Operazione Falco. Sembra il nome di una missione militare di qualche sezione speciale e invece è solo il tentativo del Cagliari di recuperare in questa seconda parte di campionato uno dei profili che possono essere fondamentali per l’impresa playoff. Filippo Falco, dal suo arrivo in estate al Cagliari, si è presentato con credenziali decisamente importanti e con tanta voglia di riscatto, dopo la grande cavalcata con il Lecce e il periodo non certamente felice con la Stella Rossa di Belgrado. Il suo estro e la sua tecnica hanno sempre parlato per lui ma i tifosi rossoblù solo a tratti, in questa prima parte di stagione, ne hanno potuto apprezzare la loro versione migliore.
La mancata stabilità nel ruolo
L’ex attaccante della Stella Rossa di Belgrado, chiesto esplicitamente nell’ultima sessione di calciomercato dall’ex tecnico rossoblù Fabio Liverani, è stato acquistato con l’obiettivo non solo di alzare il tasso tecnico di un attacco che da tempo palesava carenze evidenti dal punto di vista qualitativo ma anche per rimodellare e rivoluzionare un Cagliari reduce da una sanguinosa quanto suicida retrocessione all’ultima giornata dalla Serie A alla cadetteria. In un primo momento, dopo una breve parentesi (non propriamente fortunata se non per il lampo last minute di Como alla prima giornata) da titolare di Gaston Pereiro a inizio stagione, Falco era considerato da Liverani, suo mentore ai tempi del Lecce, come il jolly ideale da utilizzare nel reparto avanzato. Nello specifico, il numero 25 rossoblù, dal 1° ottobre 2022 (giorno della batosta casalinga per 4-1 all’Unipol Domus contro il Venezia) al 26 dicembre 2022 (Boxing Day vinto dai rossoblù per 2-0 contro il Cosenza), ha ricoperto ben 4 ruoli diversi: 2 volte seconda punta (contro Venezia e Genoa), 3 volte ala destra (contro Brescia, Ascoli e Ternana) e, più recentemente, 3 volte trequartista (contro Perugia, Palermo e appunto Cosenza). Tanti ruoli, quindi, per il “Messi del Salento” – come viene soprannominato – ma caratterizzati da un unico fattore comune, vale a dire quello della mancanza di costanza nell’arco dei 90 minuti. Anche nell’ultimo turno di campionato si è visto un Falco incisivo, voglioso ma a corrente alternata. Eppure il suo inizio di Boxing Day contro il Cosenza sembrava essere quello della svolta, quello che serviva (nelle intenzioni) a dare una nuova luce ad una stagione fatta finora più di bassi che di alti. Il 30enne fantasista nativo di Taranto, specie nel primo tempo, è apparso molto attivo nell’andarsi a prendere con costanza la palla, con movimenti continui sulla trequarti per provare a creare qualcosa di importante, sia in fase di rifinitura sia in fase di conclusione, con quel clamoroso palo al 20’ che gli ha tolto la gioia del suo primo gol in maglia Cagliari. Poi invece il nuovo blackout fisico, il suo vero tallone d’Achille, figlio di una condizione non ancora ottimale. Falco è calato molto alla distanza e la proposta offensiva dei rossoblù, con la sua luce spenta e non in grado di riaccendersi, ne ha risentito e non poco. Ciononostante le basi per ritrovare un giocatore comunque importante e di valore per la B come Falco ci sono tutte. In tal senso, il nuovo allenatore del Cagliari, Claudio Ranieri, una volta insediatosi ufficialmente il prossimo gennaio nello spogliatoio rossoblù, dovrà cercare di rivitalizzare il suo numero 25.
Quale futuro con la gestione Ranieri?
All’inizio del nuovo anno il calendario della Serie B metterà di fronte il Cagliari e il Como degli ex Cerri, Baselli e Faragò, poi il futuro sarà tutto da scrivere per Filippo Falco. Le prossime settimane saranno fondamentali per capire quale collocazione troverà per lui mister Ranieri nella sua seconda avventura alla guida del Cagliari. È presto e forse anche prematuro fare dei ragionamenti sulla scelta del modulo da parte del tecnico di Testaccio ma gli scenari potrebbero essere diversi. In caso di conferma del caro e vecchio 4-3-1-2, Falco sarebbe (ancora una volta) tra i papabili per la trequarti (in attesa del ritorno del lungodegente Marco Mancosu e con Gaston Pereiro come costante punto di domanda rossoblù), ma, soprattutto a gara in corso, potrebbe anche agire come seconda punta, giocandosi una maglia da titolare con Luvumbo o capitan Pavoletti. Il discorso sarebbe decisamente differente se Ranieri dovesse decidere di optare per un 4-4-2 classico, che ha portato l’allenatore romano sul tetto più alto d’Inghilterra alla guida del Leicester. In quel caso, Falco potrebbe cambiare totalmente filosofia di gioco, magari agendo da esterno alto di centrocampo a piede invertito (un po’ sulla falsa riga – con le dovute proporzioni – di Riyad Mahrez, ora al Manchester City, compito che potrebbe fare anche lo stesso Pereiro da adattato). Al momento l’unica cosa certa è che Falco, con la nuova gestione tecnica e con l’arrivo del 2023, punterà ad imporsi con continuità con la maglia del Cagliari. Basterà la volontà al numero 25 per far nascere definitivamente la sua stella all’interno dell’ambiente rossoblù?
Fabio Loi