“È difficile avere una convinzione precisa quando si parla delle ragioni del cuore“. Una frase del libro di Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira, che ben si sposa con le emozioni e le parole di Gastón Pereiro da Montevideo. Un pensiero al Nacional, club che lo ha lanciato e nel quale ha passato in prestito i primi sei mesi del 2023, e un altro al Cagliari, società che ne detiene il cartellino e che ritroverà a luglio dopo la fine dell’esperienza in patria.
Scommessa
Le ragioni del cuore, ma non solo. “La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro“, un consiglio che per Pereiro vale oggi più di ieri. Il trequartista uruguaiano è pronto a tornare in Sardegna, il prestito secco al Nacional non andato come sperato. Non solo per il calciatore e per il club di Montevideo, ma anche per il Cagliari. Che, contribuendo a parte dell’ingaggio, ha provato la carta della rinascita del Tonga. Sei mesi in patria per ritrovare il Pereiro versione PSV Eindhoven, la vetrina della Copa Libertadores utile più in vista del mercato e di possibili pretendenti che per riavere con sé il trequartista rigenerato. Ventidue presenze con la maglia del Nacional tra campionato e coppe, tre i gol a tabellino, il tutto condito dall’ormai nota difficoltà a trovare una posizione stabile in campo. Nonostante l’arrivo di Gutierrez sulla panchina del Bolso, l’allenatore che lo lanciò in prima squadra nel lontano 2013 e che ha provato a riportare Pereiro ai fasti del passato. Senza riuscirci, nonostante la stima. Ora per il Tonga arriva il momento del rientro in Sardegna e più si avvicina la data fatidica del 10 luglio più il fantasista di Montevideo prova a riallacciare – almeno a parole – il rapporto con i rossoblù.
Ritorno e andata
“Il Cagliari è salito in Serie A, mi piacerebbe restarci. Lo farei con grande piacere“. Una dichiarazione distensiva dopo le tante piene di amore per il Nacional e ricche di speranza per un futuro ancora con la maglia del Tricolor. E, come accaduto all’inizio di ogni stagione in Sardegna, ecco aprirsi il tema dell’utilità o meno di Pereiro per il Cagliari. Ci avevano provato Maran e Zenga, poi Di Francesco e Semplici, quindi Mazzarri con il quale il Tonga ha vissuto il suo apice in Italia prima di tornare nell’ombra. La discesa in Serie B sembrava poter essere il momento del rilancio, ma dopo il gol alla prima di campionato a Como a evitare la sconfitta anche Liverani ha alzato bandiera bianca. Con l’arrivo di Ranieri l’idea che la cura Sir Claudio potesse rigenerarlo, ma dopo pochi giorni è arrivata la fuga inattesa verso il Paese natale e il prestito al Nacional. Con buona pace della società rossoblù, messa con le spalle al muro e quasi costretta ad accontentare il desiderio di Pereiro di ritrovarsi prima mentalmente e poi come calciatore. La promozione potrebbe così regalare una nuova occasione al fu numero 20, d’altronde il mantra degli ultimi mesi è che con Ranieri tutto sia possibile. La crescita dei vari Makoumbou, Zappa, Dossena e compagnia un esempio che può valere anche per il Tonga, ma a spegnere l’idea di una possibilità concreta basta ricordare le parole dell’allenatore rossoblù dello scorso gennaio poco dopo l’addio dell’uruguaiano: “Pereiro è un ottimo giocatore, ma per il mio calcio ho bisogno di gente veloce, che pensi velocemente, che non mi tenga palla, che giochi possibilmente in verticale. Pereiro è un’artista del calcio, però secondo me aveva bisogno di un altro tipo di squadra o di campionato“.
Un estate che parte con una salita all’orizzonte, insomma. Perché Pereiro, prima di convincere l’ambiente rossoblù, dovrà soprattutto convincere Ranieri. Cambiando se stesso, modificando il proprio gioco e il proprio atteggiamento. Impresa titanica, a maggior ragione dopo una seconda parte di stagione vissuta lontano mentre il Cagliari risaliva la china fino a conquistare la promozione. Difficile pensare a un Pereiro ai nastri di partenza quando prenderà il via il campionato di Serie A, più probabile che la società rossoblù cerchi una soluzione – magari definitiva – per dividersi e non ritrovarsi più. Che sia nuovamente al Nacional – complicato – o altrove, Olanda, Spagna, Stati Uniti. C’è un ingaggio pesante, c’è un giocatore per certi versi anacronistico e che poco si sposa con il gioco diretto e rapido di Ranieri. Sempre che il Tonga non giochi tutte le carte possibili per cambiare il proprio destino in Sardegna e dare continuità alle poche – ma importanti – fiammate mostrate con la maglia del Cagliari. Al contrario la scommessa del gennaio 2020 sarà definitivamente persa.
Matteo Zizola