Necessità di correggere il tiro oppure occasione per il salto di qualità, il mercato di gennaio è per ogni società un momento importante per provare a dare una sterzata alla propria stagione. Il Cagliari, lontano dalle aspettative dopo il girone di andata della Serie B, ha già portato a termine il primo e più importante acquisto. Non in campo, ma in panchina con il ritorno di Claudio Ranieri in Sardegna al posto di Fabio Liverani.
Meteore e B
Sarà proprio il tecnico di Testaccio a tracciare le linee guida per il Cagliari che verrà. Prima l’analisi della rosa a disposizione tra allenamenti e primo impegno in campionato contro il Como, poi la probabile discesa sul mercato per puntellare il gruppo a disposizione. Assieme all’altro uomo nuovo Nereo Bonato, direttore sportivo che ha rimpiazzato Stefano Capozucca, Ranieri cercherà di rinsaldare la squadra per provare a risalire la china in classifica. Non un compito facile, guardando al passato il Cagliari del presidente Giulini non ha quasi mai trovato dal mercato invernale una spinta decisiva. Dalla stagione 2014-15, prima del patron milanese come proprietario del club, sono stati pochi i colpi a metà stagione che hanno cambiato le sorti della squadra in maniera importante. Il primo anno il Cagliari stazionava nei bassifondi della classifica di Serie A e gennaio divenne l’occasione per una mini rivoluzione a caccia della risalita verso la salvezza. Salvezza che non arrivò anche perché i nuovi innesti non furono capaci di aggiungere qualità alla rosa. Il portiere Brkic rimpiazzò il duo Cragno-Colombi senza successo, Diakite e Gonzalez non sistemarono una difesa dai problemi zemaniani, la meteora Husbauer raccolse soltanto 21 minuti in due presenze, mentre in attacco Mpoku e Cop misero in mostra alcuni colpi illusori senza incidere particolarmente, con il congolese che mise a segno tre reti e il croato quattro.
Tranquillità
La discesa in Serie B significò una rosa ben assortita fin dall’estate, senza particolari necessità di interventi correttivi nel mercato invernale. Cinelli al posto di Barella – prestato al Como – e Rafael in luogo di Cragno come vice Storari gli unici movimenti di rilievo. Discorso simile al ritorno nella massima serie nella stagione successiva, quando il caso Storari – finito fuori squadra a dicembre – portò la società rossoblù allo scambio con il Milan che fece arrivare in Sardegna in prestito Gabriel. Assieme al brasiliano fu tesserato il nordcoreano Han e arrivarono Senna Miangue dall’Inter e Faragò dal Novara. Nel 2017-18 un Cagliari in posizione abbastanza sicura non intervenne a gennaio con grossi stravolgimenti, salvo poi crollare nella seconda parte di stagione fino alla salvezza al fotofinish con la decisiva vittoria di Firenze. In inverno arrivarono alla corte di Diego Lopez il difensore brasiliano Castán, il terzino mancino Lykogiannis, un giovane Caligara, l’attaccante colombiano Ceter e fu riportato in Sardegna dal prestito di Perugia il nordcoreano Han. Un anno dopo, il primo con Maran in panchina, gennaio fu l’occasione per regalare ulteriori uomini di fiducia al tecnico trentino, oltre che per provare colpi in prospettiva senza successo guardando a posteriori. Nel primo caso furono portati in Sardegna Birsa, Cacciatore e Thereau, nel secondo arrivarono Despodov e Walukiewicz, con il secondo lasciato in prestito al Pogon. Importante l’innesto in prestito dalla Roma di Luca Pellegrini, mentre di secondo piano quello di Christian Oliva dal Nacional e il rientro alla base di Alessandro Deiola dal Parma.
Occasione persa ed errori
Gennaio 2020 può essere ricordato come l’unico mercato invernale con il sapore dell’occasione persa. Il Cagliari veleggiava nei piani alti della classifica, si intravedevano le prime difficoltà dopo la sconfitta rocambolesca contro la Lazio e tra tutti i reparti risultava evidente la necessità di portare in Sardegna un difensore centrale di esperienza per continuare a inseguire il sogno europeo. Il risultato fu che non fu regalato a Maran nessun centrale difensivo, mentre arrivò a sorpresa dal PSV Eindhoven Gastón Pereiro, trequartista uruguaiano ancora oggi in cerca della propria dimensione in rossoblù. Assieme al Tonga fu Alberto Paloschi l’altra aggiunta al reparto offensivo, il resto è storia tra crisi, arrivo di Walter Zenga, stop causato dalla pandemia e una salvezza più stentata del dovuto. Da quel momento in poi il Cagliari non è più riuscito a riprendersi e gennaio è diventato il momento dei mercati senza progettualità alla caccia di correttivi mai davvero risolutori, tranne per un’eccezione a confermare la nuova regola. Eccezione chiamata Radja Nainggolan, tornato per la seconda volta in rossoblù a inizio 2021 e protagonista nella salvezza targata Semplici. Con lui ecco Rugani dalla Juventus – esperienza tutt’altro che indimenticabile, ma con un gol decisivo all’attivo – Duncan dalla Fiorentina, Calabresi dal Bologna con Faragò a fare il percorso inverso, il classico ritorno alla base di Deiola dallo Spezia e, infine, lo svincolato Asamoah. Tutti o quasi giocatori con pochi minuti nelle gambe e lontani dalla migliore condizione, aspetto che incise sul loro utilizzo e la loro efficacia. E così si arriva a un anno or sono, gennaio 2022 e Mazzarri che chiede una minirivoluzione partita con le epurazioni di Godín e Caceres dopo la sconfitta contro l’Udinese. Al loro posto Edoardo Goldaniga, ancora oggi in rossoblù, e il prestito di Matteo Lovato, entrambi protagonisti di alti e bassi e comunque incapaci di dare la sterzata decisiva per la salvezza. Il rientro di Luca Gagliano da Avellino una mossa la cui utilità si fermò alla necessità di avere una punta di ricambio al posto di Farias, senza raccogliere nulla di più del predecessore, mentre Daniele Baselli non riuscì a incidere a causa di continui problemi fisici già noti al momento del suo arrivo in prestito.
Matteo Zizola