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Cagliari: il Lecce esorcizza Venezia, ma la maturità passa per Torino

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Premessa: analizzare la stagione del Cagliari è stata fin qui una sfida anche per noi cronisti. Fin dal ritiro in Valle d’Aosta, che vi abbiamo raccontato sul posto seguendo tutti gli allenamenti, ci sembrava di intravedere un qualcosa in questa squadra, un potenziale di crescita e di gioco che da tempo non si vedeva dalle parti di Asseminello. Dei piccoli germogli che si sono scontrati fin da subito con delle oggettive difficoltà nella prima parte di stagione, accompagnate da un calciomercato fatto, come da tradizione, in base alle possibilità del bilancio, quindi senza sacrifici e in alcuni casi senza la possibilità di andare a completare al cento per cento la rosa.

Ci sono stati momenti durante la prima parte di questa Serie A dove difendere quei germogli visti in Valle d’Aosta è stato molto difficile, anche perché quando i risultati non arrivano, e giustamente la piazza mette pressioni e contesta, il dubbio di aver preso una svista è naturale venga. Dopo il 4-1 con il Lecce e questo inizio positivo di 2025 ci viene da dire però che al di là di tutto questo Cagliari di Davide Nicola ha la necessità di continuare ad essere difeso. Perché è una squadra con dei limiti evidenti, ma anche che sa fare divertire. Perché è una squadra che sicuramente andrebbe rinforzata, ma al tempo stesso ha diversi elementi che si stanno mettendo in mostra e che potrebbero essere delle scommesse vinte dal club rossoblù. E soprattutto perché è una squadra ancora non solida, ma con una sua chiara identità. E non si vedeva da anni un Cagliari con questo potenziale. Questo non significa che dopo il 4-1 rifilato in rimonta al Lecce siano solo rose e fiori per Nicola. La classifica è tornata a sorridere ma basta davvero il minimo rallentamento per tornare nelle sabbie mobili. E la sfida ulteriore ora sarà quella di avere equilibrio, per noi che vi raccontiamo quotidianamente il club, per la società che non dovrà mettere sotto il tappeto le criticità della rosa e aiutare con il mercato giusto il tecnico, e anche per la piazza che quando soffia dietro – come diceva Claudio Ranieri – garantisce diversi punti in più a stagione.

Momento
Il 4-1 al Lecce sa tanto di romanzo di formazione per il Cagliari di Nicola. Il protagonista è sempre il solito ragazzino rossoblù, un po’ scapestrato, guascone e con la fame di mangiarsi il mondo, che parte bene, attacca con voglia l’avversario e poi si addormenta alla prima vera contromossa. Per 50-60 minuti è parso di rivivere la gara di Venezia. Un Cagliari che schiumava rabbia, ma imbrigliato nei troppi tocchi del suo centrocampo e nelle amnesie in non possesso. Il gol avversario e l’inizio di ripresa sotto ritmo. Tutto faceva presagire al peggio, poi i cambi dalla panchina e il cambio di mentalità da parte della squadra, che ha saputo ruggire, recuperare e infine dilagare con un risultato rotondo che ha permesso a diversi giocatori di sbloccarsi, oppure a un Nadir Zortea in formato super di confermarsi, e che dà maggiori consapevolezze per il futuro.

Gaetano è mille colori
Il ritorno al gol di Gianluca Gaetano, atteso mesi, è la nota positiva dentro le note positive per Nicola. Il ragazzo napoletano sembrava fuori giri anche mentalmente all’interno del progetto rossoblù e lui stesso a fine gara ha confermato la fatica anche dal punto di vista psicologico fatta in questi mesi di rendimento al ribasso: “È stato un periodo duro e non mi nascondo, ma ci ho sempre creduto e ora voglio essere decisivo come in passato per questa squadra”. E in effetti se il Cagliari avesse un Gaetano formato inverno 2024 sarebbe tutto in discesa il discorso per la permanenza in Serie A. Se l’ex Napoli ora tenesse un buon rendimento e il mercato portasse un attaccante duttile e in grado di fare da spalla a Piccoli il Cagliari sarebbe probabilmente quasi al completo dal punto di vista di alchimia per continuare a crescere.

Attenzione all’orizzonte
Il rischio principale ora è quello di abbassare il livello di allerta. Errore in cui ciclicamente il Cagliari è incappato in questi anni. Per continuare a coltivare al meglio quei germogli valdostani serve continuità. E per la costanza è fondamentale continuare a lavorare a testa bassa. Il Cagliari nel prossimo turno andrà a Torino in una trasferta dove ha tutto da guadagnare, condizione che non viveva dalla gara esterna di Udine nel girone d’andata. E sappiamo tutti poi come finì in Friuli. Contro il Lecce il Cagliari di Nicola ha dimostrato di aver in qualche modo imparato a venire fuori da situazioni come quella di Venezia, la presa di coscienza e il percorso verso una reale maturità ora passa nel restare affamati anche quando l’acqua non sembra alla gola. Perché deve essere chiaro che solo sentendosi perennemente costretti a fare risultato e a dimostrare il proprio valore, senza stare a ragionare troppo, questa squadra può salvarsi con meno affanni e provare a consolidare la categoria per sognare in futuro qualcosa di più grande rispetto a una salvezza alle ultime giornate.

Roberto Pinna

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