Un campo dove erba e terra si mischiano. Un tipo di palcoscenico comune a tanti che corrono dietro a un pallone sperando che possa restargli amico per una vita. Un teatro in cui qualcuno spicca sempre più degli altri per come quella sfera la tratta. A volte però capita che sia anche la fame a fare la differenza. La voglia di fare di quel terreno angusto il proprio luogo, senza se e senza ma. Christos Kourfalidis in un caldo pomeriggio di Salonicco, qualche anno fa, sorprese tutti, persino Riccardo Guffanti – oggi capo area scouting del Cagliari – che come prima cosa quando arrivò sull’Isola decise di spingere per portare il ragazzo ad Asseminello. Una scelta vincente e che oggi ha portato sino alla possibilità di vedere nel giovane greco una delle poche certezze per il futuro rossoblù.
Conferma
Protagonista con la Primavera di Alessandro Agostini, ma anche pronto a mettersi al servizio della prima squadra. L’ultima stagione di Kourfalidis si può riassumere così. L’importanza nello scacchiere dell’under 19 rossoblù è stata chiara sin dall’inizio della stagione. Dopo la crescita nel lungo periodo nella stagione 2020-2021, il classe 2002 ha saputo confermarsi. Non solo come moderno centrocampista box-to-box ma anche come leader emotivo della squadra. Un fatto confermato anche dall’aver indossato la fascia da capitano di una squadra che ha concluso un cammino entusiasmante fino almeno alla semifinale del torneo Primavera contro l’Inter, quando ha sprecato il vantaggio di 3-0 in pochi minuti lasciando spazio più alla paura che alle consapevolezze acquisite nel tempo di un’annata. Un risultato che non cancella quanto visto in tutto l’arco della stagione e che non mette in ombra il campionato di Kourfalidis.
Cosa può dare
Nel 4-3-3 di Agostini, il greco ha quasi sempre occupato la posizione di mezzala, giocando sia a destra a che a sinistra, lato quest’ultimo in cui ha costruito una buona intesa con un altro giocatore interessante dell’undici cagliaritano, quel Jacopo Desogus che potrebbe fare lo stesso tragitto del suo capitano. Kourfalidis ha però occupato anche lo spot di mediano davanti alla difesa quando il tecnico di Vinci ha optato per il 4-2-3-1. Un modulo in cui sono state evidenziate specialmente le capacità nell’interdizione, ma anche quelle tecniche nel dare respiro al palleggio della squadra. Nella fase di non possesso viene spesso fuori ancora quella fame di recuperare la sfera che aveva impressionato Guffanti. Una fame che se agli inizi si poteva trasformare in voracità, nell’ultimo anno ha visto qualche miglioramento nel controllo. Un passaggio determinante anche per essere convincente in chiave prima squadra, con cui il greco ha giocato quattro partite tra Serie A e Coppa Italia, adattandosi a un altro spartito, il 3-5-2 di marca mazzarriana. Kourfalidis non è un regista, uno dei ruoli in cui il Cagliari ha sempre faticato a trovare una guida negli ultimi anni, ma non per questo è avulso dal saper giocare il pallone e dal saperlo ripulire. Ciò che però Liverani può avere da Kourfalidis sono quegli strappi palla al piede che negli ultimi due anni sono stati nelle corde di Razvan Marin, ormai sempre più vicino all’Empoli. Il piede non è lo stesso dell’ex Ajax, ma il greco sa unire gamba e qualità, e ha dimostrato spesso di poter produrre qualcosa di positivo per i compagni. Ne sono una testimonianza i sei assist fatti registrare in stagione, uniti ai tre gol frutto delle capacità di accompagnare l’azione offensiva con gli inserimenti, dettati dalle buone intuizioni nella lettura e nell’attacco degli spazi. Altra capacità mancata in diverse occasioni al Cagliari dei grandi.
Possibilità
Quello della Serie B potrebbe essere il palcoscenico giusto per permettere una crescita ulteriore al ventenne greco, che aveva dimostrato di sapersi ben inserire nel contesto della prima squadra specialmente nelle uscite di Coppa Italia. Prove che probabilmente lo hanno definitivamente fatto finire sotto i radar della nazionale maggiore ellenica, da cui già lo scorso marzo era arrivata la chiamata. I margini di miglioramento ci sono, soprattutto negli ultimi venticinque metri, area in cui ha già dimostrato di poter fare male dalla distanza, e nel saper dosare le forze nell’arco dei novanta minuti. Dalla sua parte sono già però presenti quel coraggio e quella voglia di lottare che in un campionato difficile come quello cadetto 2022-2023 saranno imprescindibili per un Cagliari che nonostante le difficoltà vorrà provare a dire la sua.
Matteo Cardia