La strada verso la salvezza è fatta di mille strappi, di salite e di discese che si rincorrono per tutto un campionato. Per dare forza alla propria pedalata i mezzi sono diversi ma il principale rimane il gol. Un gol che sta mancando al Cagliari di Walter Mazzarri, con un attacco che nelle ultime tre gare non è mai andato a segno.
Difficoltà
Contro lo Spezia di Thiago Motta l’unico tiro nello specchio è arrivato quando il Cagliari era già sotto di due reti e a colpire il pallone è stato Giorgio Altare su calcio d’angolo. Per tutti i 90’ il reparto avanzato rossoblù ha fatto fatica a produrre pericoli. Le idee negli ultimi trenta metri sono parse confuse, figlie della difficoltà nell’interpretazione di un 3-4-2-1 che fino a ora non sembra essere entrato nella mente e nelle gambe degli interpreti isolani. Nella sfida del Picco Daniele Baselli è stato l’uomo incaricato di legare il centrocampo all’attacco insieme a Joao Pedro, dietro l’unica punta Leonardo Pavoletti, tornato al centro dell’attacco dopo sei partite. La scelta del livornese sembrava poter rispondere alla fisicità della difesa spezzina ma anche favorire l’accompagnamento dell’azione sia nella zona centrale della trequarti che sugli esterni. I rossoblù però hanno avuto difficoltà sia a trovare l’ex Sassuolo che a costruire situazioni di superiorità numerica sia con Joao Pedro che con il centrocampista ex Torino, rimasti spesso lontani dalla porta. I numeri di fine partita testimoniano l’assenza di pericolosità: solo un tiro, fuori dallo specchio, per Joao Pedro e Leonardo Pavoletti, zero quelli effettuati dai subentranti Gaston Pereiro e Keita Baldè. A rappresentare il maggior pericolo è stato sorprendentemente Alberto Grassi con due tiri, finiti entrambi però sul fondo. Così come accaduto con la Lazio, in cui Marin fu il giocatore a rendersi più pericoloso tra gli undici di Mazzarri, anche contro lo Spezia è stato un centrocampista a tentare di impensierire più volte il portiere avversario. Se il rumeno aveva svolto in parte il compito costruito da Mazzarri per lui, per l’ex Parma si tratta di un extra che dimostra le difficoltà del reparto avanzato rossoblù nel rendersi pericoloso.
Chiavi
Nessun attaccante isolano nelle ultime tre partite è andato a segno. Prima delle ultime due gare, giocate contro la Lazio e i liguri, il Cagliari era riuscito ad andare sempre in rete, fermandosi solo in occasione dell’unica sconfitta di gennaio contro la Roma. La crescita di Gaston Pereiro, le buone prove di Pavoletti e il ritorno nel capoluogo di Keita Balde, oltre al sempre presente Joao Pedro, offrono più possibilità a Mazzarri che dovrà ora provare a dare una quadra a un reparto che appare soprattutto orfano del proprio capitano. Joao Pedro sembra condizionato da una posizione che lo tiene più lontano dalla porta, senza la possibilità di sfogare le proprie abilità nell’uno contro uno e di attacco dello spazio. Una difficoltà ancora più evidente con lo schema ad albero di Natale impiegato negli ultimi turni dal tecnico toscano e confermata anche nel momento in cui il Cagliari, per cercare di riaprire la gara contro gli spezzini, è passato al 4-2-3-1. Una maggiore produzione offensiva potrebbe passare anche però da un riequilibrio dei compiti a metà campo. Dall’inserimento di un giocatore con diversi compiti tra fase di possesso e di copertura, il caso di Marin contro la Lazio e di Baselli contro lo Spezia, il Cagliari sembra meno compatto anche nell’accompagnare l’azione a ridosso dell’area avversaria.
Ritrovare fiducia sotto porta sarà l’imperativo del futuro per il Cagliari di Mazzarri. Il tecnico toscano potrà scegliere se ampliare le proprie rotazioni di un attacco completamente a disposizione dopo mesi di affanno e assenze momentanee. Tornare sui propri passi e riaffidarsi alla stabilità e alla semplicità tattica vista tra gennaio e febbraio potrebbe essere una chiave per ridare serenità a un gruppo che dopo la sconfitta contro la Lazio sembra aver perso fame.
Matteo Cardia