Una notte di pensieri, una notte con ancora in testa la contestazione a squadra e soprattutto allenatore. Il presidente del Cagliari Tommaso Giulini è abituato ormai da tempo ai cori che lo vedono protagonista in negativo, ma la nuova strada che ha coinvolto Fabio Liverani potrebbe non passare in secondo piano.
Ore di riflessione
Un progetto scelto contro le idee dell’allora direttore sportivo Stefano Capozucca è difeso a più riprese dopo i passi falsi degli ultimi mesi. Il legame Giulini-Liverani non indissolubile, ma sicuramente più forte di altri del recente passato tra patron e allenatore di turno. Ma proprio come in passato, le conferme possono lasciare il passo ai dubbi e da un giorno all’altro ciò che è diventare ciò che è stato. Ironia della sorte, proprio dopo la seconda vittoria nelle ultime dodici partite, dopo aver ritrovato i tre punti dopo due mesi, ecco che la solidità di Liverani in panchina potrebbe perdere sostanza all’improvviso. Galeotti i cori contro il tecnico romano, non di una parte del pubblico ma dello stadio nella sua interezza. Così l’allenatore rossoblù si trova di fronte a una nottata tutt’altro che serena, pronto a preparare la prossima sfida contro il Palermo da una parte, ma consapevole che la rottura con la piazza potrebbe portare a decisioni fino a oggi inattese.
Eppur si muove
Un tasto sensibile è quello dell’apparenza. Almeno per Giulini che del marketing ad ampio raggio ne ha sempre fatto un punto di forza. Così la testardaggine nel difendere le proprie idee e decisioni non può non fare i conti con il popolo rossoblù che ha mostrato il pollice verso durante la sfida contro il Perugia. Al centro dell’arena, o meglio della Domus, il condannato ha il nome di Liverani. La soluzione uninanimamente condivisa dall’ambiente, invece, avrebbe quello di Claudio Ranieri. Unico nome che metterebbe d’accordo tutti senza se e senza ma, facendo di colpo recuperare terreno al club e alla squadra agli occhi dei loro tifosi. Un amore corrisposto e mai finito, nonostante siano passati trent’anni e più dall’ultima volta assieme. E nonostante in tutti questi anni non ci sia mai stato un contatto reale tra le parti, l’idea concreta del ritorno, la chiusura di un cerchio rimasto sempre aperto anche a distanza temporale e geografica.
Tasselli
Liverani ha ancora un possibile asso nella manica chiamato gruppo. Solo ed esclusivamente se la squadra fosse tutta dalla sua parte – soprattutto i giocatori più influenti – allora la scadenza chiamata Cosenza il 26 dicembre resterebbe tale. E i risultati contro i calabresi dopo e il Palermo prima la vera sentenza del campo per decidere il futuro. Al contrario il destino potrebbe prendere una svolta inattesa. I possibili sostituti hanno ognuno le loro criticità, da D’Aversa a Iachini per citare chi è stato citato nelle ultime settimane. Tutti tranne uno, Claudio Ranieri. Un tempo utopia, per ingaggio in primis e per un passato da non rovinare come altra motivazione. Oggi, però, non più impossibile. Intanto perché il tecnico di Testaccio ha già nicchiato sulla proposta ricevuta da Genova sponda rossoblù, poi perché questa volta Giulini più di un pensiero sull’idolo della piazza lo sta facendo. Ranieri, dal canto suo, attende di poter tornare in corsa, leggasi di poter sedersi nuovamente in panchina, senza chiudere alcuna porta alla cadetteria e men che meno al Cagliari.
Suggestione o qualcosa di più, la realtà è che Giulini dovesse trovare il sì di Ranieri si aprirebbero scenari a oggi impensabili. Liverani, a quel punto, avrebbe i minuti contati e non ci sarebbe partita. Questione economica e di progetto, perché Sir Claudio non ha alcuna intenzione di bruciare il ricordo. Ma la tentazione, da entrambe le parti, è forte e una soluzione positiva non più una semplice utopia senza fondamenta. La notte porterà consiglio, Liverani aspetta di capire che alba lo aspetta, se parzialmente nuvolosa con possibilità di sereno variabile o se, al contrario, nubi nere e dense si manifesteranno all’orizzonte.
Matteo Zizola