Signori, il Cagliari è tornato. E alzi la mano chi, dopo una prima parte di stagione da incubo, si sarebbe aspettato di pronunciare ancora in questo campionato una frase del genere. Guardare solo al rimpianto per il pari (1-1 alla Unipol Domus) subito in rimonta nel finale dal Napoli, oppure concentrarsi sugli errori sotto porta o sulle tante assenze importanti nei partenopei, sarebbe come fissare il dito invece che guardare una luna che fa ben sperare nella corsa salvezza.
Dominio
Del pareggio di intensità e ricco di emozioni forti, fuori e dentro il terreno di gioco, contro il Napoli di Luciano Spalletti al Cagliari di Walter Mazzarri deve rimanere una sola cosa: la prestazione. Il miglior Cagliari della stagione ha per lunghi tratti dominato gli azzurri che tentavano l’assalto alla vetta della classifica e che si stanno giocando da inizio anno lo scudetto. Lo dicono i numeri, ma bastavano le sensazioni della Unipol Domus: piena e nuovamente euforica dopo tanto, troppo, tempo. Per l’analisi a freddo i dati della Lega dicono: 2 parate per Cragno, 4 per il collega Ospina, 13 tiri totali dei sardi contro i 7 dei campani (5 in porta per i primi, 3 per i secondi), 10 occasioni da gol create contro le 4 partenopee. A mancare, al di là dell’occasione concessa in maniera troppo morbida a Osimhen nel gol subito (troppo spazio per Mario Rui, uscita ritardata di Cragno e marcatura fuori tempo sulla forte punta degli azzurri), è stato più che altro il cinismo. Il Cagliari con un Napoli alle corde ha mancato in più occasioni il colpo del definitivo ko. Ed è forse questo l’ultimo step che deve trovare nella testa dei suoi Walter Mazzarri per avere a tutti gli effetti una squadra pronta a salvarsi prima degli ultimi giri del campionato, in cui la frenesia può giocare brutti scherzi a tutti.
Individualità e gruppo
Tanti singoli al top ma soprattutto un meccanismo di squadra che ora convince. Questo il nuovo formato Cagliari per famiglie nel 2022. Lovato comanda la difesa come se avesse 30 anni e come se giocasse in Sardegna da una vita, il tutto dopo una settimana in cui praticamente non si è mai allenato con la squadra per un problema muscolare. Altare, reo della marcatura non impeccabile su Osimhen, ha comunque fatto una grandissima prova per quasi tutti i 90 minuti e i 9 recuperi decisivi in difesa (secondo solo a Lovato con 10) lo certificano. Baselli alla prima da titolare si è inserito alla grande e ha sia cantato che portato la croce, dando anche la possibilità di rifiatare a un Marin entrato riposato e con la voglia di spaccare il mondo. E poi c’è Pereiro, che forse aveva bisogno di restare l’unico uruguaiano del Cagliari per rendere al meglio. Lui, così diverso dallo stereotipo del sudamericano tutto garra, mate e muscoli. A suon di gol e un ottimo lavoro di raccordo tra i reparti sta provando a prendere per mano i rossoblù nella rincorsa per la permanenza in Serie A. E il vero capolavoro di Mazzarri a cavallo di Natale e Capodanno è stato proprio questo, ritrovare brace ardente dalle ceneri della sfida contro l’Udinese che aveva portato alle epurazioni di Godin e Caceres. Il tecnico toscano ha lavorato sulla mente dei suoi singoli per poi creare un nuovo spirito di gruppo. La classifica dice che i sardi sono ancora lì nelle posizioni di massimo pericolo insieme al Venezia, ma il campo in questo 2022 sta raccontando di un’altra squadra. Da inizio anno i rossoblù di Mazzarri hanno raccolto 12 punti: il miglior sesto rendimento da gennaio. Soli 3 punti in meno del Napoli, che sarebbe primo nella classifica dell’anno solare, con 15 punti. E le dirette avversarie per la salvezza come stanno andando? La Salernitana con 6 punti sarebbe quindicesima, il Venezia (5) sedicesima, il Genoa (5 punti) diciassettesima e l’Udinese (sempre 5 punti) diciottesima.
Roberto Pinna