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Cagliari, il dubbio Radunovic e quel precedente di Ranieri con la Roma

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Aprile 2019, Claudio Ranieri è subentrato da quasi un mese a Eusebio Di Francesco sulla panchina della Roma. Tre gare, la vittoria all’esordio sull’Empoli e poi due sconfitte consecutive contro la SPAL in trasferta e contro il Napoli all’Olimpico. L’1-4 subito dai partenopei diventa così l’occasione di una scelta ponderata da tempo: fuori Robin Olsen, tra i pali il titolare diventa Antonio Mirante. Galeotti i tanti errori dello svedese che pochi mesi dopo raggiungerà proprio Cagliari, l’ultimo contro il Napoli a favorire il gol dell’1-2 di Mertens.

Svolta giallorossa

Nessuna alternanza, ma un accantonamento definitivo. Olsen diventa il secondo, vittima di se stesso e delle troppe disattenzioni. Mirante la soluzione di esperienza e affidabilità, portiere che vuole rilanciarsi e che prende il posto del collega per dare maggiore sicurezza a una retroguardia in difficoltà. Il risultato arriva e nelle ultime otto giornate di campionato la Roma di Sir Claudio resta imbattuta con 4 vittorie e 4 pareggi, ma soprattutto è la difesa a cambiare marcia. Sono cinque i gol subiti, altrettante le volte che la porta resta inviolata. Per confronto, nelle precedenti trenta giornate i giallorossi incassarono 43 reti, con solo 5 gare senza subire gol. Una situazione per certi versi simile a quella del Cagliari attuale, con Boris Radunovic nuovamente sul banco degli imputati dopo la sconfitta per 1-3 contro il Milan. L’estremo difensore serbo si è reso protagonista di un infortunio sportivo nella rete del pareggio firmata da Okafor, risultando anche poco reattivo in occasione del raddoppio di Tomori e, pur di fronte a una conclusione angolata e potente, troppo statico sul gol che ha chiuso la gara di Loftus-Cheek. Errori che possono capitare, ma che diventano un problema non da poco quando accadono troppo spesso. Dando alla difesa la sensazione di costante precarietà, in un circolo vizioso nel quale la retroguardia si abbassa troppo a protezione del proprio portiere e quest’ultimo ne paga le conseguenze con avversari avvicinati alla propria porta.

Tocca a Scuffet?

Il pallone perso sul cross di Pulisic che ha favorito la rete di Okafor non è il primo errore da matita rossa dell’estremo difensore serbo. Se la prima giornata non aveva dato problemi con lo 0-0 di Torino, già alla seconda contro l’Inter alcune uscite mancate e una certa staticità sul diagonale di Dumfries avevano destato i primi dubbi. Dubbi diventati certezza a Bologna, quando prima Radunovic aveva peccato di lentezza nel tuffo sul tiro di Zirkzee diretto sul suo palo, per poi preparare una vera e propria frittata all’ultimo secondo con il pallone che gli scivola dalle mani favorendo il tap-in da tre punti di Fabbian. “Per me è importante vedere come lui si mette alle spalle l’errore. Per essere un grande portiere, dopo un errore banale, ci deve essere la conferma che sia stato lasciato indietro ed è quello che io gli ho detto“. Le parole di Ranieri prima della sfida contro l’Udinese avevano trovato poi riscontro con la parata del serbo su Lucca a salvare lo 0-0, pagina voltata e nessun dubbio sulla titolarità di chi “ci ha portato in A”. Ma dopo il riscatto ecco arrivare ancora i dubbi, come sul vantaggio dell’Atalanta con Radunovic fermo sui propri passi e che non legge il lancio per De Ketelaere o, ancora, l’ultima contro il Milan. Questione mentale, forse, ma non solo. Già in cadetteria il numero uno rossoblù aveva alternato errori clamorosi a parate decisive, i playoff la cartina di tornasole che ne aveva riassunto pregi e difetti. Un aspetto tecnico da non sottovalutare, perché il classe ’96 di Belgrado si è confermato portiere da Serie A tra i pali, ma non dello stesso livello nelle uscite alte o in altre situazioni abbastanza semplici da gestire. E se il dubbio di un avvicendamento con Simone Scuffet era stato rispedito al mittente dopo Bologna da Ranieri, ora in vista della trasferta di Firenze potrebbe essere arrivato davvero il momento del portiere friulano prelevato in estate dal Cluj. Per dare maggiore serenità alla difesa, ma anche per preservare psicologicamente un Radunovic apparso in confusione. D’altronde mentalmente la sostituzione potrebbe essere una botta importante per il serbo, ma anche i continui errori non sarebbero da meno.

Matteo Zizola

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