L’attimo fuggente di Venezia che si trasforma in dramma. Come tanti altri attimi durante la stagione sia con la maglia del Cagliari che nella fugace apparizione in azzurro. Joao Pedro è ormai agli sgoccioli della sua avventura in rossoblù dopo 8 stagioni, 270 presenze e 86 reti tra Serie A, Serie B e Coppa Italia.
Capitano mio capitano
Numeri che non sono bastati al numero dieci brasiliano per ottenere quel rinnovo di contratto richiesto nelle ultime due annate. Scadenza giugno 2023, l’accordo tra il Cagliari e Joao Pedro è rimasto tale nonostante i gol – tanti – e il grande rifiuto all’Atlanta della scorsa estate. Fascia di capitano al braccio, ruolo di leader sia in campo che nello spogliatoio, il numero 10 di Ipatinga ha visto passare tanti compagni dallo stipendio importante senza vedere finalizzato il rinnovo del suo contratto. Da Godín a Keita per citare i due più importanti, Joao Pedro è diventato l’esempio della meritocrazia al contrario. Non sono bastati i gol decisivi che l’hanno portato fino alla maglia azzurra, non è bastato il legame con la piazza e la maglia, non è bastata la volontà di restare in Sardegna nonostante i tanti dollari offerti dalla MLS. Ecco che la cessione, a un anno dalla scadenza dell’accordo con la società rossoblù, diventa una logica conseguenza.
Il Bosforo chiama
Monza e Salernitana ci hanno provato, ma tra difficoltà a raggiungere le richieste del giocatore e l’ambizione di Joao Pedro di andare oltre la semplice lotta salvezza sono state costrette al passo indietro. Il Torino in prima fila, ma nel caso dei Granata è l’offerta presentata al Cagliari a non aver trovato la risposta sperata. Così, all’improvviso, le sirene turche sono arrivate fino alla Sardegna e il Galatasaray sarebbe pronto all’affondo decisivo. Con il brasiliano convinto ad accettare l’offerta del giallorossi di Istanbul, mentre Tommaso Giulini avrebbe già dato il suo assenso agli otto milioni messi sul piatto dai turchi. Joao Pedro così vedrebbe accontentato il desiderio di competitività, senza peraltro vestire un’altra maglia in Italia oltre quella del suo Cagliari.
Volontà
Il silenzio in cui si è chiuso il quasi ex numero dieci rossoblù ha fatto rumore. Nessuna dichiarazione, nessun messaggio affidato ai social. Anche perché – come da copione – senza autorizzazione del club è impossibile per Joao Pedro non pagare le conseguenze di eventuali parole. Dal Brasile – dov’è tutt’ora in vacanza – aspetta il suo destino con l’idea di chiudere ogni discorso prima del raduno previsto ad Assemini per domenica 3 luglio. Onde evitare di ritrovarsi in rossoblù da separato in casa, con un rapporto con la società che appare ormai deteriorato e in attesa soltanto dei saluti di rito. Dimenticarsi di quanto fatto da Joao Pedro soprattutto nelle ultime tre stagioni – a prescindere dalla flessione finale di quella appena chiusa – sarebbe fare torto a un giocatore che ha tirato la carretta più di quanto ci si sarebbe aspettati. E che ha restituito con gli interessi quanto ricevuto nei momenti di difficoltà, in campo come fuori dal campo quando ad esempio arrivò la squalifica per doping. Una storia che avrebbe dovuto finire diversamente. Bandiera o non bandiera, perché se è vero che il brasiliano – come detto da Liverani ai microfoni di Sky Sport – ha espresso la volontà di finire l’ultima stagione del contratto in Serie A, è anche vero che gli affari si fanno in tre. E il Cagliari, dalla propria posizione, non sembra aver mai provato la carta della permanenza. Lo dicono i due anni di silenzio sul rinnovo, lo dicono le cessioni in serie di una rivoluzione che non risparmia nemmeno Joao Pedro.
Matteo Zizola