“I ragazzi che ci sono sono votati a dare il massimo“, parole di Claudio Ranieri nella conferenza prima della sfida contro l’Empoli. Un invito a chi non aveva ancora rispettato le aspettative, con il mercato fermo e le assenze in serie. Per un Cagliari a caccia della svolta, come collettivo e come singoli. Tra questi anche Ibrahim Sulemana ha dovuto rispondere presente, confermando contro il Bologna i progressi visti contro l’Empoli.
Alti e bassi
È curioso riavvolgere il nastro a quasi un anno fa, 27 gennaio 2023. Ranieri, prima della partita casalinga contro la Spal, dichiarò ai microfoni di Sky Sport: “Mercato? Dobbiamo prendere quello che ci serve e non prendere tanto per prendere“. Il vero obiettivo, ieri come oggi, quello di recuperare il materiale a disposizione, portando chi è rimasto indietro ai livelli attesi. Parafrasando un detto, la filosofia di Sir Claudio da sempre risponde alle parole “tutti importanti, nessuno o quasi indispensabile“, tenendo tutta la rosa sulla corda e in considerazione, cercando il dettaglio decisivo proprio da chi è meno utilizzato. Pronto a dare un’ultra chance, evitando bocciature e piuttosto rimandando metaforicamente a settembre. Sulemana è un caso emblematico, con le sue undici presenze in campionato divise in due tronconi: le prime sei dall’esordio in rossoblù contro il Torino il 21 agosto alla prima giornata fino alla sfida contro la Roma, 8 ottobre e valida per l’ottava di campionato; le successive 5 tra la quattordicesima giornata del 2 dicembre contro la Lazio e l’ultima gara contro il Bologna, prima di ritorno. Un inizio positivo e di speranza per il classe 2003 ghanese, prelevato dal Verona per 4,2 milioni di euro, fin dal precampionato e confermato dalle ottime impressioni lasciate contro il Torino al debutto. Poi il lento declino, culminato nella partita contro la Roma alla Unipol Domus e persa per 4-1 dai rossoblù. Impreciso, distratto, il cartellino giallo dopo 14 minuti e il rischio del secondo corso più di una volta. Quando poi Ranieri decide per la sostituzione dopo 34 minuti, allora per il destinatario non si profila un futuro ricco di campo. Sulemana, infatti, esce dalle gerarchie per rientrarci soltanto nella vittoria di Udine in Coppa Italia, unica presenza in mezzo a cinque gare passate in panchina. La sfortuna altrui gli regala l’occasione per il riscatto: Makoumbou espulso contro la Lazio e il ventenne ex Hellas che entra per dare manforte alla mediana. Sfida personale vinta grazie a una prestazione di sostanza, meno errori e maggiore qualità . Ranieri decide così di confermarlo contro il Sassuolo vista la squalifica del compagno, ma senza che la fiducia venga ripagata. Altra panchina a Napoli, pochi segnali a Verona, un miglioramento sostanziale contro l’Empoli (ancora senza Makoumbou) e poi un problema a Lecce che avrebbe potuto prendere le sembianze di un altro treno perso.
Ripresa
Tra assenze e convinzione, Sulemana torna nell’undici titolare contro il Bologna. Non accadeva da Cagliari-Milan del 27 settembre che il ghanese giocasse due gare da titolare in tre giornate, in quel caso consecutive. E, soprattutto, più che per defezioni per merito. Makoumbou presente, Prati anche, spazio anche per Sulemana in un trio sperato a inizio stagione e praticamente mai visto. Per l’ex Hellas una prestazione in continua crescita, una sorta di riassunto in 90 minuti delle ultime settimane. Partenza difficile, segnali di risveglio, esaltazione: tanti i chilometri percorsi, non una novità , ma rispetto al passato con maggiore logica, con più equilibrio e senza sprecare troppi tra i tanti palloni recuperati. Un senso tattico che ha permesso a Prati e Makoumbou di essere scaricati della doppia responsabilità , quella di svolgere i propri compiti e correggere anche quelli del compagno ex Hellas come capitato a turno in altre partite. Novanta minuti più recupero che, al di là dei dati (86% di precisione passaggi, 10 passaggi avanzati riusciti, 4 recuperi) hanno messo in mostra un centrocampista capace sia di fare da filtro, sia di alzare la pressione leggendo i momenti giusti, sia infine di compiere le scelte corrette quando chiamato alla gestione del possesso. Una crescita, in ritardo ma comunque sperata, che ha anche cambiato i piani sul mercato, con un centrocampista come priorità ma senza la necessità di una chioccia per Sulemana, ma piuttosto di un’alternativa di garanzia con il ghanese pronto a confermarsi tra i titolari. Il salto di qualità immaginato con il forte investimento fatto, spostando il mirino da Tameze al classe 2003, sapendo aspettare e usando anche l’arma della panchina, passando così da incompiuto a speranza. Manca solo il gol, quello ancora non arrivato in Serie A, né a Verona né in Sardegna: il prossimo passo per alzare il livello e diventare fondamentale per il centrocampo di Ranieri.
Matteo Zizola














