agenzia-garau-centotrentuno

Cagliari, il paradosso di Obert: titolare contro le grandi e un futuro da scrivere

Scopri il nostro canale su Telegramle-notizie-di-centotrentuno-su-telegram
sardares
sardares

Affermazione, proposizione, tesi, opinione che, per il suo contenuto o per la forma in cui è espressa, appare contraria all’opinione comune o alla verosimiglianza e riesce perciò sorprendente o incredibile: è la definizione di paradosso come si legge nell’Enciclopedia Treccani. Nel Cagliari 2023-24 esiste il paradosso di Adam Obert, un processo per il quale da una parte c’è il giovane difensore slovacco, inesperto per la categoria e con la necessità di crescere senza correre il rischio di bruciarsi e, dall’altra, c’è la scelta di Claudio Ranieri sul suo utilizzo.

La legge di Adam

Dodici presenze nella massima serie in questa stagione, sette quelle dal primo minuto. Dati che parlano di un utilizzo limitato, ma che nascondono un dettaglio che è la causa del cosiddetto paradosso di Obert. Perché il classe 2002 di Bratislava ha sì giocato poco dall’inizio, ma lo ha sempre fatto in partite particolari. Non negli scontri diretti, non in gare sulla carta più abbordabili delle altre, ma in grandi occasioni. Tolto l’esordio stagionale a Torino contro i granata, infatti, Obert è stato scelto da Ranieri tra i titolari sia all’andata che al ritorno contro Inter e Roma, nella trasferta di Bergamo contro l’Atalanta a settembre e, infine, nella sconfitta casalinga contro la Lazio. Due pareggi e cinque sconfitte, alcune delle quali pesanti. Un totale di diciassette reti subite in sette sfide, un dato negativo che, però, non può non essere valutato considerando il peso dell’avversario e il momento della stagione. E che cozzano con l’idea di protezione di un giocatore che ha dimostrato di poter avere un futuro roseo, ma che corre il rischio di scottarsi di fronte alle difficoltà mostrate alla (complicata) prova dei fatti. A Cagliari Obert ha vissuto un campionato in chiaroscuro, ma allo stesso tempo la sua futuribilità è confermata dalla crescita esponenziale con la maglia della nazionale slovacca che ha fatto da contraltare in campo internazionale. Dopo l’esordio contro il Cile nell’amichevole del novembre 2022, appena dieci minuti in campo, il commissario tecnico della Slovacchia – e allenatore del Napoli – Francesco Calzona ha scelto il classe 2002 rossoblù come perno della sua difesa nelle ultime due amichevoli disputate lo scorso marzo, contro l’Austria prima e contro la Norvegia di Haaland poi. Trovando risposte positive, con un ruolo da difensore centrale della difesa a 4 che non è stata la prima opzione quando schierato da Ranieri in Serie A. E con l’obiettivo più che raggiungibile di una maglia da protagonista anche a EURO 2024.

Conferma

Il futuro, quello prossimo chiamato Juventus e quello più a medio-lungo termine. Partendo dai bianconeri, con Obert che si candida per una maglia da titolare e proverà a vincere la doppia concorrenza. La prima di natura tattica, con il dubbio tra la difesa a quattro – che lo vedrebbe probabilmente scalzato dal duo Dossena-Mina – e quella a tre. La seconda proprio collegata a quest’ultima possibilità, con la sfida nella sfida che lo vedrebbe contendere una delle due maglie al fianco del colombiano con i vari Dossena, Hatzidiakos e Wieteska. La Juventus, d’altro canto, rappresenta un nuovo avversario di quelli sulla carta quasi impossibili, dettaglio che porterebbe alla forte candidatura dello slovacco per rispettare il Paradosso di Obert visto durante questa stagione. E proseguendo nell’idea di Ranieri di un ragazzo dal futuro assicurato, uno da grandi palcoscenici, come appunto le gare nelle quali è stato chiamato in causa. Era l’antivigilia di Roma-Cagliari dello scorso febbraio e Sir Claudio così si espresse in merito al classe 2002 ex Sampdoria: “Con lui farei come con i polpi, gli mangerei la testa. Perché è un giocatore fortissimo e gliel’ho detto sempre, mi dispiace che diventerà come lo immagino a ventotto-ventinove anni e ora si sta perdendo tante partite di campionato. Perché lui è un giocatore di calcio, ma di grossi livelli. Spero ce lo faccia vedere“. E nonostante le difficoltà delle precedenti apparizioni dal primo minuto, una prima risposta agli stimoli del tecnico rossoblù è arrivata nell’ultima trasferta di San Siro, nella quale Obert non solo ha messo in mostra solidità difensiva, ma è stato anche protagonista in fase offensiva aprendo l’azione per il primo pareggio di Shomurodov – sua la palla in verticale per Luvumbo – e facendo altrettanto con un imperioso colpo di testa a sovrastare Arnautovic nella giocata del 2-2 finale di Viola.

Orizzonti

C’è poi il futuro a medio-lungo termine, con il rinnovo del contratto con il Cagliari fino al 2027 con opzione in mano al club anche per il 2028 firmato lo scorso agosto. Un accordo che sembrerebbe dare a Obert un ruolo da punto fermo in rossoblù, ma che allo stesso tempo non garantisce la sua permanenza. Perché la stagione in corso, con la titolarità limitata e solo in gare complesse, ha da una parte tolto minutaggio in un periodo fondamentale per la crescita sportiva e dall’altra ha messo a dura prova la sua capacità di competere a certi livelli. Il rischio di bruciarsi molto, forse troppo alto, senza dimenticare quando a gennaio il suo nome era finito prepotentemente nella trattativa, poi sfumata, per portare Daniele Verde in Sardegna dallo Spezia. Con proprio il difensore slovacco a esprimere il suo niet, per la voglia di dimostrare il proprio valore nella massima serie, per il Cagliari e per Ranieri. “Voglio fare uno step importante in questa stagione, mi sento pronto per questa annata“. Così parlò Obert dopo l’amichevole contro la Juventus Next Gen in Valle d’Aosta durante il ritiro estivo. Step che non è arrivato come forse atteso e che nel futuro che verrà non potrà più essere rimandato. La voglia di essere protagonista, di non perdere il treno, di giocare con continuità per non aspettare i ventotto-ventinove anni per diventare fortissimo come da parole di Ranieri sopra citate. E anche per la società rossoblù Obert è un tesoretto da non dilapidare, uno dei pochi elementi futuribili sia in campo che dal punto di vista economico. Prima la salvezza, poi l’Europeo, poi si vedrà. Intanto arriva la Juventus e Obert non vuole fermarsi. Scelte di Sir Claudio permettendo.

Matteo Zizola

 
Notifiche
Avvisami se ci sono
guest
3 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti