Un punto di riferimento. Non l’uomo solo al comando, ma quello che dà la consapevolezza di poter aver sempre qualcuno su cui contare. Un attaccante è così. Capace di dare sicurezze anche nei periodi di magra, quando il profumo del gol è solo per olfatti abituati a riconoscerne le proprietà. Che sia per lo scudetto o per la salvezza, il bomber regala quelle speranze che in altre occasioni non avresti. Un dato di fatto di cui il Cagliari dovrà tener conto nella prossima stagione. Un’annata in cui la scelta dell’attaccante non si potrà sbagliare.
Scelte
Sono diversi gli elementi che fanno propendere per questa lettura. In primis, non sempre una squadra è capace di avere 19 elementi differenti in grado di gonfiare la rete almeno una volta in stagione. Quella vissuta dal Cagliari è stata una stagione particolare, in cui tutti, ancor di più dopo l’elettroshock ranieriano vissuto a seguito dello scontro con la Lazio, hanno fatto in modo di mettere un mattoncino in più rispetto anche a quello che era lecito aspettarsi. Allargando il campo della fotografia stagionale, le scommesse fatte si sono rivelate un azzardo troppo grande sotto più punti di vista. Il club aveva deciso di puntare soprattutto su Andrea Petagna per provare a invertire il trend e dare a Ranieri quell’uomo in grado di finalizzare e di aiutare gli altri a farlo. I problemi fisici dell’ex Milan, oltre alle difficoltà vissute dalla squadra in tutta la stagione non hanno portato alla realizzazione dell’esperimento. Con un’ultima parte di stagione trascorsa in panchina nonostante il recupero dall’infortunio al soleo. A lungo senza una prima punta di peso, gli isolani hanno avuto in Shomurodov e Lapadula le alternative. Il primo nonostante il sacrificio e un finale di stagione da protagonista ha faticato e non poco a giostrare da unico riferimento offensivo. Il secondo, in un’annata resa travagliata da problemi fisici e un nuovo adeguamento alla Serie A, ha vissuto di alti e bassi, pur chiudendo definitivamente con un suo rigore ogni discorso sulla salvezza. I rischi, insomma, hanno pagato guardando al traguardo tagliato, ma solo in parte. Per quella che sarà una Serie A ancora più competitiva servirà potersi affidare su un attaccante che garantisca costanza sotto porta. Quella che può fare la differenza in termini fisici e mentali per l’attaccante in questione ma anche per gli altri compagni. Fare un passo indietro sul percorso in rossoblù di Lapadula, e non solo, può aiutare a capire l’importanza di una punta in grado di viaggiare sul binario della doppia cifra.
Trio
Ventuno gol in stagione regolare, cinque nei playoff. Seppur in Serie B, Lapadula nell’anno in cadetteria aveva reso chiaro quanto potesse essere impattante nelle prestazioni della squadra e quanto l’impatto stesso si traducesse in punti. Con un andamento che mascherava l’assenza di seconde voci fuori e dentro l’area di rigore, decisivo specialmente nel periodo della risalita in classifica tra il marzo e il maggio dello scorso anno. L’ultima dimostrazione di come la scelta di un attaccante possa essere determinante per regalare sorrisi e serenità. Durante la gestione del presidente Tommaso Giulini sono solamente state altre due le figure che hanno permesso ai rossoblù di dormire sonni tranquilli. Di essere quel punto di riferimento a cui aggrapparsi. Bisogna tornare fino alla stagione 2016-2017 per trovare il primo, ovvero Marco Borriello. Le sedici reti dell’attaccante ex Spal permisero a un Cagliari appena tornato in Serie A di ottenere una salvezza senza affanni. Il viaggio è breve, ma risalendo sulla macchina del tempo bisogna arrivare alla seconda stagione di Leonardo Pavoletti in rossoblù. Dopo la prima annata chiusa in doppia cifra, ma con una salvezza conquistata alla penultima giornata contro la Fiorentina, l’anno successivo la punta livornese si trasformò nell’uomo immagine di una salvezza senza troppi patemi d’animo. Sedici i gol totali nel 2018-2019 e preoccupazioni presto svanite.
Da allora, solo Joao Pedro ha saputo scavalcare il muro della doppia cifra con facilità in Serie A, senza però unire alla confidenza con il gol la navigazione nelle acque tranquille del campionato. Un connubio che i tifosi del Cagliari hanno fatto intendere di desiderare. Per vedere così quello step in più sotto il profilo della solidità che può permettere di guardare con più serenità al futuro. E che potrebbe facilitare lo sviluppo di un nuovo progetto targato Nicola che presto potrebbe definitivamente partire.
Matteo Cardia