Guardare alla tradizione aggiungendo elementi innovativi che rivolgono lo sguardo verso il futuro, i colori iconici del club, il rosso, il blu e il bianco. La nuova maglia da gara del Cagliari non lascia spazio a dubbi come da presentazione nello store online, una rottura con il passato rappresentata dalle maniche bianche e dal retro rosso a tinta unita che ha fatto discutere fin da subito, nel bene e nel male.
L’arrivo di Adidas come sponsor tecnico ha portato innovazione e reazioni opposte tra tradizionalisti e chi ha invece gradito il cambio di linea. Il marchio tedesco, leader in Europa, non avrebbe potuto fare diversamente, difficile pensare a una continuità con la classica maglia rossoblù, impossible is nothing d’altronde. Tanti dubbi dei tifosi del Cagliari quanti gli apprezzamenti fuori dall’isola dove la tradizione non è vista come un dovere e il marketing che passa dall’estetica resta la stella polare del gusto. D’altronde anche quando la Juventus passò attraverso il restyling di logo e maglie molti storsero il naso mentre all’estero le vendite dell’abbigliamento della società bianconera hanno fatto un balzo enorme. Non è un mistero che per quanto possa essere difficile da digerire una novità porta discussioni, le discussioni portano attenzione, l’attenzione porta nuovi mercati e nuovi clienti, i nuovi clienti portano maggior fatturato. Le ragioni del cuore e della tradizione lasciano il passo a quelle del design e della modernità, il calcio cambia ed è impensabile aspettarsi che anche una maglia resti uguale a se stessa nel tempo. Il centenario del Cagliari unisce proprio i due aspetti temporali, la nostalgia e lo sguardo al futuro, come peraltro si era già visto nella altrettanto discussa maglia celebrativa con il logo creato da Antonio Marras.
Dopo il marketing però deve giocoforza arrivare l’aspetto sportivo al contrario ogni sforzo di espansione diventerebbe vano. La Juventus aggiunse presto alla novità stilistica l’acquisto di Cristiano Ronaldo, impossibile fare altrettanto per il Cagliari anche se impossible is nothing dice il famoso motto Adidas. Ecco perché non sembra un caso lo sguardo rivolto al mercato tedesco come ad esempio l’interesse concreto per Ismail Jakobs, uno dei maggiori talenti emergenti della Bundesliga, o quello per Lennart Czyborra (in vacanza a Porto Cervo e già stato ad Asseminello nelle scorse ore per parlare col tecnico Di Francesco) che pur se in forza all’Atalanta è un giovane prospetto teutonico nel giro delle nazionali giovanili. Non è utopia pensare che con Adidas possano arrivare colpi ad effetto, il classico giocatore alla Giulini (come fu per Srna) che rompa improvvisamente gli schemi e che possa far fare un salto di qualità mediatico importante. In questo i due aspetti, economico e sportivo, potrebbero unirsi e uno essere il volano dell’altro, passaggio necessario per un salto di qualità reale e non solo sulla carta. L’inizio di una nuova era che porti il Cagliari fuori dall’isola, una terra un popolo una squadra che cercano di far diventare la forza di una specificità la spinta ulteriore per nuovi orizzonti. Volare basso è necessario, ma aggiungere al marketing l’effetto del campo non può essere più rimandato.
Matteo Zizola