Una sconfitta che può diventare l’occasione per migliorare. Capire gli errori commessi, imparare e prepararsi a riprendere il percorso intrapreso nel 2022. Il Cagliari battuto tre a zero dalla Lazio non è stato tutto da buttare, la voglia non è mancata fino al fischio finale nonostante il punteggio. Restano però delle criticità evidenti da correggere per arrivare alla sfida contro lo Spezia senza scorie e negatività. Cinque punti dai quali ripartire, cinque aspetti su cui intervenire per affrontare la volata finale fin dallo scontro diretto in Liguria.
1) Joao e la porta
Il simbolo del vorrei ma non posso visto contro i biancocelesti è senza dubbio Joao Pedro. Il capitano rossoblù ha pagato il nuovo ruolo di giocatore totale, lontano dall’area di rigore e più regista offensivo. La ricerca costante del pallone tra le linee, la distanza dalla zona calda dell’attacco, la poca lucidità nei sedici metri per via del tanto lavoro sporco. Joao Pedro non è più una sorpresa per gli avversari, i gol parlano per lui. E così, tra un controllo più serrato dei difensori e una posizione in campo non più da terminale offensivo, il brasiliano ha vissuto contro la Lazio una partita condita da tanti falli subiti e poca concretezza. Riportare Joao Pedro nel cuore dell’area di rigore avversaria potrebbe essere una delle soluzioni per una squadra che contro i biancocelesti ha creato situazioni pericolose senza però mai affondare davvero dalle parti di Strakosha.
2) Pause necessarie
Furore agonistico, voglia di recuperare il risultato, pressione alta costante. Poi, però, ci sono anche gli avversari e la Lazio ha ricevuto la partita dal Cagliari su un piatto d’argento. Il pressing a tutto campo, i duelli individuali portati all’estremo, la difesa alta hanno dato a Sarri e i suoi uomini la possibilità di sfruttare al meglio le proprie armi. Ovvero la tecnica in velocità, la solidità del centrocampo e la ricerca della profondità nelle transizioni offensive rapide. Il Cagliari più che presunzione – come detto da Mazzarri – ha mostrato limiti mentali. Perché capire i momenti della partita può fare la differenza tra tenere il risultato aperto fino alla fine e vedere le porte della rimonta chiudersi con il tre a zero. I rossoblù hanno giocato a una sola velocità, quella del furore agonistico e della tanta corsa senza lucidità. A volte, al contrario, è necessario prendersi delle pause, chiudersi per calmare le acque, lasciare che siano gli altri a esporsi per provare a colpire alle spalle. Il Cagliari, invece, ha regalato alla Lazio la possibilità di sfruttare le proprie armi migliori per la troppa voglia di recuperare che si è trasformata in una sconfitta senza appello. L’atteggiamento contro i biancocelesti potrebbe però essere quello corretto contro lo Spezia, mentre qualcosa va rivisto quando si incontreranno squadre con valori tecnici superiori.
3.1) Rotazioni
Squadra che vince non si cambia, ma ora che è arrivata la sconfitta i segnali potrebbero portare verso un’altra direzione. Mazzarri dovrà cercare di riportare sulla scena quei giocatori rimasti ai margini nelle ultime settimane, tra scelte tecniche e infortuni. La stanchezza – soprattutto mentale – di alcuni degli elementi chiave pone dei dubbi sulla gestione del gruppo nella sua interezza. Altare ha commesso l’ingenuità del rigore che lo ha condizionato per tutto il prosieguo della sua partita, Carboni non è apparso quello dei giorni migliori ma attende la propria occasione. Bellanova è stato ben bloccato da Radu, ma resta l’opzione numero uno sulla fascia destra. A sinistra Dalbert è stato uno dei pochi a salvarsi, confermando l’ottimo momento e una costante crescita. Le vere possibilità sono in mediana e in attacco, soprattutto con il probabile rientro di Nahitan Nández per lo Spezia. Deiola è stato infatti il simbolo del Cagliari mister Hyde rispetto al Dottor Jekill di Torino. Tanti errori tecnici, poco filtro, scelte di gioco sbagliate che hanno prodotto rischi. Al contrario l’impatto di Baselli nonostante il risultato ha confermato la necessità di un suo pieno recupero per poter entrare nell’undici titolare. Grassi ha sofferto come tutto il centrocampo, ma non sempre ci saranno Luis Alberto e Milinkovic Savic ad attaccarlo. Marin ha ancora portato in campo il proprio motore diesel, crescendo alla distanza ma con difficoltà nel trovare la posizione corretta in campo per tutta la gara. Un restyling in mediana con i rientri di Baselli e Nández a pieno regime appare necessario per dare più gamba, freschezza e tecnica a un reparto messo sotto in lungo e in largo dai colleghi laziali.
