Dettagli, episodi, errori individuali. Il Cagliari ha perso la difesa, proprio nel momento in cui sembrava che le iniziali difficoltà fossero state risolte. Fabio Liverani ha così il compito e la necessità di ritrovare certezze nella retroguardia, perse nuovamente dopo che il pareggio di Genova aveva parzialmente cancellato la debacle contro il Venezia.
Leadership
Per capire i problemi spesso occorre fare un passo indietro. Riavvolgere il nastro e tornare alla costruzione della rosa per la Serie B, con scelte che hanno portato alle conseguenze attuali. Una difesa giovane in diversi interpreti, con altri in cerca di rilancio e solo un giocatore di esperienza. Il leader carismatico avrebbe dovuto essere Edoardo Goldaniga, di fianco Giorgio Altare che dopo l’ottima seconda parte di stagione in Serie A sembrava pronto a prendere le redini della retroguardia. L’ex Olbia, però, pur considerando l’exploit con Mazzarri in panchina, ha pagato almeno tre fattori. I primi due tattici e che rispondono all’idea di calcio di Liverani. La costruzione dal basso e compiti da regista difensivo che ne hanno enfatizzato i difetti senza esaltarne i pregi, la difesa a quattro come novità rispetto a quella a tre nella quale bene aveva fatto nella massima serie. Il terzo è un semplice fattore di esperienza, perché le ottime impressioni lasciate nonostante la retrocessione hanno fatto dimenticare che Altare a inizio campionato vantava soltanto 19 presenze in Serie A e nessuna in cadetteria. Lo stesso Goldaniga, pur con una militanza importante nel massimo campionato, in B partiva con un passato da 35 apparizioni, non esattamente uno specialista. Alberto Dossena aveva soltanto dieci presenze nel torneo cadetto prima di approdare in Sardegna, Adam Obert era alla sua prima volta in B, mentre Elio Capradossi quello con maggiore militanza in seconda divisione, 117 presenze prima di vestire la maglia rossoblù. Esperienza dunque come chiave dei problemi, d’altronde guardando alle concorrenti – e al passato – l’assenza di un centrale di categoria pur se non di nome è quasi un unicum nel caso del Cagliari.
Esempi
Il Frosinone, primo in classifica a sorpresa, è un esempio – ma non il solo – di quanto conti il fattore conoscenza della Serie B quando si parla di reparto arretrato. La coppia Sampirisi-Szyminski, infatti, vanta un totale di quasi 300 apparizioni in cadetteria. La Reggina seconda ha in Gagliolo e Cionek i suoi centrali, il primo di 32 anni e il secondo di 36. Il Genoa affianca al giovane Dragusin il più esperto Bani, ma proprio i liguri sono la conferma delle difficoltà della squadra di Liverani. Stessa struttura difensiva alla voce esperienza, stessi o simili problemi di aspettative momentaneamente disattese. Il Parma affianca ai più giovani Osorio e Circati il navigato Romagnoli, la Ternana presenta Sorensen, Mantovani e l’ex rossoblù Capuano. Il Bari ha in Di Cesare, 39 anni, la guida d’esperienza, senza contare Vicari – 28 anni – e Terranova con 35. Perfino il Sudtirol ha portato a Bolzano Masiello per supportare un reparto non giovanissimo, ma senza trascorsi in B. L’Ascoli ha in Botteghin il leader, 35 anni che parlano da soli, il Brescia pur con la giovane età ha in Cistana, Papetti e Mangraviti giocatori con già un certo trascorso in cadetteria. Se poi si vanno ad analizzare le ultime squadre che hanno raggiunto la promozione, il Lecce della passata stagione non poteva prescindere da Lucioni, classe ’87 e vero e proprio specialista della B, la Cremonese affiancava Bianchetti e i giovani come Okoli, il Monza schierava Sampirisi, Caldirola e Paletta nella linea arretrata. Prima ancora l’Empoli 2020-21 era guidato in difesa dal già citato Romagnoli, il Benevento che dominò nel 2019-20 aveva una batteria di centrali tutti esperti come Caldirola, Tuia, Volta e Antei. Lo stesso Cagliari della promozione con Rastelli, pur non avendo l’uomo dalla lunga militanza in cadetteria tra i difensori centrali – Ceppitelli, Salomon, Krajnc, Capuano – compensava con Marco Storari tra i pali.
Bisogni
Uno degli obiettivi del prossimo mercato di gennaio, dunque, potrebbe – o dovrebbe – essere un nuovo difensore che possa togliere eccessiva responsabilità a chi fa parte della rosa attuale. Non dunque un problema di qualità, ma piuttosto di mentalità e di capacità di sopportare la pressione. Una guida che non può essere a oggi Altare, non sembra esserlo Capradossi, non possono sicuramente esserlo Dossena od Obert. Nemmeno Goldaniga, nonostante la sua assenza si sia fatta sentire e non poco. Perché senza l’ex Sassuolo sono tornati i problemi che sembravano risolti, non tanto per i demeriti di chi l’ha rimpiazzato – Capradossi tolto Bolzano ha risposto all’appello – quanto per il cambio che ha portato, ad esempio, Altare a spostarsi sul centro destra, ulteriore aspetto che non ne favorisce le prestazioni. Difficile che Goldaniga possa recuperare la piena forma in vista della gara di Frosinone alla ripresa del campionato, ma Liverani dovrà comunque trovare la quadra per riportare il sereno davanti a Radunovic. Al contrario ogni sforzo potrebbe essere reso vano dai dettagli, dai famosi episodi che però non appaiono casuali.
Matteo Zizola