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Cagliari, la salvezza sta nel mezzo: il dato da migliorare per restare in A

Matteo Prati durante Cagliari-Empoli | Foto Valerio Spano
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Si sa che alla fine una squadra non può dipendere dal singolo, né dai soli attaccanti per raggiungere i propri obiettivi. Perché per spingere la nave oltre le onde e per far gonfiare le vele, oltre al soffio del pubblico, contano i gol. L’unica forza in grado di muovere l’aria e farla diventare vento. Lo sa bene anche Claudio Ranieri, che i gol del suo Cagliari li attende. Non solo da un reparto offensivo che causa infortuni fatica nel prendere forma, ma anche da un centrocampo che già in passato quando assente in fase realizzativa si è dimostrato un punto debole dei rossoblù.

Passato

L’ultima stagione con più di 10 gol dalla propria metà campo, trequartisti compresi, è stata quella 2019-2020. Tredici i centri, con Radja Nainggolan a guidare la batteria a quota sei, seguito da Castro e Nández con 2 e dalle marcature singole di Rog, Oliva e Faragò. Quota toccata prima dell’annata bloccata dalla pandemia solo in quella 2010-2011, quando in rosa Daniele Conti e Andrea Cossu siglarono 9 dei 13 centri tra mediana e trequarti. Campionati, i due presi in esame, in cui la salvezza arrivò in anticipo e con diversi ammiccamenti, soprattutto nel primo caso, alla parte sinistra della classifica. Ma nel complesso anche nell’ultima salvezza in Serie A, quella targata Semplici, il contributo del reparto fu importante, perché cinque dei sei gol totali furono segnati solo nel girone di ritorno, quando tutto si decise, con Razvan Marin sugli scudi.

Tempo recente

Nell’anno successivo solo Deiola andò a segno in una linea mediana che si trasformò solo in un altro simbolo delle difficoltà generali. Furono quattro le reti del centrocampista di San Gavino, l’ultima delle quali regalò una vittoria contro il Sassuolo che finì per rendere ancora più amara la retrocessione. Una sorta di manifesto su come quelli che sembrano dettagli, in realtà nel lungo periodo possono trasformarsi in problematiche di cui si può avvertire il peso. Anche perché pure nella scorsa stagione, al di là di un Lecce in controtendenza (5 reti), Empoli e Salernitana, salvatesi direttamente, hanno avuto rispettivamente 11 e 10 gol dal reparto. Con il saldo della squadra campana che sale a 17 tenendo in conto Candreva, giocatore che si è diviso tra la trequarti e il lavoro da esterno offensivo.

Attualità

Al giro di boa della Serie A, i gol dei centrocampisti, trequartisti compresi, sono 6.65 per squadra. Spiccano l’Inter e l’Atalanta, con già 13 reti all’attivo, ma anche il Monza a quota 11. Rovesciando la classifica è il Verona a comandare, con solo due reti, seguita dal Genoa con 3. Il Cagliari è sotto la media, con 4 gol all’attivo insieme a Milan, Torino ed Empoli. Mentre dirette concorrenti per la salvezza come Sassuolo (7) e Udinese (9) superano la media generale. Makoumbou, Nández dal dischetto e Viola per due volte. Questa la tabella marcatori di un reparto che pesa per il 23% sulle diciassette reti in totale dei rossoblù. Un dato che contestualizzato certifica le difficoltà della fase offensiva rossoblù (qui l’articolo), ma che soffermandosi sul particolare rischia di presentare un’indice di pericolosità della squadra più basso del previsto. Oltre a un Viola che nelle ultime settimane ha però pagato il dispendio fisico, solo Matteo Prati, che già alla Spal ma soprattutto in Nazionale Under 20 aveva fatto vedere capacità interessanti nell’inserimento e nel tiro dalla distanza, sembra avere infatti quelle qualità per affacciarsi negli ultimi venti metri con costanza. Caratteristiche che sembrano mancare a elementi come Nahitan Nández, che in Italia non è mai andato oltre le due reti a stagione e che ha avuto il suo score migliore nell’ormai lontano 2017 quando ancora vestiva la maglia del Penarol (5). O ad Antoine Makoumbou, che con la maglia del Maribor nella massima lega slovena non è mai andato a segno e si è sempre fermato a quota una rete nelle altre annate registrate tra Francia, Germania e Italia. L’unico ad avere una continuità stagione dopo stagione è stato un Alessandro Deiola che però in questa nella seconda parte di 2023 ha spesso lasciato il passo ad altri protagonisti. Mentre nel passato Jakub Jankto e Marco Mancosu hanno dimostrato di avere più di una rete nelle proprie gambe, anche se i due per motivi differenti non sono riusciti a dare quello che Ranieri probabilmente si aspettava. Con il ceco che è apparso involuto, mentre il numero 5 rossoblù non è ancora riuscito a trovare la migliore condizione. L’arrivo del girone di ritorno sembra presentare così due strade. La prima via è quella del mercato e dell’inserimento di almeno una nuova pedina che dia robustezza al reparto e porti quella capacità di inserimento ma anche di concludere da lontano che sembra in parte assente in Sardegna. La seconda, quella di provare a lavorare sul capitale umano e tecnico già a disposizione. Riavvolgere il nastro per provare a tornare alle vecchie abitudini, che soprattutto nel caso di Jankto parlavano di un giocatore in grado di flirtare con la doppia cifra sia a Udine che a Genova. Un mix che potrebbe aiutare il Cagliari ad allontanarsi da quella zona rossa di classifica e prendere la strada giusta che porta verso la salvezza.

Matteo Cardia

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