“Un eroe. Non l’eroe che meritavamo, ma quello di cui avevamo bisogno”. Il cavaliere oscuro con la maglia rossoblù, fascia da vice capitano e numero 14 sulle spalle, Alessandro Deiola si è ripreso il Cagliari. Il gol contro la Ternana, numero 11 nella sua carriera da poco profeta in patria, ma non solo. Una prestazione di sacrificio, prima largo a sinistra e poi, all’improvviso, centrale nella difesa a tre come nei tempi lontani da ragazzo della Primavera.
Unico
Conferenza stampa prima della trasferta di Reggio Calabria, Deiola è appena rientrato nei minuti finali della vittoria contro l’Ascoli. Claudio Ranieri, alla domanda se il sangavinese potesse diventare un’opzione alternativa a Makoumbou davanti alla difesa, così rispose: “Può farlo, è un giocatore che può stare sia davanti alla difesa che da mezzala che si inserisce”. Polivalente, insomma, in un reparto che della duttilità fa la propria forza ma anche il proprio cruccio. Il tecnico rossoblù aspettava Deiola per ritrovare quei gol che la rosa, tolti Lapadula, Pavoletti e Mancosu, sembrava non poter garantire con continuità. E non senza ragione, d’altronde in 115 presenze con la maglia del Cagliari il numero 14 aveva messo a segno – prima di quello contro la Ternana – dieci gol, la maggior parte dentro i sedici metri, frutto di inserimenti senza palla e attacco dello spazio. Solo tre le reti eccezione a confermare la regola, da fuori contro Torino e Crotone e su azione d’angolo a Como nel 2016. Gli altri, dal precedente di questa stagione contro il Brescia all’ultimo illusorio in A contro il Sassuolo tutti un po’ diversi e un po’ uguali. Limiti tecnici, sì, ma una capacità di leggere i tempi per correre verso la porta avversaria a raccogliere i palloni dei compagni come nessuno nella rosa a disposizione di Ranieri. E di fronte agli uomini di Lucarelli l’ennesimo indizio che fa prova, il senso di Deiola per il gol.
Jolly
Mediano davanti alla difesa o mezzala, questo il Sir Claudio pensiero. Finché nella settimana che ha portato alla sfida fondamentale contro la Ternana un’idea è balenata all’allenatore rossoblù. Intanto quella iniziale, con Deiola non al centro assieme a Makoumbou con Lella a sinistra nel 4-4-2, ma invertiti nelle posizioni. Libertà di attaccare in verticale, dare sfogo alla corsa senza palla senza troppe attenzioni alla protezione del congolese in mezzo al campo. Il gol logica conseguenza, Diakite sorpreso alle spalle e Iannarilli che prova ma non riesce a tenere fuori dalla rete la conclusione sottoporta. Il primo tempo vive di difficoltà, bene il gol ma il resto lascia a desiderare. Negli spogliatoi si cancella e si riparte, linea dritta sul copione della prima frazione e cambio tattico pronto. Quattro sostituzioni e una mossa da scacchista navigato che sorprende. Deiola resta in campo, ma non in mezzo, nemmeno sulla fascia, né mezzala né mediano, bensì al centro della difesa a tre a condurre le danze in impostazione e a tenere alta la linea. Il vice capitano, fascia al braccio dopo l’uscita di Pavoletti, risponde presente. Prestazione totale, non nel senso tecnico del termine, ma in quello di un giocatore capace di interpretare diversi se stesso nella stessa partita. Senza infamia e, questa volta, con più di qualche lode.
Umiltà
“Non è la prima volta che gioco da centrale, nelle giovanili l’ho sempre fatto. In settimana lo avevamo provato e io cerco di farmi trovare sempre pronto per qualsiasi esigenza del tecnico. Voglio aiutare questa squadra”. Il Deiola pensiero non sono solo parole, ma risposte date sul campo. Di un giocatore che ha nella vita da mediano – quella di Luciano Ligabue – la propria filosofia. Nato senza piedi buoni lavorare sui polmoni, cantava il cantautore di Correggio, il sacrificio nella corsa e tattico come caratteristica per compensare alcuni deficit. Che erano apparsi chiari con chi, come Liverani, gli ha dato spesso le chiavi della regia, lui che non ama i riflettori e nemmeno farsi trovare per condurre la manovra. Ognuno al proprio posto, anche a sorpresa come contro la Ternana, questa la ricetta di Ranieri che ha premiato anche se non soprattutto Deiola. La speranza che i gol, spesso decisivi, diano un risultato diverso dai quattro realizzati la passata stagione in Serie A. Tre valsero un totale di nove punti, Sampdoria e Torino in trasferta e Sassuolo in casa, solo quello contro il Milan a San Siro – il primo nella massima serie con la maglia rossoblù – inutile ai fini del risultato. E così anche in Serie B, dopo il momentaneo 2-0 contro il Brescia il vantaggio contro la Ternana, a modo suo, pronto a ricevere il cross perfetto di Nández dal lato opposto. I playoff saranno così l’occasione per riscattare una retrocessione senza grosse responsabilità, anzi, ma sentita come propria in tutto e per tutto. Perché Deiola, in fondo, non è un eroe, ma un guardiano silenzioso che vigila sul rossoblù.
Matteo Zizola