La possibilità di imparare dalla sconfitta a volte si trasforma in obbligatorietà . Dopo la trasferta di Firenze del suo Cagliari, Claudio Ranieri ne ha preso atto senza però paure, complice l’esperienza dalla sua parte e la consapevolezza che i timori vadano accettati e poi affrontati. Sfruttando magari quella fame tipica di chi si vorrebbe prendersi tutto lo spazio possibile, perché ancora in grado di sognare qualcosa di diverso rispetto a quanto dice la realtà .
Numeri
Matteo Prati e Gaetano Oristanio. Sono i due volti giovani con cui Ranieri ha provato a rimettere in piedi la gara con la Fiorentina quando all’intervallo i rossoblù erano sotto 2-0, vittime dei propri errori e della mancanza di intensità . Il primo a provare a dare ordine alla manovra, il secondo nel tentativo di portare un po’ di brio e allargare le maglie di una difesa di Italiano che nel primo tempo aveva avuto pochi stress. L’impatto del giocatore scuola Inter è stato più evidente, quello dell’ex Spal meno ma ugualmente importante. Con il Cagliari che nonostante la decelerazione della Fiorentina è parso avere maggior ordine e maggiore fluidità di manovra in avanti rispetto a un primo tempo in cui la mediana aveva fatto fatica a venir fuori dalla propria metà campo. Un’attitudine diversa, riconosciuta da Ranieri nel post partita e dimostrata anche dai numeri rispetto ai compagni di reparto. Oristanio ha infatti giocato più palloni rispetto a Shomurodov (22 contro 15), ha recuperato tre palloni contro gli zero del giocatore uzbeko e ha provato a dare più verticalità al gioco (7 i passaggi avanti riusciti contro i 3). Ma a fare la differenza è stato un linguaggio del corpo diverso rispetto all’ex Genoa, in grado di discostarsi dai segni dell’arrendevolezza mostrati da quasi tutto il gruppo nella prima frazione. Un coraggio e una sana sfacciataggine che anche Prati ha manifestato, chiedendo e ottenendo palla più volte: 32 i palloni giocati in 50’, poco più della metà di quelli giocati da Makoumbou in 98’ sul campo, ventidue in più rispetto a Deiola. Mostrando ancora una volta la propensione per l’essere una fonte di gioco,non per soli dettami tattici ma per istinto. Avvisaglie di come tra i più giovani il messaggio di ritrovare voglia ed entusiasmo possa fare breccia più facilmente. Insieme a quello dell’intensità .
Equilibrio
Corsa intelligente, idee e cattiveria. Categorie sotto cui il Cagliari non è riuscito a classificarsi nell’ultima giornata di campionato soprattutto in un primo tempo più che complesso.
L’assenza di risultati e di verve sembra aver rotto quell’equilibrio che Ranieri aveva tentato di mantenere. A protezione di un Prati bisognoso, secondo il tecnico, di trovare le gare giuste per adattarsi alla categoria e alle sue folate di vento, e in attesa di una condizione migliore da parte di Oristanio. Un processo di crescita misurato, per cui però non sembra esserci più lo spazio, spazzato via dalla voglia mostrata dai due giocatori e dall’esigenza di dare un segnale alla squadra oltre che al campionato. Ma che dovrà essere tenuto a mente da chi osserva, perché la determinazione non nega gli errori di chi ancora dovrà definitivamente maturare. E da chi come i due under 21 proveranno a far cambiare la prospettiva, a prendersi, senza strafare, con leggerezza ma anche consapevolezza, quelle responsabilità che si è poco abituati a lasciare a chi non ha la carta d’identità sbiadita dal tempo. Per ridare così al Cagliari quell’entusiasmo andato perso per affrontare con una testa diversa prima la sfida con la Roma e poi una sosta che potrebbe essere fondamentale per il futuro.
Matteo Cardia














