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Nik Prelec durante Cagliari-Sudtirol | Foto Luigi Canu

Cagliari | La crescita di Prelec, ma ora servono i gol

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Una maglia pesante, un destino cambiato rapidamente in pochi mesi: da sostituto di Pavoletti a titolare “per forza”, visto il perdurare dell’assenza del centravanti livornese. Nik Prelec sapeva bene fin dall’inizio che la sua avventura cagliaritana non sarebbe stata semplice, ma l’ottimismo non gli è mai mancato. “Darò tutto per la squadra”, diceva il centravanti sloveno appena sbarcato all’aeroporto di Elmas. E questa sua propensione al sacrificio si è vista nelle prime 6 apparizioni in maglia rossoblù. Il classe 2001 si è ritrovato catapultato in un undici in piena trasformazione dopo il primo mese di cura Ranieri: il tecnico romano ha imposto tante trasformazioni al sistema di gioco prima di trovare quello “giusto”, ovvero il 4-3-1-2. Scelte, come noto, dovute al “Tetris” reso necessario dalle assenze dei vari big, su tutti Pavoletti. Il capitano non scende in campo da oltre un mese, quando giocò una ventina di minuti scarsi contro il Genoa: prima e dopo due mesi passati ai box a soffrire guardando i compagni lottare per la maglia rossoblù. Tra loro anche Prelec, che però ancora non ha trovato il giusto feeling sottoporta, nonostante diverse occasioni propizie.

Momenti

Il contropiede contro il Benevento, l’incornata contro il Venezia, la ripartenza contro il Sudtirol in cui uno stop non perfetto lo ha costretto a tentare l’assist invece della botta in porta. Sono forse le tre principali occasioni non sfruttate dall’ex Sampdoria e WSG Tirol, che però si è fatto notare per diverse giocate utili a favore dei compagni. Sua la sponda di testa che ha originato la rovesciata di Mancosu, gol poi annullato da Prontera, così come suo è il tocco per lo stesso numero 5 rossoblù che poi ha messo in moto l’azione dell’1-0 firmato da Lapadula. Insomma, poca precisione ma tanto sacrificio. Non è un caso che fin qui Ranieri ne abbia sempre parlato bene, senza caricarlo di troppe responsabilità, derivate più che altro dal sommarsi di una serie di coincidenze: l’assenza di Pavoletti, la necessità del Cagliari di andare sempre “a tavoletta” dopo un girone d’andata deludente, la fretta di dover dimostrare di essere all’altezza. Eppure, il suo ritorno in campo dopo l’infortunio che gli ha fatto saltare la sfida di Brescia ha cambiato – per l’ennesima volta – volto ai rossoblù di Ranieri. Intervallo di Cagliari-Ascoli, marchigiani avanti e un 4-4-1-1 che non convince nessuno. Fischi, cori contro Lapadula e compagni. Ranieri sceglie Prelec e Azzi per dare una scossa ai suoi, puntando (finalmente) sul 4-3-1-2 con Mancosu a illuminare le azioni dei rossoblù. Più presenza in area, un bel po’ di fatica tolta dalle spalle del centravanti italoperuviano, più libero pensare soltanto a fare gol. Un beneficio evidente, dati le 5 reti nelle ultime tre gare di “convivenza” con il 22enne di Maribor.

Freddezza

L’unico gol arrivato fin qui nell’avventura rossoblù di Prelec è quello segnato a Villacidro, lo 0-1 che ha aperto la goleada dei ragazzi di Ranieri contro la Villacidrese. Ancora poco sul profilo realizzativo per quello che, insieme a Paulo Azzi, è stato l’unico altro acquisto del mercato di gennaio. A questo è chiamato lo sloveno da qui a fine stagione: rompere il ghiaccio con la maglia del Cagliari, che ha bisogno anche delle sue reti per continuare a inseguire le posizioni a ridosso delle prime due. Prima della sfida al Sudtirol, le statistiche Opta dello sloveno facevano segnare una curiosa coincidenza con quelle di Pavoletti, nello specifico alla voce “passaggi riusciti”: 62,9% l’ex Samp, 62,8 il livornese. Che, però, ha dalla sua la percentuale di duelli vinti (60,9% contro 46,9 dello sloveno). Ok lo spirito di sacrificio, insomma, ma a Prelec serve uno step in più a livello di personalità. Rompere il digiuno potrebbe far svanire paure e insicurezze nella testa dello sloveno, candidato forte a mantenere una maglia da titolare anche a Pisa nel match del Lunedì dell’Angelo. Modificare la cifra “0” alla voce gol segnati sarebbe il modo migliore di festeggiare una Pasquetta diversa dal solito ed entrare, finalmente, nelle grazie dei tifosi del Cagliari.

Francesco Aresu

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