Saper sfruttare la minima occasione è una delle caratteristiche che possono cambiare la stagione di un calciatore. L’importanza del gruppo e soprattutto di chi gioca meno, la capacità di farsi trovare pronti al momento opportuno la chiave per il successo del collettivo. Come un prestigiatore Claudio Ranieri è riuscito a tirare fuori dal cilindro la soluzione per quasi ogni problema, tenendo la tensione alta per tutti, a maggior ragione per chi resta a guardare spesso i compagni.
Chi si rivede
Christos Kourfalidis è l’ultimo coniglio uscito dal cappello di Sir Claudio, proprio quando sembrava tornato lo stesso destino della prima parte di stagione ecco che il greco è spuntato quasi dal nulla. Minuto 18 di Perugia-Cagliari, gara sul punteggio di 0-1 per i rossoblù. Non un contentino per ritrovare minutaggio, ma una scelta vera e propria all’interno di una partita tutt’altro che chiusa. Nández alza bandiera bianca, precauzione dopo una botta al ginocchio destro, dentro al suo posto Kourfalidis. Che non scendeva in campo dalla trasferta di Pisa, tre partite consecutive da zero minuti, e che non raccoglieva più di venticinque minuti da quella di Brescia. L’infortunio che lo aveva tenuto fuori contro l’Ascoli la chiave delle gerarchie che cambiano, Lella gli ruba il posto di prima alternativa in mediana e il rientro di Mancosu – abbinato al 4-3-1-2 – fa il resto. Una storia già vista per il 2002 nativo di Salonicco che già nella prima parte di campionato era diventato un mistero senza soluzione. La squadra che stentava, le assenze in serie, eppure Kourfalidis non trovava spazio nello scacchiere di Fabio Liverani, nemmeno in corsa. Tutto cambia il 27 novembre nella trasferta di Frosinone, il greco titolare all’improvviso dopo aver raccolto soltanto uno scampolo in Coppa Italia nella prima stagionale e zero apparizioni in campionato. Da quel momento, tolta la gara casalinga contro il Perugia, Kourfa non esce più dall’undici iniziale, nemmeno dopo l’arrivo in panchina prima di Pisacane e poi di Ranieri.
Ottovolante
Sembrava una stagione da protagonista, il “nipotino di Barella” – così l’allenatore rossoblù dopo Cittadella – che strega anche un tecnico navigato come Ranieri. Invece dopo tante gare da titolare – tranne Benevento e Bari – ecco che l’allenatore romano lo fa scivolare indietro nelle scelte. Le solide prestazioni di Lella e i rientri di Mancosu prima e Deiola e Rog poi non fanno altro che aggiungere complicazioni e ostacoli sulla strada di Kourfalidis. Che, prima della trasferta di Pisa, regala sì parole al miele per i colori rossoblù, ma anche una frase che nell’ambiente è diventata causa del poco impiego: “Il mio sogno? Vorrei arrivare nei club top“, le parole rilasciate a Radiolina. Nulla di strano per un ragazzo di vent’anni, a maggior ragione se all’interno di un più ampio discorso nel quale la priorità, senza se e senza ma, è quella di ritrovare la Serie A con la maglia del Cagliari. Eppure nel momento del massimo sforzo per recuperare il tempo perduto in classifica legittimo anche che faccia storcere il naso, alimentando dubbi sulla gestione successiva del ragazzo. La dietrologia viene spazzata in due atti, il primo quando Kourfalidis entra in campo per gli ultimi venti minuti e oltre della trasferta di Pisa, il secondo a Perugia. Perché Ranieri chiama lui per sostituire Nández, trovando prima risposte appena accennate – errori in appoggio, difficoltà di entrare nella partita – e poi con il passare del tempo raccogliendo i dividendi della scelta.
Insegnamento
Una rosa che non ha il gol nel sangue se non nei soliti noti. Lapadula su tutti, Pavoletti e Mancosu a seguire. Una sfida anche per Kourfalidis che con la Primavera non disdegnava affatto mettere il proprio nome a tabellino. La capacità d’inserimento tra le linee nemiche e il tiro da fuori due fondamentali che al ragazzo di Salonicco non sono mai mancati con i pari età, ma che all’esordio in Serie B faticavano a venir fuori. Fino alla gara del Curi, quando su una ripartenza rapida – pallone recuperato da Lapadula – Kourfalidis accompagna l’azione fin dentro i sedici metri. Mancosu crossa, Prelec controlla, il greco arriva a sostegno e dopo aver ricevuto l’appoggio dal compagno scarica un tiro secco e preciso alle spalle di Gori. Poker, partita in ghiaccio e soprattutto il primo gol tra i professionisti dopo quello con la maglia del Foggia in Serie D, unico della sua carriera tra i grandi e lontano quasi tre anni e mezzo, 19 gennaio 2020. Più della rete, però, è il ritorno a pieno titolo nelle rotazioni a essere salutato con un sorriso in vista del playoff. Kourfalidis ha dimostrato di poter cogliere l’occasione e di poter essere un’ulteriore arma a disposizione di Ranieri. Un insegnamento per chi come i più esperti Viola e Falco – o il coetaneo Luvumbo – cerca di risalire la china per mettere la firma sul finale di stagione chiamato playoff. Perché, parafrasando Ranieri, i campionati – o le promozioni – li vincono quelli che giocano meno più che i titolarissimi. E il Cagliari avrà bisogno di tutte le forze a disposizione per continuare a sognare e provare a raggiungere il ritorno in Serie A.
Matteo Zizola