Allenatori e giocatori, tutti nella stessa carrozza nel viaggio di una stagione. I primi però sanno che ogni stazione potrebbe essere l’ultima soprattutto se i binari scelti sono quelli che portano verso orizzonti indesiderati. I giocatori invece, sono chiamati a un compito diverso, soprattutto coloro che fanno parte da tempo della stessa spedizione. Perché conoscono il tragitto più sicuro, quello che porta dritto all’obiettivo anche quando tutto sembra dire che non è possibile. E nel vagone targato Cagliari, uno di questi è sicuramente Leonardo Pavoletti.
Nel momento del bisogno
L’attaccante livornese non è mai stato uno abile nel tirarsi indietro. Ne aveva già dato prova alla sua prima stagione sull’Isola, quella 2017-2018, quando nel girone di ritorno era diventato protagonista con sei gol, di cui due cruciali per la salvezza ottenuta con Lopez in panchina: il primo in pieno recupero con il Benevento alla ventinovesima giornata, replicando quello della partita d’andata in acrobazia, e il secondo contro la Fiorentina alla penultima e decisiva gara dell’annata. Una realtà che non è cambiata, nonostante il doppio infortunio al ginocchio patito nell’annata successiva. Anche se l’arrivo di Di Francesco in Sardegna, tecnico con cui non era mai scattata la scintilla neanche quando i due si erano incrociati a Sassuolo, aveva reso più difficile il ritorno in campo. Nella prima parte della stagione 2020-2021, un solo gol in ventitré partite e diverse gare da subentrato, soprattutto nel momento in cui il Cagliari sembrava sempre più destinato a rimanere intrappolato nelle sabbie mobili della zona retrocessione. Poi, invece, sono arrivati il cambio alla guida e le scelte di Leonardo Semplici. Così il livornese è tornato in campo subito da titolare, firmando la vittoria con il Crotone necessaria a rilanciare un Cagliari alla ricerca di se stesso e della permanenza in Serie A. Da quel momento sono arrivati altri due gol pesantissimi: il primo contro il Parma, nel 4-3 storico dell’allora Sardegna Arena, e un altro ai danni del Benevento, nella vittoria per 1-3 in Campania che diede un pezzo di salvezza ai rossoblù. Zampate rimaste a segnare la stagione e le sorti di una squadra che sin dall’estate del 2017 si era affidata al numero 30 per navigare in zone tranquille della classifica.
Protagonista inaspettato
La concorrenza in aumento, un Cagliari più votato a giocare negli spazi in profondità e un nuovo cambio in panchina. Lo strano destino di Leonardo Pavoletti nella stagione 2021-2022 sembrava doversi ripetere. Dopo l’arrivo di Keita e la staffetta Semplici-Mazzarri tutto si è fatto in salita, ma i risultati, poco tempo dopo, sono tornati a bussare alla porta e a far spazio alla necessità di trovare qualcuno abituato a fare i conti con i momenti difficili. Così, dopo la prima sconfitta pesante contro l’Udinese e il primo momento umorale più basso della piazza, l’ex Genoa è tornato a rispondere presente. Due gol nelle prime due partite del 2022 contro Sampdoria e Bologna ma anche due assist nelle sei gare giocate dal livornese tra la prima del Ferraris e l’ultima dell’Olimpico di Torino che hanno segnato il periodo migliore dei rossoblù con il tecnico di San Vincenzo in panchina. Un frangente trasformatosi presto in illusione, in cui il numero 30 si è alternato prima con Gaston Pereiro e poi con Keita Balde per cercare di dare soluzioni a un attacco apparso avulso dal resto della squadra sin dal primo match-point salvezza fallito con lo Spezia.
Nuovo cambio
Dopo sette sconfitte nelle ultime otto partite è arrivato un nuovo strappo per cercare quella scossa necessaria a creare i presupposti per una salvezza che appare difficile ma non impossibile da raggiungere. Un film che sembra ripetersi costantemente nelle ultime stagioni cagliaritane. Tre partite, due scontri diretti con Salernitana e Venezia, e una gara contro un’Inter che vuole rimanere in lotta per lo Scudetto fino all’ultima giornata. Un contesto in cui Leonardo Pavoletti potrebbe diventare necessità e virtù per il nuovo tecnico Alessandro Agostini. Fame e orgoglio saranno gli ingredienti principali della rincorsa, ma anche le scelte tattiche però avranno il loro impatto. Il tecnico nativo di Vinci potrebbe decidere di mantenere il 3-5-2 utilizzato da Mazzarri per quasi tutta la stagione, oppure cambiare faccia proprio al reparto avanzato. E Pavoletti potrebbe essere l’uomo giusto per farlo, presentandosi come la punta centrale di un tridente offensivo che andrebbe a ricalcare lo schema utilizzato da Agostini nel campionato Primavera, con però Joao Pedro e Keita Balde a supporto. Un approccio che potrebbe portare ad avere più soluzioni in avanti ma anche a una maggiore pressione anche psicologica sugli avversari, un aspetto ancor più fondamentale nella lotta salvezza.
Il Cagliari continua a correre sui binari della ferrovia targata Serie A. Ha cambiato macchinista ancora una volta nelle stazioni finali di un binario sempre più complesso da percorrere. Chi è rimasto a bordo ha il dovere di provare a cambiare le cose, soprattutto chi la strada della salvezza la conosce bene. Leonardo Pavoletti, ancora una volta, potrebbe essere l’uomo giusto per trovare la strada verso la permanenza nella massima serie.
Matteo Cardia