Carpe diem, ovvero cogliere il presente. Saper prendere il treno, non lasciare che passi davanti ai propri occhi, ché chissà se ci sarà un’altra occasione. Lo sa bene Christos Kourfalidis che nel Cagliari 2022-23 di opportunità ne ha avute poche, sapendo però trovare lo spazio giusto al momento giusto.
Buona la prima
Uno scampolo contro il Perugia all’esordio stagionale in Coppa Italia, poi sempre in coppa – ma contro il Bologna – la prima e unica chance dal primo minuto. Fino a domenica 27 novembre quando all’improvviso, quasi dal nulla, Kourfalidis ha vestito la maglia da titolare nella sfida contro il Frosinone primo in classifica. Lasciandosi alle spalle non solo l’acciaccato Deiola, ma anche quel Makoumbou che ha guardato dalla panchina per lunghi tratti la gara del Benito Stirpe. Il tutto, come se non bastasse, in una veste tattica completamente nuova per il classe 2002 di Salonicco. Trequartista sulla carta, equilibratore di fatto. Una posizione sì tra le linee di centrocampo e attacco – tipica di un numero dieci d’inventiva – ma con compiti tutt’altro che da fantasista. Schermo sul regista avversario, il romeno Boloca, e attenzione nella chiusura delle linee di passaggio. Poca qualità, tanta quantità, non perché a Kourfalidis manchino le doti di palleggio, piuttosto perché le richieste di Fabio Liverani lo hanno portato a portare in dote alla squadra più spada che fioretto, più gamba che tocco.
Solo l’inizio?
Un crescendo, come d’altronde potrebbe diventare la stagione di Kourfalidis dall’esordio di Frosinone in avanti. Contro i ciociari un primo tempo con un po’ di ruggine da smaltire, una posizione da trovare, spazi e distanze da capire soprattutto quando vicino a un Nández difficilmente fermo nella propria porzione di campo. Poi, piano piano, il greco è salito di tono, con una ripresa che lo ha visto primeggiare per distacco tra i centrocampisti rossoblù – e non solo – a livello prestazionale. Strappi in verticale, battaglie in mezzo al campo vinte, infine gli unici due tiri diretti nello specchio della porta di tutta la gara del Cagliari. Il primo respinto – con tanto di proteste per un tocco di braccio comunque non punibile – il secondo con l’intervento di Turati a bloccare in gola l’urlo di gioia per il gol. E dire che prima di quelle due occasioni Kourfalidis avrebbe dovuto lasciare il posto ad Alessandro Deiola, non fosse stato per un Luvumbo acciaccato che ha chiesto il cambio al posto del compagno e coetaneo. Da trequartista a mezz’ala negli ultimi dieci minuti più recupero, simbolo della duttilità e della personalità del giovane greco, pronto finalmente a prendersi la scena dopo un’attesa forse fin troppo lunga.
Presente e futuro
“È un giocatore in crescita e un allenatore ha queste attenzioni per capirlo. Ha fatto una buona settimana e ha delle possibilità per giocare“, queste le parole di Fabio Liverani nella conferenza stampa della vigilia a poco più di 24 ore dalla sfida contro il Parma. E se qualche dubbio causa abbondanza in mezzo al campo avrebbe potuto esserci, la bandiera bianca alzata sia da Marko Rog che da Marco Mancosu per la gara contro i ducali sembra liberare nuovamente la strada della titolarità per Kourfalidis. Da trequartista atipico come a Frosinone o da mezz’ala, un posto nell’undici iniziale dovrebbe essere suo. Per provare a confermarsi e guadagnarsi ulteriore fiducia, in vista di un finale di anno nel quale il Cagliari è chiamato a dare risposte positive. Poi sarà gennaio, tempo di mercato e di possibili prestiti. Come accade a Barella nel 2015-16, rispolverato all’improvviso a dicembre – Como prima e Salernitana poi – prima di essere spedito a trovare più continuità in maglia lariana. Kourfalidis, però, vuole giocarsi le proprie carte in Sardegna: le prossime cinque partite saranno decisive non solo per il Cagliari per per Liverani, ma anche per il giovane greco in cerca di gloria.
Matteo Zizola