“Siamo una bellissima squadra, dopo una partenza non perfetta stiamo trovando la nostra identità. Siamo coraggiosi e facciamo il nostro gioco indipendentemente dall’avversario, dobbiamo continuare così e aumentare i giri dimostrando ciò che sappiamo fare in campo”. Parole da leader, quelle pronunciate da Roberto Piccoli dopo Cagliari-Hellas Verona, gara dello scorso 29 novembre, decisa dal suo quarto gol in campionato con la maglia rossoblù. Un trascinatore non solo a parole, ma pure sul terreno di gioco: l’ex Atalanta è stato votato tre volte miglior giocatore del match (contro Parma, Genoa e proprio Hellas) dalla Lega di Serie A, insieme ad alcuni big come Lautaro Martinez e Marcus Thuram, Lookman, Lukaku e i bolognesi Orsolini e Castro.
Statistiche
Uno dei tanti dati che dimostrano la centralità di Piccoli nel progetto tattico di Davide Nicola, sempre più sotto gli occhi di tutti. Le 14 presenze da titolare su 14 giornate di campionato rappresentano un ulteriore aspetto della fiducia riposta nel bergamasco dal tecnico rossoblù in primis, ma pure dalla dirigenza. Che in estate ha puntato tanto sulla sua voglia di affermarsi come un potenziale titolare, dimenticando le stagioni passate a fare da ricambio per altri attaccanti più “titolati”. Una scommessa che fin qui sta pagando, come dimostrano i numeri. Secondo le statistiche raccolte da Kickest, Piccoli con 42 è il sesto giocatore per tiri totali in Serie A: soltanto Krstovic (57), Castellanos (54), Kean (50), Retegui (48) e Vlahovic (43) hanno effettuato più conclusioni di lui. Che ha fatto segnare quasi il triplo dei compagni che lo seguono in questa particolare graduatoria: 16 tiri per Gaetano, 15 per Luvumbo, Marin e Mina. Ma il peso e l’importanza del numero 91 rossoblù si capiscono ancora di più andando a parametrare il suo dato con il totale del Cagliari, ovvero 198 tiri: il 21,2% delle conclusioni della squadra di Nicola arrivano dai piedi dell’ex Atalanta e Lecce, sempre più abituato a essere il riferimento più avanzato (per non dire unico) della manovra offensiva. Se però la produzione realizzativa rossoblù continua a essere sotto le attese, lo si deve soprattutto alla differenza tra l’aspetto quantitativo e quello qualitativo, grazie al dato sui tiri in porta. Per quanto riguarda Piccoli sono solo 10 su 42 le conclusioni nello specchio, in un rapporto pari al 23,8%, cifra che lo assesta al 20° posto nella graduatoria dei tiri in porta. Una percentuale decisamente inferiore a tutti i già citati cinque che lo precedono nella statistica dei tiri totali: Kean ha indirizzato 21 tiri in porta dei suoi 50 tiri, cioè il 42%, ma meglio di Piccoli hanno fatto anche Vlahovic (39,55%), Castellanos (38,9%), Retegui (37,5%) e Krstovic (31,58%). La mancanza di lucidità e precisione – dovuta anche alla consueta lotta contro i centrali avversari richiesta da Nicola – è ciò che fin qui è mancato all’aitante centravanti classe 2001, come dimostra anche il dato relativo alle “Big chance fallite”, altra statistica interessante rilevata da Kickest. Piccoli condivide il primo posto in questa speciale classifica con Dusan Vlahovic, entrambi in testa a quota 10. A seguirli, con 8 chance fallite, il trio formato da Lautaro Martinez, Castellanos e Kean.
Chi oltre il bergamasco?
