Quando un meccanismo non funziona a dovere, anche i suoi ingranaggi non girano alla perfezione. Il Cagliari e Dalbert in questo senso sono strettamente collegati. Nel girone di andata l’esterno brasiliano ha dato l’impressione di non essere un componente ben inserito nella macchina rossoblù ma, da quando il motore degli isolani ha iniziato a girare meglio, anche le prestazioni dell’ex Inter e Fiorentina hanno via via convinto sempre più.
Flashback d’andata
“La squadra si fida di più quando gioca appoggiandosi sulla fascia destra con Nandez e Bellanova” queste le parole di Walter Mazzarri, ai microfoni di Dazn, con le quali aveva commentato la prestazione dei rossoblù dopo il pareggio interno contro i granata nel girone di andata. Un percorso, da quel 6 dicembre, di forte crescita sia per il Cagliari che per Dalbert.
Da Genova a Torino
In questo girone di ritorno, dopo aver saltato la partita contro la Sampdoria per squalifica, il brasiliano ha dato un ottimo contributo a gara in corso contro il Bologna. Subentrato al minuto 58 a Lykogiannis, è riuscito a mettere lo zampino nelle due azioni che hanno portato i rossoblù alla vittoria. La buona prestazione disputata con i felsinei non ha trovato continuità in quella successiva. Contro la Roma infatti, il suo fallo di mano in area di rigore ha consentito ai giallorossi di ottenere il rigore che è bastato alla squadra di Mourinho per regolare i conti con i rossoblù. Dal match successivo contro la Fiorentina è iniziata la sua escalation di prestazioni positive. In quella occasione, alla ventitreesima di Serie A, Mazzarri lo sacrificò per giocare da mezzala e, l’esterno brasiliano, riuscì a dare un buon contributo soprattutto in fase di contenimento su Torreira. Nella gara seguente, a causa del forfait dell’ultimo minuto di Pavoletti, unito alla squalifica di Joao Pedro, ha interpretato, contro l’Atalanta di Gasperini, il ruolo di seconda punta alle spalle di Pereiro. In quella partita grazie a un suo cross dalla trequarti è arrivato l’assist per il momentaneo vantaggio del Tonga. Nelle successive prove contro Empoli e Napoli è riuscito a dare continuità alle prestazioni in fase di possesso e seppur in alcune occasioni è andato in confusione quando chiamato a difendere, qualche pericolo in avanti lo ha sempre creato (negli ultimi 30’ di Empoli e nella ripresa contro il Napoli, per esempio). Fino ad arrivare all’ultima partita disputata contro il Torino dove oltre alla tanta corsa ha dato dimostrazione di avere il guizzo giusto per creare per i suoi delle occasioni da gol, come sul fallo laterale in occasione del vantaggio di Bellanova.
Il Jolly “do Brasil”
L’importanza di Dalbert in questo girone di ritorno, non è dovuta solamente a un miglior rendimento, ma anche alla sua duttilità sotto l’aspetto tattico. L’esterno di Barra Mansa, infatti, ha dato dimostrazione di saper ricoprire più ruoli, da mezzala come nella gara contro la Fiorentina a seconda punta come nella gara contro i bergamaschi. Un vero e proprio jolly che Walter Mazzarri può giocare quando ha bisogno di imprevedibilità in zone del campo che, per varie cause, rischiano di rimanere scoperte. Nell’ultima uscita contro il Torino da esterno a tutta fascia, oltre alla sua tanta corsa e sacrificio, ha dato dimostrazione anche dell’estro tipico verdeoro. Un esempio? Fotogramma di un’azione dell’Olimpico granata: Dalbert in mezzo a due uomini si libera e punta dritto verso il fondo del campo, dove, con una rapida sterzata, salta Vojvoda e crea la superiorità numerica per permettere a Marin di servire Grassi per la conclusione in porta. Insomma, quella fascia sinistra rossoblù che tanto aveva faticato nella prima parte di campionato sembra aver trovato nuova linfa salvezza e il grande merito tattico di Mazzarri è sicuramente quello di aver creduto e aver ritrovato l’”Alegre” Dalbert.
Andrea Olmeo
