Uno ci è nato, ma non ha mai vestito la maglia nerazzurra dell’Atalanta. L’altro, invece, ha visto la luce a Brescia, città rivale per eccellenza almeno a livello calcistico, e dalle parti del centro sportivo di Zingonia ha mosso i primi passi nel mondo del pallone. Bergamo in comune, la maglia rossoblù del Cagliari come punto d’incontro. Giorgio Altare e Alberto Dossena, i due alfieri della difesa di Claudio Ranieri con vista sulla Serie A da conquistare o riconquistare sul campo.
Destini incrociati
Venticinque anni da compiere, altro punto che lega Altare e Dossena, leva calcistica del ’98 con la Lombardia come punto di partenza. Il filo rosso che unisce i due difensori rossoblù non è solo quello dei natali e del percorso, fatto di prestiti e ossa da formare nei campi della provincia. C’è anche quello della crescita sportiva in Sardegna, con un inizio complicato e un’esplosione improvvisa in pieno inverno. Altare gioca solo tre minuti nel 2021 con la maglia del Cagliari, lo spezzone nel finale della sfida contro il Venezia alla Unipol Domus non è di quelli da ricordare. Errore doppio e Busio che segna il gol del pareggio in pieno recupero, rete che alla fine sarà una di quelle decisive per la retrocessione in Serie B. Dossena di minuti ne gioca qualcuno in più nella prima parte della stagione in cadetteria con il Cagliari, i sette contro il Modena e i quattro di Benevento a settembre, il minuto più recupero a Bolzano contro il Sudtirol a novembre nel quale arriva il pareggio degli uomini di Bisoli e, infine, i ventisette di Palermo nell’ultima gara con Liverani in panchina a dicembre. Poi, improvvisamente, sia per Altare nella seconda parte della stagione scorsa sia per Dossena in quella attuale il cambio di rotta. Per non uscire più dall’undici iniziale, da un giorno all’altro imprescindibili. Il treno passa, entrambi lo prendono per non scendere più fino alla fine dei rispettivi campionati.
Rinascita
Giorgio Altare cresce nelle giovanili del Milan, ma non scende mai in campo nella massima serie con la maglia rossonera. Una foto lo raffigura assieme a Calabria e Pasalic, di spalle mentre portano in trionfo Montella dopo la vittoria sul Bologna del maggio 2017 che significa ritorno in Europa. È l’unica istantanea del centrale bergamasco in rossonero, poi il prestito alla Virtus Bergamo e la cessione al Genoa. Il passaggio in Liguria è solo un momento, altro prestito direzione Feralpisalò e infine l’incontro con la Sardegna che cambierà la sua carriera. Un anno e mezzo a Olbia, il Cagliari nel mirino tanto che arriva la chiamata nell’estate del 2021, quasi 600mila euro e il trasferimento dal Genoa è completato. L’esordio in Serie A non dei più felici, ma complici le assenze Mazzarri lo tira fuori dalla calza della Befana il 6 gennaio del 2022, trasferta contro la Sampdoria con annessi tre punti portati a casa. Da quel momento Altare diventa titolare inamovibile, salta solo la gara di Bergamo a causa del coronavirus e chiude la stagione con 19 presenze e 1 gol. Già, un gol, quello di Salerno all’ultimo respiro che illude, il pareggio di Venezia annulla di fatto l’esultanza alla Tardelli dell’Arechi di una settimana prima. Arriva la Serie B e il centrale classe ’98 ha l’occasione di essere pedina fondamentale per la risalita. L’esordio stagionale con gol in Coppa Italia sembra confermarlo, il calcio di Liverani però non lo aiuta. Costruzione dal basso, maglie larghe, difesa a quattro, Altare fatica e l’errore contro il Pisa diventa un macigno che ne mina sicurezze e prestazioni. Finisce in panchina, torna in campo a Palermo e poi di nuovo fuori contro il Cosenza con Pisacane a dirigere, ma il futuro si chiama Claudio Ranieri e Altare si ritrova. Non più regista difensivo contro le sue stesse caratteristiche, ma nuovamente difensore vecchio stampo – marcature strette e dominio dei cieli – che ridà solidità alla retroguardia. Ma nelle sliding doors che sono parte della sua carriera, ecco che l’espulsione contro il Benevento e l’assenza conseguente di Bari lo riportano indietro. La difesa a quattro, il ritorno di Goldaniga, l’esplosione definitiva di Dossena significano 90 minuti contro il Genoa e tre panchine contro Venezia, Brescia e Ascoli. In attesa di avere una nuova occasione Altare incita da bordo campo e prova a farsi trovare pronto anche per pochi minuti, mostrando l’etica professionale richiesta da Ranieri a chi “giocando poco si fa trovare pronto“.
Sorpresa
Compagno e rivale per una maglia, Dossena ha scalzato di fatto Altare dal centro della nuova retroguardia a quattro di Ranieri. Arrivato in Sardegna la scorsa estate, il centrale bresciano sembrava il classico innesto di completamento del reparto. Nessuna pretesa, davanti a lui non solo il collega bergamasco ma anche i vari Goldaniga, Capradossi e perfino Obert, in silenzio in attesa della prima occasione utile. Che arriva non appena Liverani viene esonerato, perché fino a quel momento le sue apparizioni erano state limitate e utili soltanto a difendere il vantaggio negli ultimi minuti. Il 26 dicembre, Cagliari-Cosenza con Pisacane in panchina, la sorpresa. Dossena titolare al centro della difesa a tre e da quel momento il classe ’98 cresciuto nell’Atalanta non esce più dai primi undici. Con lui in campo i rossoblù perdono una sola partita – a Modena – e i gol subiti crollano vertiginosamente. Se c’è però un dettaglio che manca è proprio alla voce gol, ma non quelli concessi bensì quello che manca all’appello con la sua firma. A Cittadella ci è andato vicinissimo, ma il portiere avversario gli ha strozzato l’urlo in gola. Ma è a Brescia, la sua Brescia, che Dossena avrebbe potuto regalare a se stesso e al Cagliari la prima gioia della sua stagione. Ultimo minuto, punizione di Millico e colpo di testa da ottima posizione che finisce a lato di un niente. Una sensazione che gli manca da settembre 2021 – gol con la maglia dell’Avellino contro il Latina in Serie C – e che ha provato una sola volta in Serie B, quando con il Perugia realizzò il momentaneo gol del vantaggio – su assist di Pajac – nel pareggio contro la Cremonese dell’ottobre del 2017. “Mi aspetto più reti anche da centrocampisti e difensori, magari migliorando sulle palle inattive” le parole di Ranieri dopo il pareggio contro il Genoa. “Se ho detto qualcosa a Dossena dopo il gol sbagliato a Brescia? Lui è un ragazzo generoso, sono quegli episodi che prima o poi ci gireranno“, ancora il tecnico rossoblù prima della sfida contro l’Ascoli. Ed è questo il prossimo obiettivo di Dossena, accontentare il suo allenatore per dare un altro contributo verso il sogno chiamato Serie A.
Matteo Zizola