula e il gol ritrovato: ora la sfida è convincere Nicola

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Il gol su azione che mancava dallo scorso marzo nel 4-2 casalingo contro la Salernitana, un’estate con voci di mercato spente dalla sua volontà di restare in Sardegna, un futuro che si chiama ancora Cagliari con l’obiettivo di recuperare la via perduta della porta anche in campionato. Gianluca Lapadula è tornato a mettere il proprio nome nel tabellino dei marcatori nella vittoria per 1-0 contro la Cremonese in Coppa Italia, ora la sfida da ex contro il Parma al Tardini a caccia del primo gol nella Serie A 2024-25.

Svolta cercasi

Un palo con una conclusione da vero centravanti, pallone nascosto per tanti ma non per lui che lo ha sentito nonostante non potesse vederlo. Poi il movimento a ingannare il diretto marcatore sul cross di Augello e il gol da rapace che ha permesso al Cagliari di superare la Cremonese e il turno di coppa, regalandosi la Juventus agli ottavi di finale. Due segnali importanti mandati a Davide Nicola in vista delle prossime sfide di campionato, a maggior ragione tenendo presente la poca vena realizzativa della squadra nelle prime cinque giornate. Un gol di Piccoli contro il Como e nulla più: non si è sbloccato Luvumbo, non si sono sbloccati i due veterani dell’area di rigore Pavoletti e, appunto, Lapadula. Anche se nel caso del numero nove della nazionale peruviana l’alibi dei soli 87 minuti in campo – senza mai partire titolare – è da tenere in debito conto. Certo, volendo trovare il pelo nell’uovo il Bambino delle Ande ha sì ritrovato la via della rete su azione dopo oltre sei mesi, ma lo ha fatto di fronte a una squadra di Serie B. Perché tra le contestazioni fatte a Lapadula c’è appunto quella di essere sì un bomber implacabile, ma solo in cadetteria, senza avere lo stesso impatto quando chiamato alla sfida chiamata Serie A. E guardando ai numeri della passata stagione ecco la conferma: tre reti totali, due contro il Sassuolo (una su rigore, quella che ha certificato il 2-0 salvezza al Mapei Stadium) e una contro la Salernitana. Che, coincidenza, sono due delle tre squadre poi retrocesse in Serie B a fine stagione. Ora però, dopo un’estate tra Coppa America e mercato e un campionato come quello con Claudio Ranieri in panchina con più infermeria che campo, Lapadula sembra finalmente aver ritrovato se stesso almeno alla voce condizione. Lo spirito di sacrificio non è mai mancato, la lucidità dentro l’area invece è rimasta al premio di capocannoniere vinto l’anno della promozione culminata nella finale dei playoff contro il Bari. Ed è proprio questo il punto dolente più tattico che di prestazioni del numero nove rossoblù: rincorsa degli avversari, aiuto ai compagni, distanza dall’area di rigore. Tutti elementi che influiscono e non poco sulla lucidità nei sedici metri.

Il cuore non basta

Come se fosse a scuola ecco che Lapadula è pronto ad alzare la mano per rispondere alla domanda di gol da parte del professore Nicola. L’italoperuviano vuole rispondere presente e dare il proprio contributo per trasformare una produzione offensiva elevata tra tiri e cross nella realtà delle reti segnate. In quel Tardini dove negli ultimi scontri tra Serie B e playoff riuscì a mettere la propria firma soltanto nel 2-1 per i ducali in campionato, mentre nella semifinale promozione non riuscì a farlo. Fuori casa, perché in casa il suo gol fu decisivo per portare i rossoblù al pareggio su rigore prima della rimonta completata da Luvumbo. Ora Lapadula si prenota per una maglia da titolare, che sia in una lotta con Luvumbo e Piccoli o come compagno d’attacco di entrambi in caso di formazione più spregiudicata. Il classe ’90 nato a Torino vuole dare seguito nei fatti alle parole di appartenenza alla causa rossoblù: “Non è la prima volta che in estate si è parlato di altre squadre. Io non ho rifiutato nulla, ma ho scelto il Cagliari. Ci tengo tantissimo a dirlo, è stata una scelta fatta con il cuore e con la testa“. Queste le parole di Lapadula dopo la vittoria contro la Cremonese, a conferma che sí le offerte – soprattutto del Pisa – non sono mancate, ma che più che il no alle richieste la volontà è stata quella di restare in Sardegna a prescindere da tutto. Nonostante il club non avesse chiuso la porta a un eventuale addio, tutt’altro. Ora però dalla scelta di cuore è necessario che l’italoperuviano passi ai fatti concreti, ossia a ritrovare il gol anche in campionato e con continuità. Passaggio che non può prescindere dalle scelte di Nicola, perché un conto è avere minuti e titolarità con maggiore frequenza, un altro occasioni sporadiche che rendono complesso incidere concretamente. Così da ritrovare la vena realizzativa, così da allontanare le nuvole del pregiudizio – legittimo – che lo vuole letale soltanto in Serie B e non nel massimo campionato. Perché non solo con il Cagliari, ma anche con la nazionale del Perù Lapadula si è perso tra infortuni, fatica e polveri bagnate. Diventando tema di discussione anche nell’ambiente della Blanquirroja. Ed ecco che Parma può rappresentare una svolta importante non solo per Nicola e la squadra, ma anche se non soprattutto per il numero 9: per ripartire, per ritrovarsi, per continuare sulla scia della rete in Coppa Italia e contribuire in prima persona all’obiettivo salvezza.

Matteo Zizola

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