Cosa dicono questi dati, dunque? La risposta è semplice: Piccoli è imprescindibile per la manovra offensiva del Cagliari e i numeri lo dimostrano. Certo, il 23enne di Bergamo può e deve ancora fare meglio in fase di finalizzazione, ma è innegabile come nell’ultimo periodo il suo rendimento stia crescendo con costanza. Merito del lavoro durante la settimana e, chissà, anche degli insegnamenti di compagni più esperti come Pavoletti e Lapadula. Che fin qui hanno avuto poco spazio per “fargli compagnia” in avanti, specie a partita in corso: 128 minuti insieme all’ex Atalanta per il capitano (di cui 58 nella gara inaugurale della stagione in Coppa Italia contro la Cremonese), qualcosa di più per l’italoperuviano – 196 minuti –, partito a sorpresa nell’undici titolare contro l’Hellas Verona proprio in coppia con Piccoli per un inedito 4-4-2. Un esperimento che non ha probabilmente rispettato le attese di Nicola, che dopo un’ora di gioco ha preferito sostituire Lapadula con Viola e inserendo Felici per Zortea, tornando al più conosciuto 4-2-3-1 con Piccoli al centro del villaggio. Due mosse che, a conti fatti, si sono rivelate vincenti: l’1-0 definitivo è sull’asse Felici-Piccoli, con assist del primo per il tocco a centroarea del secondo, autore di un gol da vero numero 9. Tutto molto bello, direbbe Bruno Pizzul. Eppure, dall’analisi delle varie statistiche sull’attacco del Cagliari emerge una verità abbastanza chiara: intorno a Piccoli c’è il deserto, o quasi. Lo dicono i numeri, come sempre incontrovertibili. I gol fatti dal reparto offensivo rossoblù sono solo 5, di cui 4 segnati dall’ex Atalanta che, nonostante il gran lavoro sporco che gli chiede Nicola, il suo lo ha fatto. L’altra rete porta la firma di Luvumbo, che si è sbloccato all’Olimpico di Roma nella sconfitta contro la Lazio. Per il resto, il silenzio: Pavoletti e Lapadula hanno una rete a testa ma in Coppa Italia, segnate contro squadre di Serie B (Carrarese e Cremonese). Zero gol anche per Gaetano e Viola, con quest’ultimo che nella scorsa stagione dopo la 14ª giornata aveva già violato 2 volte la porta avversaria. Poco, troppo poco fin qui.
Confronto
A questo punto sorge spontaneo un dubbio, fondamentale per avere il giusto contesto: come si comportano le rivali del Cagliari nella lotta salvezza a livello di produzione realizzativa dei propri attaccanti? Senza considerare Torino e Roma, il Parma guida questa speciale statistica con 13 reti segnate dal reparto offensivo: 4 a testa per Man e Bonny, 2 per Cancellieri, 1 per Charpentier, Almqvist e Haj. Il Verona, ultimo avversario dei rossoblù, ha ottenuto fin qui 10 reti dal suo reparto offensivo: 4 di Tengstedt, 3 di Mosquera, uno a testa per Livramento, Sarr e Lambourde. Stesso dato per il Monza (4 gol per Djuric e Mota Carvalho, 1 per Maldini e Caprari), mentre il Como ne ha segnato 9 (4 Cutrone, 2 Strefezza, 1 Belotti, Da Cunha e Fadera). Dati più in linea con il Cagliari, invece, per l’Empoli di D’Aversa (7 gol fatti: 3 Pellegri, 2 per Esposito e Colombo) e il Genoa (6 gol fatti: 5 Pinamonti, 1 Ekhator), mentre il Venezia ha messo a segno 5 reti (4 di Pohjanpalo, 1 di Oristanio) proprio come i rossoblù di Nicola. Soltanto una squadra ha fatto peggio dei sardi, ovvero il Lecce con sole 4 reti segnate dagli attaccanti: 2 gol per Krstovic, 1 per Rebic e Pierotti. Dati che fanno certamente riflettere. Piccoli sta facendo bene, con quattro gol che hanno portato fin qui sempre punti – 8 per la precisione: 1 con Como e Genoa, 3 con Parma e Verona –, ma da solo non può bastare: al Cagliari manca qualcosa in avanti e lo dicono i numeri, non tanto chi scrive. “Per quanto riguarda l’attacco è fondamentale recuperare Lapadula e Pavoletti, credo che ci possano dare una grossa mano. Comunque sia, da qui a dicembre faremo valutazioni e capiremo se ci sarà necessità di intervenire. La società è attenta, ma il nostro obiettivo principale è recuperare i giocatori al 100%, perché con le staffette in avanti il numero dei gol potrà certamente aumentare”. Così disse il direttore sportivo del Cagliari Nereo Bonato lo scorso 4 novembre al termine della sfida persa a Roma con la Lazio di Baroni, un match su cui influì pesantemente l’arbitraggio di Ayroldi. Concetti poi ribaditi anche nelle dichiarazioni prima del match con il Verona. Calendario alla mano, dicembre sarà un mese molto tosto per Nicola e i suoi ragazzi, ma il mercato di gennaio si avvicina e in casa Cagliari sarà fondamentale apportare i giusti correttivi. Per cercare di far soffrire meno i tifosi e, soprattutto, valorizzare il gran lavoro prodotto da un gruppo unito e forte caratterialmente come raramente si era visto da queste parti nel recente passato.
Francesco Aresu