3.2) Attacco a due punte
L’attacco ha vissuto il momento d’oro di Gastón Pereiro che si è assicurato il posto tra i titolari a suon di gol e assist. Ogni partita, però, fa storia a sé e non sempre ciò che va bene in una può avere lo stesso effetto in un’altra. Il Tonga è apparso scarico contro la Lazio, così come Joao Pedro sembra aver bisogno di rifiatare, non tanto restando fuori dai titolari ma magari con qualche sostituzione in più per fargli tirare il fiato. A spingere alle loro spalle ci sono il solito Leonardo Pavoletti e Keita Baldé. Se il livornese è stato utilizzato in corsa contro Torino e Lazio, il senegalese è rimasto in panchina per tutta la gara in entrambe le occasioni. Dal suo rientro dalla Coppa d’Africa Keita ha recitato soltanto il cameo degli ultimi minuti di Empoli, per poi restare fuori dai giochi ancora una volta. Un giocatore da ritrovare, che potrebbe essere un’arma importante con la sua velocità e caratteristiche diverse dai compagni di reparto, ma che ha pagato il buon momento dei compagni di reparto. Anche se, almeno contro la Lazio, un suo ingresso nell’ultima mezz’ora per far rifiatare Joao Pedro non sarebbe stato lesa maestà. Difficile vedere tutte le bocche di fuoco contemporaneamente, a scanso di situazioni come quella di Empoli, ma una maggiore rotazione degli attaccanti potrebbe aiutare sia Joao Pedro a ritrovare la strada del gol, sia Keita a sentirsi maggiormente coinvolto al di là delle dichiarazioni di rito di Mazzarri.
4) Palle inattive
Uno dei problemi del Cagliari è stato da sempre quello dei gol subiti su azioni da fermo. Contro la Lazio non ci sono state difficoltà su quelle difensive, ma surrealmente sono emerse quelle sui calci d’angolo a favore, senza dimenticare anche le rimesse laterali in attacco. Tra corner calciati troppo bassi e facilmente difesi dalla Lazio e, soprattutto, ripartenze pericolose subite, i rossoblù sono stati colpiti più volte subito dopo aver avuto opportunità su palla inattiva. Il fallo laterale offensivo dal quale è nato il contropiede di Immobile a seguito dell’errore di Deiola, il gol del due a zero dopo un angolo corto respinto dalla difesa – e successivo tunnel di Luis Alberto a Marin – così come già con il Napoli il pareggio arrivato dopo un angolo in attacco per il Cagliari. La voglia di mettere in difficoltà gli avversari portando molti uomini nella trequarti offensiva è una buona cosa, così come i braccetti a battere le rimesse laterali anche in zona d’attacco regalando più soluzioni di giocata e pericolosità. A volte però, come per il furore agonistico e la pressione alta, coprirsi le spalle con un giocatore in più non sarebbe sbagliato. A prescindere dal livello dell’avversario, ma a maggior ragione contro squadre dotate come la Lazio.
5) Equilibrio
Oltre alle difficoltà tattiche la sconfitta contro la Lazio ha evidenziato anche problemi mentali. La gestione della sconfitta sarà una chiave fondamentale per arrivare alla gara contro lo Spezia in salute. L’esempio di un certo nervosismo lo ha dato Lovato in pieno recupero. Il Cagliari è una squadra giovane e per questo può peccare di inesperienza in alcune situazioni. Il difensore rossoblù ha rischiato il cartellino rosso per doppia ammonizione con la partita ormai chiusa, un errore avrebbe potuto costare caro in vista della sfida salvezza. Prima il nervosismo per una decisione del guardalinee, poi la gomitata sul costato di Immobile non vista da Maresca. Ma non solo questo episodio, perché nella ripresa la tensione tra giocatori e panchina è apparsa evidente, così come quella tra chi era in campo. La frustrazione per le corse a vuoto ha fatto la propria parte, la sensazione di aver subito una Lazio più forte di quanto si pensasse pure. Ritrovare l’umiltà, non dimenticare quel girone di andata vera e propria Spada di Damocle del campionato del Cagliari, trasformare il nervosismo in energia positiva in vista del rush finale. Un equilibrio che deve diventare la stella polare sia della squadra che dell’ambiente, perché se non sono stati tutto rose e fiori i risultati positivi del nuovo anno, non bisogna buttare bambini e acqua sporca dopo la sconfitta contro i biancocelesti. Anche da questo aspetto passa la crescita del club, al contrario gli alti e bassi resteranno una costante anche in futuro.
Matteo Zizola